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MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI, C’È CHI DICE NO: AD AVIGLIANO LA CHIESA

Il Ministero dell’Interno boccia il progetto d’accoglienza lucano dopo la lettera del parroco di “Santa Maria del Carmine”

Accoglienza migranti, nello specifico minori non accompagnati arrivati in Italia «via terra ed o via mare»: c’è chi dice no, in Basilicata la Chiesa. Quella che potrebbe sembrare una provocazione, data la contraddizione in termini rilevabile a colpo d’occhio, non lo è: è successo ad Avigliano. Fatti chiari, intrecci lunghi. Per potenziare il sistema di prima accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, nell’agosto dell’anno scorso, dal Ministero dell’Interno l’Avviso pubblico per la presentazione di progetti da finanziare con risorse europee del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (Fami) 2021-2027. Capienza del Fondo Fami 2021-2027, poco più di 59 milioni di euro. Cambia il colore dei Governi centrali, ma le previsioni burocratiche si confermano sempre troppo ottimistiche con puntuale loro negazione da parte degli immancabili ritardi. L’attivazione di mille posti, su base regionale, in centri di prima accoglienza, era prevista a decorrere dal 1° gennaio 2023, ma così non è stato. Ad ogni modo, la graduatoria definitiva è stata approvata lo scorso maggio: soltanto 15 i progetti ammessi al finanziamento. Di questi 2 sono lucani, con rispettivi budget assegnati di circa 2 milioni e 950 mila euro ciascuno. Nella “classifica” finale, oltre ai 15 progetti ammessi a finanziamento anche 4 dichiarati, all’esito della valutazione, inammissibili. Tra questi, un altro progetto lucano: quello di Avigliano. Più precisamente, di Avigliano e Potenza. L’Avviso, finalizzato all’erogazione di massimo 923 giornate di accoglienza, prevedeva per ciascun progetto la garanzia dell’accoglienza giornaliera e continuativa nell’arco delle 24 ore, di 50 minori stranieri non accompagnati, in almeno 2 strutture di accoglienza, immediatamente disponibili in via esclusiva dalla data di avvio delle attività. Una ditta di Avigliano con un’associazione del terzo settore ha redatto il progetto indicando le modalità operative e predisponendo tutta la documentazione richiesta dal Ministero. La struttura che avrebbe potuto e dovuto ospitare fino a 30 minori stranieri non accompagnati, aveva, ed ha, si potrebbe aggiungere, come certificato a febbraio scorso dallo stesso Comune di Avigliano, tutte le carte in regola. Del resto, nello stesso mese, anche il Dipartimento di prevenzione collettiva della salute umana Unità operativa di igiene e sanità pubblica, rilasciò il positivo parere igienico sanitario attestando l’idoneità dei locali dell’immobile per l’esercizio di un struttura residenziale di prima accoglienza per minori stranieri non accompagnati. Dal Comune, pertanto, non risultando nulla di ostativo, l’ufficiale autorizzazione provvisoria. In questo tratto della vicenda, il rimpallo tra la funzionaria comunale e la Chiesa conclusosi col cerino in mano lasciato alla ditta di Avigliano e con la laconica conclusione del Ministero: progetto inammissibile ai sensi di uno specifico articolo del Bando che imponeva la non ammissibilità al finanziamento dei progetti privi del «provvedimento di accreditamento ed o autorizzazione definitivo o dell’avvenuta presentazione della richiesta di accreditamento o autorizzazione relativamente alle strutture individuate dalla proposta progettuale». Formalmente, s’attendeva l’autorizzazione della Chiesa. La struttura ricettiva extralberghiera in questione è nella disposizione della parrocchia Santa Maria del Carmine, ad essa concessa dall’Ente comunale ante 2000, che, tramite convenzione, ha affidato la gestione dell’immobile ad una ditta tramite contratto e corresponsione di canone mensile, ovvero annuale. Per la tipologia della struttura, la finalità stessa della sua funzione, l’«accoglienza» e la «ricezione notturna e diurna», tra l’altro «senza riserva alcuna», in relazione agli ospiti, con ristorazione e via discorrendo. I «matrimoni» sì, come da convenzione stipulata tra la parrocchia e la ditta, ma i minori stranieri non accompagnati no. Tornando all’Avviso ministeriale, il Comune di Avigliano per trasformare l’autorizzazione da provvisoria a definitiva ha chiesto espressamente la documentazione amministrativa regolante i rapporti di gestione della struttura tra la parrocchia Santa Maria del Carmine e la società che gestisce l’immobile. Tra la convenzione citata e il rilascio risolutorio, la lettera del parroco col nullaosta del Vicario episcopale per gli “Affari di Curia”: «La Parrocchia non ha rilasciato nessuna autorizzazione» ad un utilizzo della struttura ricettiva per il progetto ministeriale. Di conseguenza, come scritto dal prete al Comune, «si dichiara formalmente l’indisponibilità della parrocchia “Santa Maria del Carmine” di Avigliano a consentire l’utilizzo della struttura ricettiva per usi diversi da quelli attualmente in essere», che sarebbero quelli di albergo e ristorante. I «matrimoni» sì, ma i minori stranieri non accompagnati, no. Il rimpallo epistolare si conclude negli uffici comunali del settore amministrativo: «Si comunica di non poter provvedere al rilascio dell’autorizzazione definitiva». Dalla parrocchia “Santa Maria del Carmine” al Comune di Avigliano, fino al Ministero dell’Interno: progetto «inammissibile». Accoglienza migranti, nello specifico minori non accompagnati, arrivati in Italia «via terra ed o via mare»: c’è chi dice no, in Basilicata la Chiesa

Ferdinando Moliterni

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