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CINGHIALI, RUBINO SCRIVE AL MINISTERO

Il sindaco di Moliterno interessa Roma sulle inefficienze del Parco dell’Appennino lucano

Una lettera, quella scritta dal sindaco di Moliterno e Presidente della comunità del parco Antonio Rubino, che ha come oggetto proprio il piano di monitoraggio e gestione del cinghiale nel Parco Nazionale Appennino, perché, come ci spiega lui «porto la voce dei cittadini stanchi e distrutti da questa grande emergenza». «Un imprenditore – prosegue – ha subito 400.000 euro di danni. Cittadini che lamentano anche la scarsa sicurezza stradale e la presenza dei cinghiali in aree ricreative e sportive, minando il benessere delle comunità . Qualcosa si è mosso, con l’arrivo della peste suina, ma questo ha anche aggiunto ulteriori restrizioni che vanno a minare l’economia locale e le attività turistiche e sportive». La missiva ha come destinatari il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Picchetto Fratin, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica-Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare Oliviero Montanaro, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica-Direzione Generale Patrimonio Naturalistico e Mare (Divisione II – Gestione aree protette) Antonio Maturandi, il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana Vincenzo Caputo, il presidente delll’Ente Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Giuseppe Priore, il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, l’assessore all’ambiente della Regione Basilicata Cosimo Latronico, l’assessore all’Agricoltura Regione Basilicata Alessandro Galella, l’Asp di Potenza – Servizio Veterinario, il Prefetto di Potenza Michele Campanaro e il Raggruppamento Carabinieri Parchi Moliterno. Durante il «2021 e 2022 – recita la lettera del sindaco di Moliterno – ho indirizzato all’Ente Parco numerosissime segnalazioni circa la presenza massiccia e il proliferare degli ungulati. Non avendo mai ricevuto risposta in merito alle decine di note inviate interessai il Ministero della Transizione Ecologica. Nonostante altre numerose segnalazioni, ad oggi nessuna azione è stata intrapresa. Nella richiamata nota del 10 giugno 22, evidenziavo, tra le varie criticità, il potenziale pericolo relativamente alla diffusione della peste suina, sottolineando che l’Ente Parco non è dotato di un piano di monitoraggio, gestione e contenimento della specie cinghiale». «Dal giugno 2023 – prosegue la missiva – i Comuni di Moliterno, Paterno, Tramutola, Grumento Nova e Lagonegro, il cui territorio ricade nel perimetro della Parco Nazionale, sono stati dichiarati zona infetta per Peste Suina Africana, con conseguenti ed ulteriori disagi per le popolazioni, le aziende agricole e zootecniche. Sul territorio dei suddetti Comuni è stata avviata una fase di monitoraggio e controllo per la ricerca attiva di carcasse di cinghiali. Azione preziosissima, resa possibile dalla sinergia tra Comuni, Regione, Servizio Veterinario Asp e la diligenza e la disponibilità dei volontari e selecontrollori dell’Ambito Territoriale di Caccia 3. Emerge chiaramente la necessità di una azione coordinata per un piano di contenimento della specie cinghiale sul territorio Regionale, che debba tener conto delle particolarità emerse in questi ultimi anni in ordine alla gestione del cinghiale nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese». «Nel mio ruolo di Presidente della Comunità del Parco – sottolinea Rubino – ricevo numerose segnalazioni da altri Sindaci dei 29 Comuni del Parco, circa i problemi derivanti dalla presenza incontrollata di cinghiali anche nelle aree urbane. Ho sollecitato in diverse circostanze l’esigenza di dover affrontare il problema in ottica di comprensorio, dotando, innanzitutto, il Parco di uno strumento e di un piano per il monitoraggio e la gestione della fauna selvatica e per il contenimento della specie cinghiale. Confidando nel garbo istituzionale che prevede un dialogo costruttivo tra gli Enti, chiedo che si possa svolgere nell’immediatezza un lavoro coordinato tra tutte le parti per affrontare con gli strumenti descritti l’emergenza». «Infine – conclude Rubino – evidenzio che il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è, ad oggi, ancora privo di un Direttore a tempo pieno, circostanza che rallenta notevolmente la normale attività dell’Ente. È fondamentale che la nomina, da parte del Ministero, avvenga in breve tempo».

Di Anna Tammariello

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