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NEL CENTRODESTRA SI SGOMITA

Dal capoluogo alla Regione, alleati occupati nella costruzione di strategie per prendere i posti migliori

Quando Bardi, Pepe, Casellati e Quarto, in piena tempesta relativa alla situazione del Comune di Potenza, hanno pubblicato la foto di rito che suggellava l’intesa raggiunta a Roma con la frase che sottolineava l’armonia ritrovata, eravamo stati facili profeti nel dire che si trattava di frasi formali senza sostanza. I protagonisti della foto si sono prodigati a farci sapere che, in realtà, l’accordo c’era anche se non era possibile conoscerne il contenuto. Avevamo immaginato che un accordo segreto non potesse essere un grande accordo e abbiamo provato a chiedere ai protagonisti di farci sapere di più ma tutti hanno tenuto le bocche cucite. L’unica cosa che siamo riusciti a sapere era che lo strappo consumatosi a Potenza con Forza Italia sulla nomina di Napolitano all’ACTA avrebbe avuto delle compensazioni altrove, verosimilmente in Regione.

È TUTTO DA RIFARE?

Quello che, invece, ci sembra di capire è che in realtà il segreto non era stato mantenuto soltanto nei confronti di noi poveri ed umili artigiani dell’informazione ma anche nei confronti dei dirigenti romani dei partiti. In particolare la questione riguarda Fratelli d’Italia il cui segretario regionale, a quanto pare, non aveva ricevuto nessun mandato a trattare nulla. Come noto, infatti, la linea politica di Fratelli d’Italia da Roma invita i suoi rappresentanti sul territorio a non avanzare nessuna richiesta al Governatore Bardi e di non favorire nessuna nomina negli enti subregionali fino al termine della legislatura. I nuovi nomi saranno indicati nella prossima legislatura. Fino ad allora tutto deve rimanere fermo così com’è e, soprattutto, Fratelli d’Italia non parteciperebbe a nessuna spartizione rinunciando a qualsiasi postazione. Il Partito del Presidente del Consiglio, infatti, non avrebbe ancora digerito quelli che dalle parti di Via della Scrofa ritengono essere degli autentici affronti subiti nel momento in cui uomini di stretta fiducia ed indicati dal Partito sono stati rimossi dal Presidente. L’approccio di Fratelli d’Italia a Roma nei confronti di Bardi, infatti, sarebbe ancora molto freddo non avendo ricevuto dal Generale nessuna spiegazione su alcune scelte compiute in disaccordo con i vertici romani del partito e, soprattutto, alcuna compensazione neanche morale per alcune revoche volute da Bardi. Fino al chiarimento, dunque, l’ordine romano non prevede la possibilità che FdI si sieda al tavolo delle trattative in Regione Basilicata. La mossa deve farla Bardi e deve farla seriamente se vuole che il partito del Presidente del Consiglio riprenda il dialogo. Con queste base, a quanto pare, l’accordo raggiunto a Roma anche da Quarto, in quanto riguarderebbe anche postazioni regionali, sarebbe stato disconosciuto dai vertici romani. Se così è, allora, è tutto da rifare e nessun accordo è stato raggiunto. Siamo stati facili profeti nel dire che un accordo che non si può rivelare lascia sicuramente qualcosa di irrisolto. La chiarezza, infatti, è sempre proporzionale alla linearità delle decisioni.

COSA ACCADE NELLA LEGA?

A fregarsi le mani della situazione è Pasquale Pepe che, dopo un periodo di appannamento dovuto alla sua non rielezione in Senato, è riuscito a riacquisire centralità politica grazie alle sue doti tattico-strategiche e alla sua capillare presenza sul territorio. Il Sindaco di Tolve, infatti, è riuscito a risolvere in una sola mossa due problemi. Con l’accordo romano ha sminato i pericoli che si stavano frapponendo tra Guarente e la fine serena della consiliatura e ha fatto emergere tutte le contraddizioni interne a Fratelli d’Italia. Ha rinforzato se stesso e ha indebolito i suoi competitor nella corsa per la prossima Presidenza della Giunta Regionale. Certo la situazione nella Lega non è tutta rose e fiori. Possibile che nessuno si interroghi sul perché Guarente abbia preferito l’indicazione di Cannizzaro a quella di Forza Italia in merito al vertice dell’ACTA? Possibile che nessuno si chieda se sia solo il fato ad aver determinato che questa centralità decisionale di Cannizzaro coincida con il suo avvicinamento alla squadra che Chiorazzo sta mettendo in campo in previsione delle prossime elezioni regionali? Non è che, mentre Pepe elabora strategie ed azioni per acquisire la leadership del centrodestra, rischia di perdere qualche pezzo a beneficio di ipotesi più centriste?

FORZA ITALIA SI RIORGANIZZA?

Se a livello nazionale Tajani ha annunciato una nuova prospettiva per Forza Italia acquisendone in pieno la guida dopo la morte di Berlusconi, le cose non sembrano così serene sul territorio. Sicuramente il commissario regionale scelto da Tajani, l’On. Casellati è una figura autorevole capace di mettere insieme tutto il partito ma, a quanto pare, la distanza quotidiana dalla nostra terra rende difficile un controllo quotidiano del partito. La vicenda ACTA in “qualche modo” si è chiusa e il Ministro Casellati annuncia che Forza Italia sarà “in qualche modo” centrale anche nella prossima legislatura. Il vero problema, però, sembrerebbe essere il modo. Come è stata risolta la situazione? Come mantiene la sua centralità Forza Italia nella prossima legislatura? Tra gli alleati qualcuno inizia a ricordare che, anche sul fatto che Casino sarebbe stato assessore regionale all’Agricoltura, Casellati era stata certa nelle sue dichiarazioni.

MOLTI INTERROGATIVI

Come si può notare questo articolo è un articolo di domande. Non abbiamo certezze né ne immaginiamo. Il centrodestra potrebbe avere la vittoria elettorale in tasca. Può perdere le elezioni solo non sciogliendo in tempo i nodi che si stanno legando nei momenti decisionali. Servirebbe più chiarezza e più trasparenza. La tattica e la strategia in politica sono importanti ma di tatticismi eccessivi molto spesso si muore.

Di Massimo Dellapenna

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