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TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL PNRR

Complessivamente sono 144 su 349, e sono contenute in una bozza di 150 pagine
In pratica, una mezza riscrittura

#ègiustoinformare


🔺TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL PNRR‼️
🔹Il piano. Fitto cambia il Pnrr: escono (per ora) proprio i fondi sul rischio alluvioni 

Il Pnrr cambia ancora

Dopo le modifiche alla terza e quarta rata e i relativi ritardi nell’incasso da Bruxelles, il governo brucia le tappe almeno sulla rimodulazione dell’intero piano. Ecco allora uscire fuori il collegamento ferroviario Roma-Pescara e anche due lotti della Palermo-Catania. E, a sorpresa, nel pieno delle polemiche sul maltempo escono pure i progetti sul dissesto idrogeologico, ma solo per ora. In generale vengono “definanziate” 9 misure per un ammontare totale di 15,9 miliardi: sono quelli per cui sono emerse criticità che rendono problematica la spesa dei fondi Ue entro il 2026. Prende forma così la proposta di modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza armonizzato con il RepowerUe sull’energia, approvata ieri dalla cabina di regia e che Fitto presenterà alle Camere martedì prossimo, per essere formalmente recapitata alla Commissione Europea entro la fine di agosto. Nel dettaglio le rimozioni riguardano interventi per la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni (6 miliardi), progetti di rigenerazione urbana per 3,3 miliardi, piani urbani integrati per 2,5 miliardi, gestione del rischio di alluvione per 1,287 miliardi, l’idrogeno in settori hard-to-abate da 1 miliardo, servizi e infrastrutture sociali di comunità per 725 milioni, promozione di impianti innovativi (incluso offshore) per 675 milioni, tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano per 110 milioni e – fonte di altre polemiche – valorizzazione dei beni confiscati alle mafie per 300 milioni.
Nel complesso sono poi modificate 144 misure su 349 per permettere al Pnrr di marciare più velocemente e centrare gli obiettivi.

Le polemiche si sono subito accese

«Abbiamo appreso oggi che si vuol spostare sul RepowerEu 13 miliardi di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l’impegno che altri finanziamenti andranno trovati. Ci colpisce molto. I Comuni chiedono garanzie», attacca il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.

Il governo, per voce del ministro Raffaele Fitto, assicura che le misure tolte, a partire da quelle contro le alluvioni, saranno «salvaguardate attraverso la copertura con altre fonti, come il piano nazionale complementare al Pnrr dotato di 30,5 miliardi e i fondi Ue di coesione»


Intanto, i quasi 16 miliardi saranno spostati su altre misure che vedranno aumentare la loro dote.

È il caso degli asili-nido (obiettivo da raggiungere per la quarta rata) che ottengono 900 milioni in più per far fronte all’aumento delle materie prime.

Quanto alla Roma-Pescara e ai due lotti della Palermo-Catania le relative risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania, rispettando così il vincolo della destinazione al Sud.


«La Roma-Pescara è confermata, ma riceverà finanziamenti alternativi ai fondi Pnrr, per i cittadini non ci saranno cambiamenti», assicura Matteo Salvini che chiama in causa ancora una volta il precedente governo per i ritardi.

Aumenta anche la dotazione del RepowerEu che nel nuovo piano sale a 19 miliardi. Su di esso sarà indirizzato il 7,5% della quota di finanziamenti destinati alle politiche di coesione 2021-2027: si tratterà di quasi 11 miliardi di euro.

«Rispetteremo certamente il vincolo del 40% dei fondi al Sud. Ma soprattutto rispetteremo anche il vicolo dell’80% al Sud dei fondi Fsc (Sviluppo e Coesione)», assicura Fitto rispondendo ai giornalisti. Nelle misure del Repower, 4 miliardi saranno destinati per l’Ecobonus. La misura andrà però a supporto delle famiglie che dichiarano un basso reddito e si baserà sulle consuete detrazioni fiscali.

«Non abbiamo eliminato nessun finanziamento. Non stiamo tagliando nulla, ma riorganizzando tutto», garantisce ancora Fitto. Intanto arriva il compiacimento da Bruxelles per l’accordo raggiunto in cabina di regia. Mentre Fitto invita l’opposizione a un «confronto utile per l’interesse del Paese»

🔹ECONOMIA
Pnrr, stralciati 16 miliardi a sanità, comuni e ambiente

ECONOMIA
Il ministero si infittisce, le polemiche divampano.

Antonio De Caro (Anci):

“La notizia ci ha colpito molto. Vengono tolti ai comuni soldi che potrebbero spendere mentre ci sono soggetti attuatori che non hanno elaborato i progetti”

🔺I comuni protestano perché il governo Meloni intende spostare 13 miliardi di euro di fondi Pnrr sul programma RePowerEu lasciando le uniche amministrazioni pubbliche che hanno un’idea di come impiegare i soldi del Sacro Graal dell’economia italiana finanziata dalla Commissione Europea.

I costruttori edili dell’Ance che si oppongono allo spostamento nel medesimo RePowerEu di circa 4,5 miliardi che sarebbero stati impiegati in teoria per la gestione del «rischio alluvione» e del «rischio idrogeologico» proprio nelle settimane dei disastri dell’acqua in Romagna e degli incendi in tutto il paese.

E poi la Sanità: gli interventi previsti per le «Case della Salute» (da 1.350 strutture ridotte a 936), la telemedicina o gli interventi antisismici negli ospedali saranno ridotti.

E pensare che il Pnrr, nel lontanissimo passato recente, era nato retoricamente per rimediare agli sfasci della sanità pubblica durante la pandemia.

Infine 300 milioni di euro tolti alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.
Secondo Libera era già stata pubblicata la graduatoria definitiva di ammissione al finanziamento degli enti locali.

SONO ALCUNE delle «modifiche» da 15,9 miliardi di euro al «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr) che il governo Meloni intende presentare alla Commissione Europea entro il 30 agosto (e al parlamento martedì prossimo)

Complessivamente sono 144 su 349, e sono contenute in una bozza di 150 pagine

In pratica, una mezza riscrittura

L’ha annunciata ieri in una conferenza stampa l’affaticato Raffaele Fitto, il ministro delegato al Pnrr messo degasparianamente «alla stanga» per tirare il peso del Sacro Graal dell’economia italiana.


A vedere ieri il preoccupatissimo e affabulante Fitto, il calice da sorbire di questo piano malconcepito, di cui si iniziano a vedere gli effetti mancati, sembra decisamente amaro. «Se il Pnrr ha una portata decisiva per l’avvenire dell’Italia»

come ha detto ieri il presidente della Repubblica Mattarella, allora sull’avvenire il mistero si è decisamente infittito.

TRA LE SUE OMBRE ieri si aggirava per esempio Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dei comuni dell’Anci. De Caro ha detto che «la notizia ci ha colpito molto» perché vengono tolti ai comuni soldi che potrebbero spendere mentre ci sono i soggetti attuatori come in ministeri

«che non hanno ancora elaborato i progetti»

De Caro ha chiesto al governo

«garanzie immediate sul finanziamento delle opere che in molti casi sono state realizzate come quelle finanziate dal ministero dell’Interno»

Vista la sorpresa, ci si chiede cosa si siano detti, De Caro con il suo corregionale Fitto, nella cabina di regia.

Non sempre l’accentramento dei poteri a Palazzo Chigi – tanto voluto dal governo Meloni – favorisce la comunicazione.

UN’ALTRA PERSA nella nebbia del Pnrr ieri era la presidente Ance Federica Brancaccio: “Non condividiamo la scelta di stralciare dal Pnrr fondi destinati al dissesto idrogeologico e alla rigenerazione urbana – ha detto – I Comuni e le imprese sono fortemente impegnati su tutti i territori nel portare avanti questi interventi urgenti e non più procrastinabili visti anche i continui eventi calamitosi. Peraltro il monitoraggio della spesa sta premiando finora proprio i Comuni e gli interventi diffusi»

DAVANTI AI PRIMI annunci online sulle modifiche («colpi di spugna» urlavano i titoli) Fitto ha pregato i giornalisti di non parlare di «definanziamento»

Dato che si dà per certa l’incapacità di spendere i soldi del Pnrr nelle modalità fin’ora stabilite, si tratterebbe di una riprogrammazione.

O di una partita di giro con il RePowerEu

Agli ignari della sofisticatissima arte delle finanze resta però un dubbio: ma come si finanziano le opere di cui per esempio parla De Caro e sono partite?

Nel regno dell’approssimazione che è il Pnrr l’esecutivo ha promesso di «utilizzare anche il 7,5% delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del RePowerEu»

DALLE OPPOSIZIONI sono volate ieri parole grosse.
«Fallimento», «governo incapace», «disastro», «danno»

Come se questa vicenda la cui storia va ancora scritta non rivelasse la straordinaria mancanza di un confronto politico mai avvenuto anche quando erano loro a governare, e ad avere concepito il piano neoliberale maestosamente farraginoso con il governo «Conte 2» e quello di Draghi.

🔹Il Pnrr è meno verde: fuori il dissesto idrogeologico. Il governo cestina progetti per 16 miliardi

La bozza della revisione del Piano di ripresa e resilienza.
L’ira dei Comuni contro i tagli.

Per il nuovo capitolo RepowerEU, bonus e infrastrutture energetiche

Un pezzo consistente del Pnrr finisce nel cestino.

“Da eliminare”, recita l’etichetta che la destra al governo è costretta ad apporre su nove misure, in particolare quelle destinate all’ambiente: dalla lotta al dissesto idrogeologico all’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali più inquinanti.

È l’immagine plastica del prezzo da pagare per i ritardi accumulati: centinaia di progetti fermi, sedici miliardi rimasti sulla carta, obiettivi che vanno stralciati perché già oggi,
a tre anni dalla scadenza finale dell’estate del 2026, sono diventati irrealizzabili.

Via 16 miliardi dal Pnrr: tolti a Comuni, sociale e dissesto

Revisione

Ecco il testo: colpo a enti locali e misure per i territori.

Fitto: “I fondi li recuperiamo”
Ma l’Anci protesta: “Siamo basiti”. Il ragionamento in teoria ha una sua logica e il ministro Raffale Fitto spende un’ora a […]

Il ragionamento in teoria ha una sua logica e il ministro Raffale Fitto spende un’ora a ribadire il concetto ossessivamente: nessun progetto verrà cancellato, ma solo dirottato su altre fonti di finanziamento per evitare di perdere i fondi visto che le scadenze non potranno essere rispettate. E però resta solo una promessa. Intanto quasi 16 miliardi di euro destinati a nove grandi linee di investimento escono dal Piano di ripresa e resilienza. In gergo un “definanziamento”

E non sono progetti qualsiasi: si va dal dissesto idrogeologico (-1,3 miliardi su 2,5 totali) all’idrogeno, dalle “aree interne” fino ai beni confiscati alla mafia.

I Comuni perdono 13 miliardi per le piccole e medie opere, per la rigenerazione urbana e per i Piani Urbani Integrati delle grandi città.

“Ho parlato con il presidente dell’Anci Antonio Decaro”, prova a rassicurare Fitto.
“Lo abbiamo appreso oggi e ci colpisce molto, i Comuni chiedono garanzie”, replica a stretto giro il sindaco di Bari, che evidentemente non si fa bastare le rassicurazioni.

La revisione del Pnrr, annunciata da oltre sei mesi, ha preso forma. Ieri la cabina di regia ha licenziato una prima bozza che, dopo interlocuzioni con Parlamento e soggetti coinvolti, verrà inviata (entro il 31 agosto) alla Commissione Ue, poi partirà un complesso negoziato.
I fondi finiranno nel capitolo energetico RePowerEU (lo leggete nel pezzo a destra) che vale 20 miliardi.
Se va bene, il negoziato non terminerà prima di fine anno.

Le modifiche a milestone e target del piano sono ben 144 e si dividono in tre tipologie: quelle formali; quelle che, sulla base dei ritardi, cambiano i progetti magari dirottando parte dei fondi su altri all’interno della stessa missione; quelle che prevedono proprio la cancellazione degli investimenti dal Pnrr.
Tra le prime, per dire, c’è quella che rivede al ribasso il target di riduzione della “propensione all’evasione” rispetto al 2019 del 5% nel 2023 e del 15% nel 2024.
Il governo spiega di non poter centrare l’obiettivo per i “segnali di deterioramento della liquidità delle imprese”

Tra le seconde ci sono molte linee ferroviarie dell’Alta velocità al Sud (Roma-Pescara, di fatto definanziata, la Napoli-Bari, la Palermo-Catania etc.) dove – solo per evitare uno scontro con Matteo Salvini – quasi 1,3 miliardi vengono spostati su altre linee (magari all’interno degli stessi tracciati)

“Se Bruxelles non accetterà, valuteremo”

spiega sibillino Fitto

Tra le terze rientrano, appunto, i progetti cancellati.

La versione di Fitto è che si tratta soprattutto di progetti “in essere”, precedenti al Pnrr e inseriti solo per ridurre i costi di finanziamento, ma che o non centreranno i target temporali o non rispettano i criteri “green” della Commissione, come le strade (ed è curioso che lo si apprenda solo ora, dopo due anni).

Vengono così eliminati 6 miliardi per “la resilienza e la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni”, tra cui rientrano la prevenzione e mitigazione dei rischi idrogeologici, la messa in sicurezza di edifici pubblici, di strade, ponti e viadotti e l’illuminazione pubblica.
Sempre i Comuni perdono 110 milioni per il verde urbano ed extraurbano e 3,3 miliardi affidati al ministero dell’Interno per la “rigenerazione urbana” volta a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Via anche i 2,4 miliardi dei “piani urbani integrati” nelle grandi città.

La parte più spinosa, che scatena le proteste dell’opposizione riguarda gli 1,3 miliardi tolti ai progetti per il dissesto idrogeologico, il giorno dopo l’annuncio di Giorgia Meloni di un nuovo “grande piano” sul tema.

Fitto assicura che i progetti finiranno a carico del Fondo di sviluppo e coesione o del Fondo di coesione. Intanto però il governo vuol dirottare i soldi per la ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna.

Spariscono anche 1 miliardo per la decarbonizzazione dell’Ilva, 724 milioni per servizi e infrastrutture sociali delle aree interne; 675 milioni per gli impianti innovativi e 300 per la “valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” (“gravissimo”, protesta Libera). Forse, come assicura Fitto, verranno finanziati con altri programmi. Di certo, però, molti non entro il 2026

🔹Fitto riscrive il Pnrr.
Spariscono i miliardi per alluvioni e disastri

Il ministro: le misure saranno rifinanziate

I comuni sul piede di guerra.

Fuori dalla lista le ferrovie di Salvini: Roma–Pescara e Palermo-Catania

Decaro (ANCI): Per 13 miliardi di fondi PNRR dei Comuni il governo propone altre fonti di finanziamento

“I Comuni chiedono garanzie”

Dopo la cabina di regia sul PNRR, il presidente dell’ANCI Antonio Decaro ha dichiarato:

“Abbiamo appreso oggi che, nell’ambito della rimodulazione dei finanziamenti, si propone di spostare sul programma RePower EU 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l’impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate per le tre linee di intervento per le piccole e medie opere, per la rigenerazione urbana e per i Piani Urbani Integrati delle grandi città.

“È una notizia che ci colpisce molto – ha aggiunto Decaro – perché vengono spostate le risorse che erano state assegnate alle uniche amministrazioni pubbliche che stanno già spendendo con efficienza e rapidità, mentre per esempio ci sono soggetti attuatori che non hanno ancora elaborato i progetti.

“Se nell’ambito della verifica con Bruxelles – prosegue Decaro – emergerà che alcuni fra i progetti finanziati ai Comuni non risulteranno compatibili con le indicazioni della Commissione Europea, allora sarà giusto sostituire i fondi del PNRR con risorse nazionali, come in cabina di regia ci è stato assicurato che verrà fatto. Tenendo sempre conto che questi progetti sono stati validati e ammessi al finanziamento dai ministeri, non ce li siamo inventati noi.

“Chiediamo al governo garanzie immediate sul finanziamento di queste opere che in molti casi, come per quelle finanziate dal Ministero dell’Interno, sono già state realizzate – ha concluso il presidente dell’ANCI”

🔹Cabina regia PNRR

Decaro:

“Altre fonti di finanziamento per 13 miliardi di fondi Pnrr? Chiediamo garanzie”

“Abbiamo appreso oggi che, nell’ambito della rimodulazione dei finanziamenti, si propone di spostare sul programma RePower EU 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l’impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate per le tre linee di intervento per le piccole e medie opere, per la rigenerazione urbana e per i Piani Urbani Integrati delle grandi città. Chiediamo al governo garanzie immediate sul finanziamento di queste opere che in molti casi, come per quelle finanziate dal Ministero dell’Interno, sono già state realizzate”

Dopo la cabina di regia sul PNRR, il presidente dell’ANCI Antonio Decaro ha dichiarato: “Abbiamo appreso oggi che, nell’ambito della rimodulazione dei finanziamenti, si propone di spostare sul programma RePower EU 13 miliardi di euro di fondi Pnrr che erano stati assegnati ai Comuni, con l’impegno che altre fonti di finanziamento andranno trovate per le tre linee di intervento per le piccole e medie opere, per la rigenerazione urbana e per i Piani Urbani Integrati delle grandi città.
“È una notizia che ci colpisce molto – ha aggiunto Decaro – perché vengono spostate le risorse che erano state assegnate alle uniche amministrazioni pubbliche che stanno già spendendo con efficienza e rapidità, mentre per esempio ci sono soggetti attuatori che non hanno ancora elaborato i progetti.
“Se nell’ambito della verifica con Bruxelles – prosegue Decaro – emergerà che alcuni fra i progetti finanziati ai Comuni non risulteranno compatibili con le indicazioni della Commissione Europea, allora sarà giusto sostituire i fondi del PNRR con risorse nazionali, come in cabina di regia ci è stato assicurato che verrà fatto. Tenendo sempre conto che questi progetti sono stati validati e ammessi al finanziamento dai ministeri, non ce li siamo inventati noi.
“Chiediamo al governo garanzie immediate sul finanziamento di queste opere che in molti casi, come per quelle finanziate dal Ministero dell’Interno, sono già state realizzate – ha concluso il presidente dell’ANCI”

🔹Pnrr, dissesto idrogeologico e idrogeno tra misure stralciate. 4 miliardi a Ecobonus

Sono 9 le misure per le quali il governo propone il definanziamento dal Pnrr, per un totale di 15,9 miliardi sui 191,5 complessivi del Piano di ripresa e resilienza.

Tra queste ci sono quelle “per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, l’”utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate” e la “valorizzazione dei beni confiscati alle mafie”

È quanto si legge nella sintesi della proposta di revisione del Pnrr e integrazione del RePowerEu diffusa al termine della Cabina di regia con il ministro Raffaele Fitto. Modifiche che riguardano “144 investimenti e riforme”, ha spiegato il ministro. L’esecutivo intende “salvaguardare” queste 9 misure “attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il Piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione”, viene spiegato nello stesso documento.

Nel Pnrr entra inoltre il capitolo RepowerEu con le misure per accelerare la transizione green e l’autonomia energetica del Paese.
“Uno dei punti più qualificanti del Piano RePowerEu riguarda l’Ecobonus, dedicato espressamente alle abitazioni private. Attraverso lo strumento tradizionale della detrazione fiscale, ma con alcune importanti e sostanziali correzioni, la nuova misura del Piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni”, si legge ancora nella sintesi.

“La dotazione del provvedimento – viene spiegato – è di 4mld e si basa sulle consuete detrazioni fiscali, ma, a differenza del passato, con vincoli stringenti che le renderanno disponibili solo le fasce a basso reddito”

Il Mit ha presentatoin Cabina di Regia una proposta che riguarda la rimodulazione di parte dei progetti di propria competenza. Nessuna rimodulazione finanziaria, invece, ha riguardato investimenti di competenza dei Comuni.

Si tratta di modifiche riguardanti aspetti tecnici: gli oltre 39 miliardi di risorse finanziarie da destinare alle infrastrutture e ai sistemi di trasporto, riferisce il Mit in una nota, saranno interamente spesi, come da programma.

In più il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini ha avanzato, tramite i propri uffici, proposte per ottenere ulteriori 2 miliardi di finanziamenti per rafforzare le misure a supporto delle perdite idriche, del trasporto rapido di massa e dei treni intercity 

Inoltre, sui fondi RepowerEu, il Mit ha chiesto fondi aggiuntivi per 1,5 mld per l’efficientamento energetico nelle case popolari, 400 mln per elettrificazione delle banchine nei porti per ridurre le emissioni inquinanti e 600 mln per nuovi vagoni per i treni pendolari e il trasporto pubblico locale.

Escluse dal Pnrr perché realizzabili con tempi non più compatibili con la scadenza del 2026 la tratta ferroviaria Roma-Pescara, due lotti della Palermo-Catania e una parte degli investimenti per l’Ertms (European Rail Traffic Management System)

Le risorse saranno utilizzate su altri lotti delle tratte Napoli-Bari e Palermo-Catania

Salvini, riferisce il Mit, ha impegnato gli uffici del dicastero di Porta Pia affinché tutte le opere non ricomprese nel Pnrr ma ritenute strategiche siano contestualmente finanziate da altri programmi.

La Roma-Pescara è confermata ma riceverà finanziamenti alternativi ai fondi Pnrr

Lo sottolineano fonti del Mit.

Nella sostanza, quindi, per i cittadini che attendono l’opera non ci saranno cambiamenti

La scelta di rimodulare i finanziamenti è figlia della situazione ereditata dall’attuale governo, in carica da circa nove mesi. In particolare: gli interventi della Roma-Pescara lotti 1 e 2 Scafa-Manoppello e Manoppello-Interporto stanno risentendo del ritardo dell’iter che doveva concludersi entro giugno 2022 con avvio gara ad agosto 2022 e aggiudicazione a febbraio 2023.
Si ricorda che l’attuale governo è in carica dall’ottobre 2022.
La proposta di rimodulazione dei finanziamenti PNRR ha tenuto conto di quanto sopra in via cautelativa.

Nel corso della seduta di oggi delle commissioni riunite I e XII della Camera dei deputati sono stati approvati importanti emendamenti al dl Pa Bis di interesse per il sistema scolastico.


Con emendamento dei relatori, nella consapevolezza della necessità di rafforzare le segreterie scolastiche in questa fase nella quale le scuole sono chiamate ad attuare la parte più consistente delle azioni previste dal Pnrr, si è previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro per il 2023, così che, già a partire da settembre, le scuole possano dotarsi di personale amministrativo aggiuntivo, ivi compreso quello ausiliario.

I fondi sono stati reperiti nella disponibilità del ministero dell’istruzione, in considerazione del mancato avvio dei percorsi universitari di abilitazione.

Si interviene, poi, con emendamento sostenuto dall’intera maggioranza, sui percorsi di abilitazione del personale precario della scuola, sia statale sia paritaria, valorizzando per entrambe le categorie l’esperienza professionale già prestata nel sistema nazionale d’istruzione ai fini dell’accesso ai percorsi di abilitazione da 30 Cfu: sarà necessario per partecipare aver svolto sevizio per almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui uno almeno nella classe di concorso per la quale si sceglie di abilitarsi.

Inoltre, poiché l’avvio dei percorsi abilitanti necessiterà di tempo per entrare a pieno regime e soddisfare, anno per anno, la richiesta di abilitazioni da parte di tutti gli interessati, si prevede che per i prossimi tre anni, nei casi in cui non si renda possibile l’iscrizione ai percorsi abilitanti per difetto dell’offerta formativa, ai soli fini delle procedure di riconoscimento delle scuole paritarie, si possa prescindere dal possesso dell’abilitazione da parte dei docenti che abbiano almeno tre anni di servizio negli ultimi dieci.

Grazie a un’ulteriore misura, famiglie e studenti avranno a disposizione una Piattaforma unica come canale di accesso a tutti i servizi offerti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito dedicati a orientamento, offerta formativa, arricchimento dell’esperienza scolastica, fruizione di prestazioni a sostegno del diritto allo studio.

Ai fini dell’erogazione di contributi economici a studenti e famiglie, il Mim potrà inoltre acquisire dall’Inps i dati relativi all’indicatore sulla situazione economica equivalente (Isee), rendendo così più agevole l’individuazione dei beneficiari e l’erogazione dei sostegni economici (per esempio borse di studio, contributi per viaggi di istruzione.

“Con queste misure, si potenzia la scuola, sostenendola nell’attuazione del Pnrr e dando una risposta ai docenti precari sia delle scuole statali che paritarie, si semplificano le procedure per l’accesso ai servizi scolastici e per l’erogazione degli aiuti: grande attenzione ai lavoratori della scuola e alle famiglie”

ha commentato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara 

#sapevatelo2023

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