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«IL GRETINISMO DEL NON VALIDO PRIORE»

Offeso sui social dal presidente del Parco dell’Appennino lucano, la replica di Zambrino a Cronache Lucane

Non nuovo il presidente del Parco nazionale dell’Appennino lucano, Giuseppe Priore, ad uscite social fuori luogo. Le ultime, seguite alla lettera al Ministero dell’Ambiente inviata dal sindaco di Moliterno, Rubino, nonchè presidente della Comunità del Parco, che ha segnalato la non efficiente gestione dell’Ente in merito all’emergenza cinghiali, hanno riattualizzato la duplice questione Priore che attiene sia a profili amministrativi che a profili di contegno istituzionale. Nell’ultimo articolo di Cronache Lucane, citato anche Salvatore Zambrino di Adr Intesa Srl,(nell’occasione si rettifica il refuso, poichè menzionato col nome Angelo che invece è il fratello). Tra le altre cose, è stato evidenziato come alla discussione social il presidente del Parco Priore ha partecipato ripescando dal vecchio vocabolario nazista il concetto di bipede, ovvero di essere antropomorfo non umano. Lo ha fatto rivolgendosi a Salvatore Zambrino, imprenditore di Moliterno, che chiedeva un intervento immediato per contrastare i cinghiali. Proprio Zambrino ha inteso aggiungere dettagli scrivendo alla redazione di Cronache. Di seguito, il suo intervento sul caso Priore.

DI SALVATORE ZAMBRINO

Gentile direttore, scrivo a proposito dell’articolo di Massimo Dellapenna nel quale sono stato menzionato a seguito di uno scambio su Facebook con il presidente Priore e vorrei precisare che il libretto di baffino e le relative citazioni sono l’ultimo dei problemi. Nel caso specifico il problema non è il Mein Kampf, ma il gretinismo cronico e il ragionamento apodittico. Nulla esclude che una carica istituzionale possa interloquire sui social, anzi, è auspicabile che lo faccia, ma con il dovuto rispetto per il ruolo che ricopre e soprattutto per gli interlocutori. Gretinismo e ragionamento apodittico sono il portato di una sub-cultura che impone determinati luoghi comuni e non accetta minimamente il confronto, sono ahimè in questo Paese, la sintesi che dall’iniziale tesi dell’uno vale uno diventa la verifica empirica dell’uno (di loro) vale zero. Altro non trovo in questo surreale confronto del quale sono stato parte. La sintesi di cui sopra è ampiamente dimostrata dall’ipotesi che il cinghiale sia buono perché mangia le ghiande e Rubino sia il cattivo perché vuol fare carriera. Io non voglio difendere né attaccare, voglio soltanto cercare di porre un tassello nella costruzione di un ragionamento logico senza preconcetti e pregiudizi. Il cinghiale è buono, è pure bello, ma crea tanti danni. L’ecosistema nel quale viveva tanti anni fa si è definitivamente rotto e la bestia prolifera in maniera abnorme, creando disastri alle attività che insistono nelle zone in cui l’animale vive e si riproduce. Comprendo che per una mente gretina venga prima l’animale dell’uomo, che, in una logica anticapitalistica e preconcetta, l’attività umana sia secondaria rispetto alla vita di un animale, ma fortunatamente chi decide non può essere solo gretino, deve essere anche razionale e logico e deve contemperare il giusto rispetto della natura con la dovuta attenzione alle attività umane, spesso unica fonte di reddito di molte famiglie. Seguendo il ragionamento gretino potremmo trovarci con il paradosso di avere il cinghiale pingue e con tanti cuccioli felici e la famiglia Rossi, che prima viveva di agricoltura, senza denari e con reddito di cittadinanza. Per concludere, non so se Priore sia tecnicamente valido per svolgere il proprio ruolo, ma di certo non lo è dal punto di vista della logica e della comunicazione e anche del rispetto degli interlocutori. Il bipede.

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