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RESA PD, MARGIOTTA DICE NO

Per Lettieri dem da bandiera bianca: ad un passo dalla sfiducia, il segretario regionale ci ripensa. Ridimensionamento partito e leadership preconfezionata di Chiorazzo: progetto frenato

“Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”, si può citare Lucio Battisti per sintetizzare e dare un senso alle cariche francesi e conseguenti ritirate spagnole di Giovanni Lettieri sulle alleanze, sulla centralità del Partito Democratico e sulla coalizione. Nei giorni scorso il segretario Dem aveva dichiarato che nessun partito dell’ipotetica coalizione poteva considerarsi “partito guida” e avere un diritto di primazia sull’alleanza. Una dichiarazione che era parsa subito una dichiarazione di resa del Partito Democratico agli alleati, tenuto conto che dire che nessun partito del centrosinistra poteva considerar- si centrale, significava in pratica rinunciare al ruolo centrale del Partito Democratico, posto che nessun altro alleato poteva né può immaginare un ruolo di centralità in una costituenda coalizione.

I BIG DICONO NO

“Pensa prima poi parla perché parole poco pensate portano purtroppo pentimento”, era la famosa massima del- le P che possiamo ritenere anche il Sindaco di Picerno abbia imparato da piccolo. Purtroppo per lui questa volta non ne ha fatto tesoro. Una certa ansia da prestazione lo ha spinto a dichiarare più del dovuto e prima del tempo. Non fare i conti con l’oste non è mai una strategia intelligente. Soprattutto se a gestire l’osteria sono più persone e tutte molte capaci di tenere la dritta. Il segretario Dem si è trovato, così, a dover fronteggiare la prima fronda interna della sua carriera da segretario di quello che fu il grande partito della sinistra. Una fronda interna che è una costante della vita della sinistra italiana, lacerata tra mille dubbi e duemila personalismi. Una fronda che, gestita da tutti i grandi portatori di voti del Partito, era guidata da Salvatore Margiotta e che, qualora il segretario non avesse corretto il tiro, avrebbe proposto un documento che prevedeva una sorta di censura di partito verso di lui. Una mozione che avrebbe ricordato che il segretario del Partito Democratico non comanda il partito ma lo rappresenta, che il PD non ha una struttura presidenziale e che tutte le decisioni devono prima essere assunte negli organismi collegiali e, poi, diffuse dal segretario regionale. Una mozione che avrebbe lacerato ulteriormente il PD e, se approvata, nei fatti sfiduciato il segretario del Partito messo sotto tutela. Per evitare ciò Lettieri è stato costretto a fare una relazione piena di vorrei ma non so se potrò.

LE RAGIONI DI MARGIOTTA

Appare evidente che Salvatore Margiotta, leader della fronda in- terna rispetto ad ogni ipotesi di convergenza arrendevole del PD nei confronti di Chiorazzo, ha molte ragioni dalla sua parte. Non si è mai visto, nella storia della politica, un partito cedere lo scettro ad una lista civica. Nessuno può immaginare, nel centrodestra, che i partiti della coalizione possano mettersi al seguito di un candidato presidente che si muove con un suo movimento, una sua lista e una sua idea politica indipendente dai partiti. Non è mai accaduto nella storia della politica italiana. Un Presidente di Regione civico, indipendente dai partiti cui i partiti si limitino soltanto a fare da supporter, sarebbe un unicum nella politica italiana. Non è mai accaduto. Così come non è mai accaduto che il primo Partito di una coalizione rinunci, ancora prima di qualsiasi richiesta degli alleati, all’indicazione delle leadership politica ancora prima che personale sulla coalizione. Salvatore Margiotta, nel rivendicare il ruolo centrale del Partito Democratico, non fa altro che riscoprire la grande tradizione politica del PCI e della Democrazia Cristiana, che pretendevano che i partiti fossero il luogo preposto dalla Costituzione per la mediazione tra politica e società. Una posizione che, del resto, è stata ed è la forza del centrodestra e specialmente di Fratelli d’Italia. Perché il Partito Democratico dovrebbe rinunciarvici ancora prima che qualcuno glielo chieda?

LA DEBOLEZZA DEL PD

La verità è che sembra proprio che Giovanni Lettieri abbia preso atto di aver assunto la guida di un partito debole, elettoralmente fragile e politicamente inconsistente, lontano parente del Partito Regione e anche dei Partiti del Centrodestra. La differenza sostanziale tra la posizione espressa da Lettieri nelle sue dichiarazioni dei giorni scorsi rispetto alla posizione che Margiotta lascia trasparire con il suo posizionamento è che quest’ultimo speri ancora di trovare nel Partito la linfa vitale sufficiente per non alzare bandiera bianca prima di combattere. Lettieri e tutti coloro i quali sono già pronti a far scegliere ad un movimento civico di estrazione cattolica la leadership della coalizione sembrano aver alzato bandiera bianca ancora prima di combattere. Una scelta che in politica non è mai produttiva di effetti positivi.

Di Massimo Dellapenna

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