Sentitosi inevitabilmente chiamato in causa dalle dichiarazioni del Presidente della Regione, Vito Bardi, e dall’attuale Amministratore unico di Acquedotto lucano, Alfonso Andretta, l’ex Au di Aql, Giandomenico Marchese, che venne eletto dall’Assemblea dei soci nel 2018, ha inteso replicare sulla situazione dell’Azienda poichè «leggere per settimane che in Aql ci sono “perdite accumulate in passato” e del rischio di fallimento, richiede dovuti approfondimenti ».
Il “BUCO” DEL PASSATO: I CHIARIMENTI IN MILIONI
«Ebbene – ha scritto in un lungo post social Marchese – nel corso dell’Assemblea del 5 maggio 2022 finalmente si è chiarito che la tensione finanziaria è causata dall’aumento del costo dell’energia, determinatosi in particolare dal luglio 2021 e che i “famigerati 80 milioni” non sono il cosiddetto “buco” derivante dal passato, bensì la richiesta di un contributo straordinario a copertura del maggior costo dell’energia 2021 e 2022 di circa 38 mln; in alternativa all’ipotesi di cui sopra, l’aumento di capitale sociale per 30 mln (per una società che è palesemente sottocapitalizzata); lo stanziamento nel bilancio regionale dei crediti vantati da Al nei confronti del Consorzi di Bonifica per 23 mln che Al deve riscuotere da anni; garanzia per un finanziamento bancario per circa 19 mln, (in caso di contributo straordinario) ovvero circa 27 mln (in caso di aumento del capitale sociale) ».
LA NON SORPRESA DELLA GRAN MASSA DEBITORIA
«A ben vedere, ma soprattutto a ben leggere – ha proseguito Marchese -, la situazione rappresentata in Assemblea non si può dire che sia giunta “a sorpresa” ai Soci ed in particolare al Socio di maggioranza, atteso che dal lontano giugno 2018 ho più volte posto l’attenzione sulle criticità della società.
Ciò viene comprovato anche dalla documentazione presentata in Assemblea dal nuovo Au che, me lo consenta “simpaticamente”, ha tratto molti pezzi di relazione da quelli del passato! Quindi niente scoperta dell’acqua calda, nè operazione verità. Perché la verità è stata sempre sotto gli occhi di tutti e nella documentazione anche pubblica».
QUANDO BARDI MANDÒ IL DELEGATO IN ASSEMBLEA
«Era noto a tutti gli addetti ai lavori che, sin dalla sua costituzione – ha specificato Marchese -, Al avesse un problema di sottocapitalizzazione, e successivamente di crediti problematici e di criticità tecniche.
Certo non si scopre oggi la situazione critica dei depuratori o dei serbatoi in Basilicata, anzi molto si deve dare atto all’attività svolta con intensità e professionalità anche dal mio predecessore che, oltre ad individuare le criticità ed avviare la regolarizzazione delle Aua, ha anche compiuto un grande sforzo, di concerto con il precedente Presidente della Regione, per individuare le adeguate risorse per circa 100 mln al fine di migliorare lo stato degli impianti più critici.
Ricordo a tutti che dopo una attenta analisi della situazione finanziaria di Al, nell’assemblea del gennaio 2020, in un apposito punto all’ordine del giorno è stata sottoposta, dal sottoscritto, la tematica dell’equilibrio economico finanziario di Al.
Con dispiacere ricordo che, in quell’occasione, come nell’intero triennio, il Socio di maggioranza era rappresentato in Assemblea da un delegato! Ma ad ogni modo tutta la documentazione inerente la situazione finanziaria era stata consegnata.
Forse se ne è persa traccia visto che oggi si parla di “operazione verità”?».
«Nella relazione sottoposta alla detta assemblea del 2020 e ripresa nella relazione prodotta all’Arera nel 2021 – ha rimarcato l’ex Amministratore unico -, si illustravano sinteticamente tutte le problematiche (riportate pedissequamente nella ultima relazione del 5 maggio 2022 dalla nuova governance di Al) quali: crediti verso utenti, vetustà degli impianti e delle reti gestite, investimenti da tariffa, oneri finanziari, ricavi e contributi in c/esercizio, le azioni perseguite e quelle perseguibili a breve e medio termine.
Sorge nuovamente spontanea la domanda: quale operazione verità e trasparenza? Su questioni già poste?».
L’ALLARME DATO NEL 2020, MA IGNORATO
Alcune azioni, ha fatto notare Marchese, erano state prospettate da lui e trovarano anche esito positivo come, nel caso, dell’approvazione delle nuove tariffe nel giugno del 2021 da parte dell’Egrib, comprese le azioni di riequilibrio stabilite dalla convenzione di gestione e formulate all’Arera e dalla stessa accolte, ad esempio sul riconoscimento della morosità all’11%, e «nel gennaio 2022 da parte di Arera».
In sintesi si è «rideterminata la componente tariffaria relativa al II° periodo regolatorio 2016-2019 sottostimata per errori compiuti in sede di predisposizione tariffaria per circa 20 mln di euro; determinata la tariffa per il III° periodo regolatorio 2020-2023; proposto di aumentare il capitale sociale della società; proposta una valutazione politica, giuridica e legislativa per l’integrazione di Acquedotto lucano con altri gestori del Sud o italiani ». Mentre i primi due punti citati, per Marchese «hanno trovato una soluzione che, senza dubbio, ha migliorato la situazione economico, finanziaria e patrimoniale della società, si confronti il Bilancio 2020, gli altri due punti, che richiedevano una attenta valutazione politica prima ancora che l’esame tecnico, sono rimasti allo stallo e se affrontati per tempo “politicamente”, con tutta probabilità avrebbero posto le basi per affrontare situazioni straordinarie quali quella che si sta vivendo oggi per il rincaro del costo dell’energia».
«Ma, sempre per verità e trasparenza – ha aggiunto Marchese -, ancor prima dell’assemblea del 2020 e nei mesi successivi dalla stessa, incontri di inizio di marzo 2020 e successivi durante il Covid19 primo semestre 2021, è stata sottoposta al Presidente della Regione la necessità di intervenire finanziariamente sulla società, attraverso aumento di capitale sociale e incasso dei crediti vantati verso i Consorzi di Bonifica.
Senza alcun dubbio se alle richieste fosse conseguito un intervento sostanziale, la società sarebbe stata in grado oggi di farsi trovare più preparata per gestire eventuali eventi straordinari».
OPERAZIONE VERITÀ: LE DOMANDE AL GOV
All’ex Au di Aql, Giandomenico Marchese, per questi e altri motivi, sono sorti dubbi che lo stesso ha sintetizzato tramite i seguenti interrogativi.
«Perché il Presidente della Regione interviene solo ora e non lo ha fatto in passato, pur essendo a conoscenza della situazione delicata della società messa più volte in evidenza dalla precedente gestione nelle note, nei bilanci, nelle relazioni sulla situazione economico finanziaria di Al? Quante volte è stata rappresentata tale situazione, anche per le vie brevi, ed è stata evidenziata la necessità di consolidare il lavoro svolto sulle tariffe con azioni più durature e consolidate?».
E ancora: «Perché non è mai stato convocato dal 2019 il Comitato di Coordinamento dell’Accordo di Programma sulle risorse idriche condivise tra Basilicata e Puglia (seppur sollecitato più volte dagli Amministratori Unici di Aap e di Al e dalla Segreteria Tecnica dell’AdP come risulta dalla documentazione in mio possesso, per dirimere la controversia sulle tariffe applicate per la sub distribuzione che, com’è noto agli addetti ai lavori, apporterà dei benefici ai bilanci di Acquedotto Lucano? Perché non utilizzare l’unico Ente (EGRIB), diretto dalla professionalità dell’attuale Amministratore Unico deputato, per legge, a controllare e vigilare sul gestore del servizio idrico integrato della Basilicata per fare una operazione verità ed eventualmente porre in essere tutte le azioni stabilite dalla Convenzione di Gestione tra Egrib ed Al, attualmente in vigore, misure per il mantenimento dell’equilibrio economico finanziario e misure di riequilibrio, invece di consentire ulteriori consulenze affidate dal gestore che soprattutto in questi casi dovrebbe essere organo controllato e vigilato?».
E infine, l’ultima domanda dell’ex Amministratore unico Marchese: «Perché non sentire l’Au dell’Egrib sulle criticità che hanno determinato i ritardi in materia di progettazione ed appalti?».
Tutto questo è solo l’inizio, perchè, come ha chiosato Marchese, «nei prossimi giorni seguiranno ulteriori verità sulla gestione di mia competenza»