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SANITÀ E «FAIDE POLITICHE»

Modelli, liste d’attesa e privati accreditati: ospiti Cannizzaro e Zullino

“La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente”, scriveva il filosofo Schopenhauer. Eppure a distanza di secoli si discute ancora del diritto alla salute, della sanità, del settore pubblico e privato, e se ne discute animatamente anche in Basilicata. Le strutture private convenzionate con il servizio sanitario lucano da mesi protestano, si agitano, minacciano l’interruzione delle prestazioni e poi passano alle vie di fatto. Nel mentre, il servizio sanitario pubblico in Basilicata arranca tra medici che fuggono, reparti ospedalieri a mezzo servizio, liste di attesa che si allungano oltre ogni limite di sopportazione. Nella puntata di “Oltre il giardino” andata in onda sul canale 68, il giornalista Paride Leporace ha posto in luce le criticità che girano intorno ai servizi essenziali connessi alla Sanità – privata e non – che abbraccia mondi e problemi interconnessi, che investono diritti indispensabili e fondamentali di quei cittadini che, da una parte, si vedono negati o limitati i Servizi sanitari e, dall’altra, le Aziende che ne stanno subendo una crisi verticale. Ospiti della trasmissione in onda su Cronache Tv il dottor Michele Cannizzaro che presiede un coordina- mento che rappresenta il 75% delle strutture della sanità privata lucana e Massimo Zullino, consigliere regionale e capogruppo di Basilicata Oltre. Un dibattito che è partito, inevitabilmente, dagli ultimi lavori del Consilgio regionale avente come unico punto all’ordine del giorno la sanità privata su cui pendevano attese, di- mostratesi vane.

SANITÀ PRIVATA, LE ATTESE MANCATE IN CONSIGLIO REGIONALE

Dieci consiglieri regionali di opposizione avevano chiesto al presidente della Regione Bardi la convocazione di un Consiglio regionale straordinario sulla sanità pubblica e privata. In pillole la questione è salda- re il dovuto per le prestazioni 2022- 2023 alla sanità privata accreditata e convenzionata, pagare decine di migliaia di prestazioni erogate dai 54 Centri con i circa 600 tra addetti e professionisti coinvolti, ripristinare il diritto alla salute e alla cittadinanza lucana tutta e il diritto al lavoro degli operatori e addetti. Su queste premesse il Consiglio regionale si tenne ma con un “nulla di fatto” che non poteva non trascinarsi dietro po- lemiche e malcontento, da parte dei consiglieri di opposizione ma non so- lo. Ci si aspettava una soluzione ad un problema annoso che si trascina da tempo rispetto alle liste d’attesa e al pagamento delle prestazioni extra budget dello scorso anno alle strutture sanitarie private a cui però è arrivato un rinvio al 26 settembre prossimo. Per il consiglieri regionale Zullino, significa che «evidentemente, per la giunta Bardi, i lucani bisogno- si di cure e che non possono permettersi di pagare 150 o 200 euro una prestazione sanitaria devono arrangiarsi». «Non soddisfare le esigenze delle strutture sanitarie private significa non risolvere il problema delle liste d’attesa – aggiunge Zullino – dal momento che nella nostra regione è difficilmente praticabile il modello delle prestazioni aggiuntive, vale a dire tenere i laboratori pubblici aperti anche di sera o nei giorni festivi per erogare prestazioni sanitarie e occorre far leva sul privato accreditato per erogare, mediante il pagamento del ticket, servizi sanitari in favore di quanti non possono sostenere i costi privati di una visita oculistica o di una mammografia». «È francamente inaccettabile – enfatizza l’esponente di Basilicata Oltre – registrare l’inerzia della Giunta regionale, invischiata in ritardi, lungaggini, giri di parole e questioni di pseudo diritto a fronte del grido d’allarme che si leva dai cittadini che non riescono a curarsi e a quello delle aziende sanitarie private che vedono mortificati gli sforzi effettuati».

LA SANITÀ TRA «FAIDE INTERNE»

Sulla mancata decisione del Consiglio regionale interviene anche il dott. Cannizzaro per il quale «certamente c’è stata una strumentalizzazione sulla problematica che interesse le strutture private accreditate». «La Sanità in Basilicata vive da al- meno un decennio una storia abba- stanza travagliata – prosegue Cannizzaro – ma è evidente che gli ulti- mi due anni hanno creato uno stato confusionale istituzionale dei rapporti tra la Regione Basilicata e le Aziende sanitarie». Per Cannizzaro si tratta nientemeno che di una sorta di «faida interna ad alcuni partiti, che sicuramente riguarda soprattutto la maggioranza di questa consiliatura». Con una lunga esperienza tanto politica quanto sanitaria alle spalle, Cannizzaro in modo pragmatico evidenzia che «chiaramente la sanità privata in Basilicata è una goccia in un lago, che assorbe circa il 2,7% del bilancio regionale, sintomo di quanto non si è mai voluto investire in questo settore, né dal Governo di centrosinistra né dall’attuale, continuando a sperperare danaro nell’esecuzione di prestazioni che nel privato potrebbe- ro costare infinitamente meno -si ve- da la dialisi, la radiodiagnostica ed altre branche specialistiche – per al- lungare le liste d’attesa. Noi senza se e senza ma siamo per la sanità pubblica, ma che funzioni e in Basilica non è questa la realtà dei fatti. E sono veramente preoccupato per l’andazzo politico che sta coinvolgendo la sanità nel nostro territorio». Cannizzaro rimarca poi in studio quelle «faide interne» che «preoccupano molto, soprattutto in virtù delle prossime elezioni regionali» invitando il centrodestra «a fare chiarezza» con «i panni sporchi» che sarebbe più opportuno venissero «lavati in famiglia», purché si risolva una questione ad oggi «intollerabile, con la gente che continua a morire per inadempienza del pubblico» e che soprattutto la lunghezza delle liste d’attesa venga gestita efficacemente perche, ad oggi sono solo causa di «viaggi della speranza». «Siamo arrivati – spiega Cannizzaro – a 70 milioni di euro di esborso per i pazienti che van- no a curarsi fuori regione, ma soprattutto per il mancato funzionamento delle strutture pubbliche. Urge – incalza -una riforma del sistema sanitario regionale. Noi abbiamo da- to un supporto, siamo pronti a darlo, io consiglierei al presidente Bardi di fare da subito un tavolo tecnico con gente esperta soprattutto lucana che conosce la storia, che conosce gli uomini e che conosce soprattutto le strutture sanitarie».

NON SOLO POLEMICHE MA ANCHE PROPOSTE

È tempo di proposte chiare, dunque. Per il consigliere regionale Zullino bisognerebbe prendere ad esempio «altre regioni d’Italia dove sono sta- ti avviati Piani per l’abbattimento delle liste d’attese, con dei modelli amministrativi ed operativi». Un esempio, su tutti, è il modello suggerito per la sanità pubblica denominato “Lista piano d’attese by night” , «con cui incentivare – spiega Zullino – i medici pubblici che potessero lavo- rare al pomeriggio, alla sera o durante il weekend. Un modello che è stato già sperimentato dal governatore Zaia da cui Fanelli avrebbe dovuto semplicemente copiare o adattare». E ancora: «Un modello rivolto alla sanità privata dove si potesse mette- re a bando – prosegue Zullino – e decidere di assegnare un tot. di prestazioni affiché venissero incentivate e rese disponibili. Un modello che pare sia stato selezionato e gradito dalla Regione Lombardia». Insomma la Basilicata ha a disposizione diversi esempi a cui poter attingere. «Ma è il confronto a mancare – incalza Zullino -se si prova a portare un contributo viene sostanzialmente deriso».

LOGOPEDIA E FISIOKINESITERAPIA

Altra drammatica realtà della sanità lucana è quella in cui versano le attività di Logopedia orientate alla rieducazione dei bambini con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento. «Una situazione personalmente denunciata diverse volte», enfatizza Canizzaro che spiega come «dalla regione Basilicata da almeno 15 anni vengono erogate diagnosi di neuropsichiatria infantile con tantissimi bambini, dunque, che hanno bisogno urgentemente di cure, con percorsi che durano anche 2-3 anni». «Prestazioni – evidenzia Cannizzaro – per il 95% vengono erogate dalle strutture di fisiokinesiterapia per le quali la Regione non ha mai stanziato un euro. E, ad oggi, questo è un dramma che stiamo vivendo personalmente presso il nostro studio dove abbiamo circa 100 bambini che non possono iniziare le terapie, con liste d’attesa che durano anni. Condizione non troppo diversa negli altri Centri. E questo è inaccettabile. È inaccettabile per le famiglie, per i bambini ma, soprattutto per la politica regionale».

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