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PD, AMMUCCHIATA CERCASI

Il segretario Lettieri rinuncia alla supremazia dei dem pur di provare ad avere qualcuno dentro. L’appello a chiunque sia contro il cdx: c’è il nemico, ma non il programma

«Occorre costruire un progetto che metta al centro i lucani, i loro bisogni le loro aspettative, provi a dare prospettive ai nostri giovani. Costruire un programma con il coinvolgimento e la partecipazione delle forze politiche progressiste e riformiste di Basilicata ma è necessario aprire anche a nuove energie, alla società civile, ai movimenti civici che con valide proposte manifestano il desiderio di contribuire alla scrittura di un progetto in discontinuità con l’attuale governo regionale e segni un cambio di passo per la Basilicata», con queste parole il segretario regionale del Partito Democratico, apre le porte alla larga coalizione che tenga insieme tutti coloro i quali vogliono costruire una alternativa alla destra al Governo della Basilicata. Una grossa coalizione aperta a tutti, nella quale il Partito Democratico sia disponibile a rinunciare al suo ruolo di Partito guida invitando chiunque a rinunciare ad ogni pretesa di supremazia.

LETTIERI CI PROVA

È la prima volta da quando si è insediato che il segretario del Partito Democratico traccia la linea politica, lo fa con parole nelle quali accoglie l’invito di Tonio Boccia e segna una netta rottura con le decisioni passate del PD di Letta. Una scelta di realtà nella quale, evidentemente, nel rinunciare ad ogni pretesa di supremazia, prende atto della situazione non idilliaca della sinistra lucana ed italiana e del suo partito di riferimento. Un partito che non è più l’anima della coalizione, rinuncia a collocarsi come tale e accetta di essere un partito come tutti gli altri. Un PD che accetta di dialogare senza “pretesa di supremazia” con i movimenti civici, con il Movimento Cinque Stelle è la presa d’atto della fine politica del Partito Regione, del fallimento delle sue scelte e il riconoscimento di una situazione di fatto. Uomo del fare, legato all’impresa e all’amministrazione locale, Giovanni Lettieri, evidentemente non ha alcuna voglia di raccontare una sinistra che non esiste più, un centro sinistra che abbia la forza e la volontà di fare perno sul Partito Democratico né di fingere di essere in grado di dettare le linea alla coalizione. Nelle parole realistiche di Giovanni Lettieri c’è la presa d’atto della situazione di debolezza del suo partito e la consapevolezza che senza questa presa d’atto è impossibile uscire fuori dal guado. La realtà, del resto, è sempre l’unica strada praticabile.

PER FARE COSA?

Se, però, la presa d’atto della debolezza e della non più centralità del Partito Democratico è la forza della sua dichiarazione, quello che ci appare debole è l’intento della coalizione. Le parole che ha pronunciato Giovanni Lettieri sul “progetto che metta al centro i lucani, i loro bisogni e le loro aspettative” potrebbero essere state pronunciate da chiunque. Sembrano prese dal discorso della discesa in campo di Berlusconi, potrebbero essere utilizzate da qualsiasi segretario di qualsiasi partito, di qualsiasi coalizione, in qualsiasi parte del mondo. Non riusciamo a ricordare né ad immaginare un politico che nell’annunciare il suo programma politico dica di non mettere al centro i cittadini ed i loro bisogni. Qualsiasi forza politica, nel momento in cui si candida, mette al centro del progetto politico i bisogni dei cittadini o, almeno, dichiara di farlo. La differenza politica si rimarca sull’individuazione delle soluzioni a quei bisogni, a quelle esigenze, a quelle priorità. In questo il discorso del segretario appare deficitario e addirittura rinunciatario. Un partito, di solito, segnala la rotta, indica le proprie priorità prima di sedersi ad un tavolo di coalizione, prima di individuare il perimetro della coalizione. Ci si siede ad un tavolo con una visione strategica. Si può condurre la discussione anche con la consapevolezza e la volontà di poter modificare gli obiettivi, poterli limare e con la consapevolezza di dovere rinunciare a qualcosa. Non si è mai visto un Partito serio sedersi ad un tavolo fondativo di una coalizione senza dire quali siano le proprie proposte e quali siano i punti di aggregazione. In questo il segretario Dem sembra aver imparato troppo velocemente la lezione del politichese, le tattiche del “non dire per non scontentare” e del cercare come unico punto di aggregazione il nemico da sconfiggere.

UN PROGETTO IN DISCONTINUITA’ CON L’ATTUALE GOVERNO REGIONALE

Non basta, infatti, dire che si vuole un progetto in discontinuità con l’attuale governo regionale per avere un programma di Governo, né si può pensare di aggregare tutti coloro i quali abbiano un progetto in discontinuità con l’attuale governo regionale. La discontinuità, infatti, può andare in qualsiasi direzione. È discontinuo, per esempio, chi vuole il blocco delle estrazioni petrolifere e chi vuole che si aumenti il bonus gas, è discontinuo rispetto al Governo Regionale chi si oppone all’eolico selvaggio e critica il Governo Regionale per non aver fatto il piano paesaggistico, così come è discontinuo chi critica la lentezza delle concessioni per nuovi impianti di energia alternativa. Chiede discontinuità con l’attuale Governo Regionale chi lamenta la sua eccessiva continuità nel perseverare il modello sanitario della sinistra ma chiede discontinuità anche chi, invece, esercita la nobile nostalgia per il bel tempo che fu. La discontinuità non è un progetto di governo. Si può costruire l’opposizione comune nell’essere contro un modo di fare, non si può costruire un progetto di governo sulla contrarietà a qualcosa. Su questo il segretario Dem sembra non avere le idee chiare o, meglio, sembra voler sorvolare. Senza questi paletti e questi punti sembra che Giovanni Lettieri voglia ritornare al vecchio ritornello della sinistra che chiede a tutte le forze politiche di unirsi per sconfiggere la destra, un progetto che indichi più il nemico come spauracchio che un progetto come obiettivo. Francamente non può bastare. Dalle sue parole emergono soltanto due certezze: il Partito Democratico prende consapevolezza di non aver diritto a nessuna supremazia nella coalizione e la volontà di costruire una coalizione aperta a tutti coloro i quali, per qualsiasi motivo e con qualsiasi scopo, si pongano in alternativa al centrodestra. È un po’ poco ma almeno è già più di quello a cui il PD ci aveva abituato.

Di Massimo Dellapenna

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