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INSTALLATI I PALETTI, LE POLEMICHE DEI RESIDENTI NON SI PLACANO: «NON È QUESTA LA SOLUZIONE»

Di fronte la chiesa di Rione Lucania il Comune di Potenza è intervenuto per garantire la sicurezza del tratto di strada dove in un tragico incidente è morta la piccola Evelina

Due settimane fa l’assessore con delega alla Viabilità del Comune di Potenza Massimiliano Di Noia al margine di un soprallugo effettuato «per verificare la pericolosità del tratto» si era impegnato ad installare i paletti in prossimità della chiesa di San Giuseppe Lavoratore nel Rione Lucania. Scenario, suo malgrado, la sera del 20 luglio, del tragico incidente stradale che ha coinvolto la piccola Evelina – la bambina ucraina di quasi sei anni – morta dopo essere stata travolta da un’utilitaria guidata da una donna di circa 50 anni residente nella quartiere che i più dei potentini chiamano “Chianchetta”. Ma le polemiche, nonostante l’intervento del Comune completato nella giornata di ieri, stentano a placarsi. «Solo i paletti non bastano per garantire la sicurezza», pare sia l’opinione collettiva. «L’installazione dei paletti – rimarcano dal Comitato di quartiere di Rione Lucania – è sicuramene un deterrente importante ma non è la soluzione». Alludendo alla proposta avanzata al Comune di installare dei possibili dossi che possano rallentare nello stesso punto in cui è avvenuto l’incidente la velocità degli automobilisti ma «nonostante le nostre insistenze – spiegano dal Comitato – nel colloquio con l’assessore Di Noia è emersa l’impossibilità installare i rallentatori in questa zona perché esiste un decreto che vieta l’installazione in strade principali». Di fatto, i residenti continuano a lamentare disagi sulla questione chiedendo al Comune interventi mirati: «Dopo esserci confrontati fra Comitato e residenti – affermano alcuni cittadini – si è evidenziata sì la necessità di installare dei paletti delimitatori che andranno a cancellare il “ finto” parcheggio presente. Ma per favorire la sicurezza sarebbe stato più utile rialzare i passaggi pedonali e inserire dei rallentatori, piuttosto che penalizzare i residenti togliendo quei pochi parcheggi disponibili». Mentre, ancora, altri residenti sostengono: «Era un intervento necessario per una questione di sicurezza, soprattutto dopo la perdita della piccola». In effetti, «quello non era mai stata un’area adibita a parcheggio benché fosse utilizzata come tale. E la sosta delle auto in quel tratto era molto pericolosa, soprattutto per quegli automobilisti provenienti dal Francioso, in considerazione della poca visuale della curva in prossimità della zona». «In alternativa, il parcheggio si trova. Il problema è che doveva scapparci il morto prima che si intervenisse nel fare le cose evitando magari questo tragico episodio».

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