BlogEventi e CulturaIn evidenza

A 93 ANNI MORTO IL PROFESSORE CESARE MOISÈ FINZI TESTIMONE DELLA TRAGEDIA DELLA SHOAH

“Senza memoria non c’è futuro”: la preziosa testimonianza del prof. Finzi agli studenti del “Persolino-Strocchi” di Faenza

Morto il professor Cesare Moisè Finzi, era sopravvissuto alla Shoah

IL CORDOGLIO DELLE ISTITUZIONI 

MICHELE DE PASCALE (Presidente della provincia e Sindaco di Ravenna)  

Con grandissimo dispiacere apprendo della morte del professor Cesare Moisè Finzi, testimone della tragedia della Shoah, al quale nel 2020 Ravenna ha voluto conferire la cittadinanza onoraria nell’ambito delle iniziative del Giorno della Memoria, davanti ad un Teatro Alighieri gremito di centinaia di ragazzi e ragazze.

Per ricordarlo oggi non ci sono parole più appropriate che quelle della motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria: “Il Comune di Ravenna conferisce a Cesare Moisè Finzi la cittadinanza onoraria quale riconoscimento del prezioso lavoro di diffusione di memoria e per l’alto valore civile, sociale e culturale della sua testimonianza di sopravvissuto alla tragedia della Shoah; per il suo impegno nel trasmettere alle giovani generazioni valori di pace, solidarietà, uguaglianza, difesa dei diritti umani, che sono alla base della Costituzione italiana; per il profondo legame con Ravenna, nella quale, al tempo, trovò rifugio e accoglienza presso la famiglia Muratori e dove, da decenni, incontra ragazzi e ragazze delle scuole, trasferendo loro la conoscenza dei drammatici effetti delle leggi razziali, aiutandoli a combattere i pregiudizi, ispirandosi ai principi di libertà, democrazia e di rispetto delle persone”.

Quel giorno è stata una grande emozione vedere come seicento studenti e studentesse, in commosso e religioso silenzio, hanno ascoltato il racconto della storia della sua vita, fatta di momenti drammatici ma anche dell’incontro con persone che hanno saputo stare dalla parte giusta, e come al termine quei ragazzi gli hanno tributato un caloroso e affettuoso applauso, una vera e propria ovazione: il frutto concreto e prezioso dell’attività costante e instancabile di Cesare Moisè Finzi nel mantenere viva la memoria e nel trasmettere alle giovani generazioni valori di pace e uguaglianza, un impegno di cui tutti gli dovremmo essere grati.

Le più sincere condoglianze da parte mia e dell’intera città di Ravenna alla sua famiglia e ai suoi cari.

La scomparsa di Cesare Moisè Finzi. Il cordoglio del sindaco Massimo Isola e del presidente del Consiglio comunale Niccolò Bosi

Nella mattinata di oggi, giovedì 3 agosto, all’età di 93 anni, è scomparso Cesare Moisè Finzi, di religione ebraica, medico dell’ospedale faentino ma soprattutto impegnato per una intera esistenza a portare la testimonianza diretta della Shoah

Primario cardiologo all’ospedale di Faenza, Cesare Moisè Finzi era nato a Ferrara nel 1930 e all’età di appena otto anni, con l’introduzione delle leggi razziali, nel 1938, era stato espulso dalla scuola e costretto a fuggire per non essere deportato. Per scampare alle persecuzioni Finzi, nel 1943, fuggì dalla propria città con la sua famiglia e quella dello zio. A causa del coprifuoco dovettero fermarsi a Ravenna, trovando ospitalità e protezione presso la famiglia Muratori, conosciuta qualche mese prima. La famiglia di Cesare Moisè Finzi e quella dello zio trovarono rifugio a Gabicce e grazie alla solidarietà di numerose altre famiglie romagnole e marchigiane, che fornirono loro documenti falsi, abiti e rifugi sicuri, sopravvissero alla guerra e alla deportazione. Dopo la Liberazione fecero ritorno a Ferrara, dove Cesare si iscrisse al liceo scientifico. Successivamente si laureò in medicina, dedicando la propria vita alla professione medica come cardiologo, creando poi nell’Ospedale di Faenza la prima unità coronarica della Romagna.

Cesare Moisè Finzi, dopo quella terribile esperienza vissuta nel periodo del nazifascismo, sentì l’obbligo morale di portare la sua testimonianza affinché quegli orrori non avessero a ripetersi mai più. Così, dall’istituzione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio di ogni anno, Cesare Moisè Finzi si è sempre messo a disposizione dell’amministrazione manfreda impegnandosi in prima persona per portare la sua testimonianza di vita, in particolare ai ragazzi. Negli anni infatti ha spesso collaborato e preso parte a moltissimi progetti e iniziative promossi dalle istituzioni locali, scolastiche e dell’Istituto storico e della Resistenza e dell’Età contemporanea di Ravenna, incontrando migliaia di ragazze e ragazzi, lasciando sempre il segno. Finzi è stato anche autore di due pubblicazioni: “Qualcuno si è salvato, ma niente è stato più come prima” e “Il giorno che cambiò la mia vita”. Cesare Moisè Finzi negli anni ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Ravenna, Cattolica e Mondaino.

Il cordoglio del sindaco di Faenza, Massimo Isola

“La scomparsa di Cesare Moisè Finzi lascia un vuoto grandissimo nella città, nella comunità democratica civile romagnola e in quella ebraica italiana. Cesare Finzi ha dedicato tanta parte della sua vita a Faenza e noi gli siamo grati per quello che ha fatto. Da oltre dieci anni ero legato personalmente a lui e assieme abbiamo incontrato centinaia di studenti vivendo la Giornata della Memoria senza alcuna retorica, ma sempre con passione e consapevolezza, portandoci a vivere momenti indimenticabili. Oltre alla sua straordinaria esperienza professionale che lo portò a guidare il reparto di cardiologia coronarica dell’ospedale di Faenza, Cesare Finzi ha dedicato larga parte della sua vita a trasmettere la cultura ebraica e il ricordo della Shoah. Per rendere sempre attuale la Memoria di quegli orrori, per lasciare traccia e consapevolezza nelle coscienze nelle generazioni future, non ci si può limitare a informare. Cesare Finzi aveva compreso quale fosse il miglior modo di arrivare prima al cuore che alla testa dei ragazzi: il racconto di chi aveva vissuto in prima persona gli orrori del nazifascismo e quello che aveva significato; nel suo caso costringendolo, ad appena otto anni, a ritirarsi dalla scuola solo perchè di religione e cultura diversa e portandolo a sfuggire per non essere internato nei campi di concentramento. Quello che Cesare ha fatto per anni, e con lui noi che lo seguivamo, era raccontare con empatia e partecipazione emotiva cosa accadde nel Novecento nel cuore dell’Europa. Credo che il ricordo dell’olocausto portato da Cesare in questi decenni sia stato un insegnamento fondamentale, aiutando migliaia di ragazzi a riflettere e conoscere cosa sia stata la cultura antisemita in Italia, l’orrore delle leggi razziali volute da Mussolini, la grande tragedia delle deportazioni nei campi concentramento, in quelli di lavoro e nei campi di sterminio. Con lui se ne va una personalità straordinaria, il suo sguardo, la essenziale profondità delle sue parole però rimarranno nel mio e nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto e incontrato. Cesare ci lascia ora una grande responsabilità: quella di trasmettere la Memoria di quegli orrori senza un testimone diretto. Responsabilità e compito che accettiamo nel segno e nell’insegnamento di Cesare. Quando a gennaio del 2024, nel Giorno della Memoria, porteremo i nostri segni di partecipazione a quel momento, lo faremo pensando a lui. La morte di Cesare Moisè Finzi è indubbiamente una grande perdita per noi, per i suoi ragazzi che ogni anno in maniera infaticabile, malgrado l’età che avanzava, voleva incontrare, per Faenza, che ha avuto l’onore di conoscerlo e per tutto il nostro Paese”

Il cordoglio del presidente del Consiglio comunale, Niccolò Bosì che con Cesare Finzi ha collaborato per anni all’organizzazione della Giornata della Memoria

“Cesare Finzi è stato un lucido testimone dell’orrore della Shoah, del perverso odio in cui scivolò anche l’Italia nei confronti dei cittadini di fede ebraica. Con una grande energia e un fare sempre gentile e buono ha voluto condividere con migliaia di bambini e ragazzi la sua esperienza di bambino costretto a fuggire con la sua famiglia per salvarsi. Nei suoi interventi e nei suoi libri, traspariva la necessità di far conoscere ai giovani quello che l’uomo era stato capace di fare nei confronti dei propri fratelli. Ma Cesare Finzi, nelle sue parole, non incedeva mai con odio, sottolineando sempre invece il valore di quelle donne e uomini “giusti” che con le loro azioni, a rischio della vita e della libertà, fecero la differenza, si spesero per aiutare lui e la sua famiglia a nascondersi e così sopravvivere. Questo insegnava: nei momenti bui anche una piccola luce di giustizia poteva fare la differenza, una piccola luce che cambiò la Storia. In questi anni, come Presidente del Consiglio comunale, ho avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo meglio, di collaborare con lui, di ascoltarlo: una di quelle persone che quando le incontri ti lasciano qualcosa di immensamente profondo. Con il Professor Finzi nacque un’amicizia che mi ha fatto conoscere la moglie, la figlia Sara e il figlio Davide ai quali, in questo triste giorno, mi stringo con affetto”

Cesare Moisè Finzi lascia la moglie Vera e i figli, Davide e Sara.

I funerali si svolgeranno venerdì 4 agosto alle ore 11:30, presso il cimitero ebraico di Ferrara

Morte Cesare Finzi, il cordoglio del sindaco di Ferrara: “Piangiamo un grande divulgatore di memoria che ha creduto nei giovani. Suo insegnamento eterno”

MORTE CESARE FINZI, IL CORDOGLIO DEL SINDACO DI FERRARA: “PIANGIAMO UN GRANDE DIVULGATORE DI MEMORIA CHE HA CREDUTO NEI GIOVANI. SUO INSEGNAMENTO ETERNO”

Ferrara, 3 ago – “Piangiamo un grande divulgatore di memoria. Un testimone che ha vissuto la tragedia della shoah e ha creduto nei giovani, nel loro potere di creare futuro e di trarre insegnamenti dal passato. Cesare Moisè Finzi era e rimarrà sempre un grande ferrarese che, anche da Faenza, non ha mai smesso di conservare i legami con la nostra città, partendo proprio dai giovani, dalle scuole. Ho spesso ricordato, in occasione del giorno della Memoria, l’apporto di Cesare Finzi e il valore del suo insegnamento, definendolo ‘prezioso riferimento di memoria viva’. Certamente ciò che ha fatto, incontrando ragazze e ragazzi, andando nelle aule, con il dialogo è e sarà sempre il testimone consegnato alle nuove generazioni perché possano compiere le scelte del domani in maniera lucida, consapevole, retta, senza mai dimenticare ciò che è accaduto. Il mio cordoglio e il mio abbraccio giungano oggi ai familiari e a tutti i suoi studenti. Studenti a cui raccomandava sempre di ragionare, per coltivare un pensiero critico e orientato al bene. I suoi insegnamenti rimangono un patrimonio da cui continueremo ad attingere. Grazie professor Finzi”. Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbrialla notizia della morte di Cesare Moisè Finzi, ebreo ferrarese scampato alle persecuzioni, medico, scrittore, divulgatore, docente.
(Comunicazione Sindaco)

La scomparsa di Cesare Moisè Finzi, il cordoglio di Faenza

“Nella mattinata di oggi, giovedì 3 agosto, all’età di 93 anni, è scomparso Cesare Moisè Finzi, di religione ebraica, medico dell’ospedale faentino ma soprattutto impegnato per una intera esistenza a portare la testimonianza diretta della Shoah.

Primario cardiologo all’ospedale di Faenza, Cesare Moisè Finzi era nato a Ferrara nel 1930 e all’età di appena otto anni, con l’introduzione delle leggi razziali, nel 1938, era stato espulso dalla scuola e costretto a fuggire per non essere deportato. Per scampare alle persecuzioni Finzi, nel 1943, fuggì dalla propria città con la sua famiglia e quella dello zio. A causa del coprifuoco dovettero fermarsi a Ravenna, trovando ospitalità e protezione presso la famiglia Muratori, conosciuta qualche mese prima. La famiglia di Cesare Moisè Finzi e quella dello zio trovarono rifugio a Gabicce e grazie alla solidarietà di numerose altre famiglie romagnole e marchigiane, che fornirono loro documenti falsi, abiti e rifugi sicuri, sopravvissero alla guerra e alla deportazione. Dopo la Liberazione fecero ritorno a Ferrara, dove Cesare si iscrisse al liceo scientifico. Successivamente si laureò in medicina, dedicando la propria vita alla professione medica come cardiologo, creando poi nell’Ospedale di Faenza la prima unità coronarica della Romagna.

Cesare Moisè Finzi, dopo quella terribile esperienza vissuta nel periodo del nazifascismo, sentì l’obbligo morale di portare la sua testimonianza affinché quegli orrori non avessero a ripetersi mai più. Così, dall’istituzione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio di ogni anno, Cesare Moisè Finzi si è sempre messo a disposizione dell’amministrazione manfreda impegnandosi in prima persona per portare la sua testimonianza di vita, in particolare ai ragazzi. Negli anni infatti ha spesso collaborato e preso parte a moltissimi progetti e iniziative promossi dalle istituzioni locali, scolastiche e dell’Istituto storico e della Resistenza e dell’Età contemporanea di Ravenna, incontrando migliaia di ragazze e ragazzi, lasciando sempre il segno. Finzi è stato anche autore di due pubblicazioni: “Qualcuno si è salvato, ma niente è stato più come prima” e “Il giorno che cambiò la mia vita”. Cesare Moisè Finzi negli anni ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Ravenna, Cattolica e Mondaino.

Il cordoglio del sindaco di Faenza, Massimo Isola

“La scomparsa di Cesare Moisè Finzi lascia un vuoto grandissimo nella città, nella comunità democratica civile romagnola e in quella ebraica italiana. Cesare Finzi ha dedicato tanta parte della sua vita a Faenza e noi gli siamo grati per quello che ha fatto. Da oltre dieci anni ero legato personalmente a lui e assieme abbiamo incontrato centinaia di studenti vivendo la Giornata della Memoria senza alcuna retorica, ma sempre con passione e consapevolezza, portandoci a vivere momenti indimenticabili. Oltre alla sua straordinaria esperienza professionale che lo portò a guidare il reparto di cardiologia coronarica dell’ospedale di Faenza, Cesare Finzi ha dedicato larga parte della sua vita a trasmettere la cultura ebraica e il ricordo della Shoah. Per rendere sempre attuale la Memoria di quegli orrori, per lasciare traccia e consapevolezza nelle coscienze nelle generazioni future, non ci si può limitare a informare. Cesare Finzi aveva compreso quale fosse il miglior modo di arrivare prima al cuore che alla testa dei ragazzi: il racconto di chi aveva vissuto in prima persona gli orrori del nazifascismo e quello che aveva significato; nel suo caso costringendolo, ad appena otto anni, a ritirarsi dalla scuola solo perchè di religione e cultura diversa e portandolo a sfuggire per non essere internato nei campi di concentramento. Quello che Cesare ha fatto per anni, e con lui noi che lo seguivamo, era raccontare con empatia e partecipazione emotiva cosa accadde nel Novecento nel cuore dell’Europa. Credo che il ricordo dell’olocausto portato da Cesare in questi decenni sia stato un insegnamento fondamentale, aiutando migliaia di ragazzi a riflettere e conoscere cosa sia stata la cultura antisemita in Italia, l’orrore delle leggi razziali volute da Mussolini, la grande tragedia delle deportazioni nei campi concentramento, in quelli di lavoro e nei campi di sterminio. Con lui se ne va una personalità straordinaria, il suo sguardo, la essenziale profondità delle sue parole però rimarranno nel mio e nel cuore di tutti quelli che lo hanno conosciuto e incontrato. Cesare ci lascia ora una grande responsabilità: quella di trasmettere la Memoria di quegli orrori senza un testimone diretto. Responsabilità e compito che accettiamo nel segno e nell’insegnamento di Cesare. Quando a gennaio del 2024, nel Giorno della Memoria, porteremo i nostri segni di partecipazione a quel momento, lo faremo pensando a lui. La morte di Cesare Moisè Finzi è indubbiamente una grande perdita per noi, per i suoi ragazzi che ogni anno in maniera infaticabile, malgrado l’età che avanzava, voleva incontrare, per Faenza, che ha avuto l’onore di conoscerlo e per tutto il nostro Paese”.

Il cordoglio del presidente del Consiglio comunale, Niccolò Bosì che con Cesare Finzi ha collaborato per anni all’organizzazione della Giornata della Memoria

“Cesare Finzi è stato un lucido testimone dell’orrore della Shoah, del perverso odio in cui scivolò anche l’Italia nei confronti dei cittadini di fede ebraica. Con una grande energia e un fare sempre gentile e buono ha voluto condividere con migliaia di bambini e ragazzi la sua esperienza di bambino costretto a fuggire con la sua famiglia per salvarsi. Nei suoi interventi e nei suoi libri, traspariva la necessità di far conoscere ai giovani quello che l’uomo era stato capace di fare nei confronti dei propri fratelli. Ma Cesare Finzi, nelle sue parole, non incedeva mai  con odio, sottolineando sempre invece il valore di quelle donne e uomini “giusti” che con le loro azioni, a rischio della vita e della libertà, fecero la differenza, si spesero per aiutare lui e la sua famiglia a nascondersi e così sopravvivere. Questo insegnava: nei momenti bui anche una piccola luce di giustizia poteva fare la differenza, una piccola luce che cambiò la Storia. In questi anni, come Presidente del Consiglio comunale, ho avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo meglio, di collaborare con lui, di ascoltarlo: una di quelle persone che quando le incontri ti lasciano qualcosa di immensamente profondo. Con il Professor Finzi nacque un’amicizia che mi ha fatto conoscere la moglie, la figlia Sara e il figlio Davide ai quali, in questo triste giorno, mi stringo con affetto”

Cesare Moisè Finzi lascia la moglie Vera e i figli, Davide e Sara


I funerali si svolgeranno venerdì 4 agosto alle ore 11:30, presso il “cimitero ebraico di Ferrara”

#sapevatelo2023 

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti