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PISTE CICLABILI, BASILICATA FERMA

La riflessione di Livia Graziano

Il ritorno alle due ruote è un fenomeno ed una tendenza sempre crescente. La bici è senza dubbio amica dell’ambiente. Il suo uso contribuisce in modo importante alla riduzione dell’inquinamento, alla diminuzione delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico, migliorando la qualità dell’aria nelle città e nelle aree circostanti. Ma le due ruote sono anche un importante mezzo per godere di un nuovo modo di visitare il territorio. La bici è l’elemento principe per il cosiddetto turismo “slow” ma anche uno dei mezzi preferiti per visitare le aree interne meno conosciute del Paese. In una regione in ritardo sulle infrastrutture viarie e di collegamento in genere, le piste ciclabili potrebbero rappresentare un importante tassello seppur, probabilmente maggiormente adatte a scopi turistici. Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a una crescente popolarità di queste ultime come alternativa sostenibile ai mezzi di trasporto tradizionali. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il Paese ha compiuto importanti progressi nell’espansione delle piste ciclabili. Tuttavia, per comprendere appieno l’impatto di questa tendenza, è essenziale analizzare come queste infrastrutture stiano influenzando regioni specifiche, tra cui la Basilicata. Il territorio lucano ha visto una crescita costante delle piste ciclabili negli ultimi anni, sebbene la sua rete ciclabile non sia ancora all’altezza di altre regioni italiane. Eppure la Basilicata ha compiuto passi significativi per diventare un’attrazione turistica e incoraggiare i residenti a esplorare la propria regione in modo sostenibile potrebbe essere un elemento competitivo importante. Tuttavia, vi sono alcune sfide evidenti da affrontare. La rete di piste ciclabili in Basilicata può risultare limitata in alcune aree, con connessioni interrotte o incomplete, rendendo difficili gli spostamenti a lunga distanza esclusivamente in bicicletta. Ad esempio, la Ciclovia dell’Acqua, un percorso cicloturistico di circa 500 km che attraversa tre regioni del Sud Italia, presenta tratti ancora da completare, nonostante le opportunità turistiche che offre. Osteggiata dalla burocrazia, prima che dalla ritrosia dell’Acquedotto Pugliese a concedere in uso i tratti sotto cui scorrono le enorme tubazioni che portano l’acqua da Caposele (Avellino) fino a Santa Maria di Leuca (Lecce), passando per il Vulture e l’Alto Bradano, la Ciclovia dell’Acqua rientra fra le 10 Ciclovie Turistiche Nazionali che prevede una rete di ben 6.000 chilometri. Ma oltre agli annunci, agli studi preliminari di fattibilità ed alle conferenze di servizio, dal lontano 2016, a distanza di ben 7 anni i cantieri stentano ad aprire i cancelli. Del resto, lo stesso tratto definitivo è sconosciuto ai più. I territori che sono interessanti sono all’oscuro delle decisioni eventuali future. Fondi stanziati da oltre un quinquennio ma piste ciclabili zero, almeno per quanto riguarda la Ciclovia dell’Acqua ma non solo. Si pensi che tramite le leggi di Bilancio 2016 e 2017 il sistema nazionale delle ciclovie turistiche fu finanziato con risorse nazionali per complessivi 372 milioni dal 2016 al 2024: con il cofinanziamento degli altri enti, si arrivava ad una somma da capogiro di ben di 750 milioni. E ancora non vi erano i fondi del PNRR. Ritornando alla lunga Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, mentre il progetto del tratto lucano stenta a partire, il tratto pugliese sembra procedere spedito, almeno negli annunci ufficiali, affidando la sua realizzazione allo stesso Acquedotto Pugliese che ha appena approvato un corposo progetto di ampliamento dagli attuali 16 chilometri ad oltre 190 chilo- metri entro il 2026, con ben sei nuove tratte finanziato con fondi PNRR e fondi della Regione Puglia per per 39,4 milioni di euro. Intanto in Basilicata anche l’altra importante ciclovia, quella della Magna Grecia che interessa i due tratti costieri della costa jonica e tirrenica, sembra essere ferma al palo. Le piste ciclabili in Basilicata e in tutta Italia rappresentano un’importante opportunità per affrontare l’inquinamento atmosferico, promuovere la sostenibilità e attrarre turisti. I fondi ci sono così come anche le progettualità. Per la regio- ne Basilicata l’aumento delle piste ciclabili potrebbero rappresentare un enorme fattore di sviluppo e di attrazione. Il potenziale positivo per la regio- ne è evidente, con vantaggi per il turismo, l’ambiente e la salute pubblica. Insistere ed accelerare gli investimenti e promuovere le piste ciclabili rappresenta una scelta chiave per un futuro più sostenibile in Basilicata.

Di Livia Graziano

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