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«IN REGIONE GESTIONE STANCA E IN DIFFICOLTÀ È DOVERE DEL PD LAVORARE A UN SUO RILANCIO»

De Filippo, da sempre vicino al prossimo segretario Dem Letta, tra dinamiche locali e futuri scenari nazionali

Un momento storico particolare, colpito duramente dalla pandemia sanitaria, reso ancora più difficile dalle dinamiche di partito. Ma c’è ancora chi crede nei partiti e nella loro capacità di poter assistere il Paese alla ripresa socio economica che merita. Ma come il Paese ha bisogno di rinnovamento anche i partiti più radicati sul territorio subiscono l’onda di nuove scenari da vivere. Uno di questi è il Pd. Dopo l’uscita di scena del segretario Nicola Zingaretti, i dem si preparano a vivere una nuova stagione. Ma per comprendere meglio cosa sta accadendo in casa Pd, abbiamo fatto il punto della situazione con il deputato lucano Vito De Filippo. Ultimamente sembra che in casa Pd ci sia un po’ di confusione…

«Più che confusione direi che Zingaretti abbia fatto una scelta non tattica e trasparente, mettendo al centro del partito un argomento di grandissima rilevanza, quale può essere quello di una nitida e chiara discussione. Lo ringraziamo per quanto fatto sino ad ora e lo ringraziamo anche per questo gesto. La politica in genere è fatta di dissimulazione, di gesti opachi, mentre il suo è stato chiaro».

Lei è rientrato tra le fila del Partito democratico e, coincidenza, Letta si accinge a sostituire Zingaretti alla guida dei dem. Tra l’altro, come ricorderà, quando ci fu il suo rientro raccontammo proprio da queste colonne di un passaggio con Letta nelle ore antecedenti la sua scelta. Ciò anche in ragione dell’ottimo rapporto che avete conservato…..

«I miei rapporti con Letta sono noti a tutti. Sono molto contento che l’appello lanciato da tanti verso questa eminente personalità che da 7 anni fa altro nel mondo, ed in Francia, in termini anche di formazione politica, sia stata accolta anche da Enrico».

Già, la stima per Letta lei l’ha già dimostrata quando fu uno dei pochi in quella famosa direzione a non votare la sfiducia nei suoi confronti. «Ricorda bene. Io non posso che essere che soddisfatto e felice che il Partito democratico venga guidato da una persona che ha esperienza e che conosco da tantissimi anni come Enrico. Questo è un bene per il partito e per il Paese, al netto dell’amicizia che mi lega a lui».

Letta deve ora affrontare l’enorme sfida del Pd che verrà pensando nel contempo a gestire al meglio l’esperienza presente del Governo guidato da Draghi.

«La sfida di questo Governo è difficile, per quanto la guida sia certamente di grande valore e di esperienza, ma resta una sfida complicata per le forze politiche che lo sostengono e anche per le difficoltà che il Paese sta incrociando. Il lavoro che un grande partito ed i gruppi parlamentari dovranno fare nei prossimi mesi non sarà semplice, ma avere a disposizione un Partito che discute in maniera trasparente per sostenere le azioni di questo Governo, sarà sicuramente un vantaggio».

Lei è un lucano doc. Consoce bene le dinamiche politiche di questa regione. Il Pd anche in Basilicata ha bisogno di nuova linfa e di un restyling?

«È da tanto tempo che c’è un Commissario, ma ci sono anche dirigenti notoriamente di qualità a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Mettere insieme queste risorse umane e questi valori sulla base di un progetto, soprattutto oggi in Basilicata, dove si registra una gestione stanca e in grande difficoltà, è non soltanto una opportunità ma anche un dovere che abbiamo tutti quanti noi democratici».

Lei è stato tra quelli che in questa lotta alla pandemia ha riportato al governo nazionale le difficoltà dei Comuni lucani. Penso ai fondi che ha sollecitato per le ex zone rosse lucane nella prima fase. La Basilicata però ha subito la stretta micidiale della zona rossa. Serviva forse una maggiore cooperazione governo-Regione per evitarla?

«Serve più cooperazione e la situazione della Basilicata in termini geografici è del tutto diversa da quella di altre regioni. Non ci sono dubbi che la pandemia sia diffusa e presente anche da noi, ma sia sul fronte della campagna vaccinale che sul fronte del contenimento del contagio e del tracciamento dello stesso, sicuramente si può fare meglio e di più con una azione di collaborazione a livello regionale, comunale e nazionale»

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