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PAYBACK SANITÀ, PER L’AFORP È NECESSARIA UNA PROROGA

Tempi stretti, l’allarme: «così aziende in crisi»

Come prevedibile, sul payback sanitario l’inevitabile richiesta di proroga. L’AforP raccolte le preoccupazioni di tutte le imprese associate e i tempi molto brevi, «chiede al Governo Meloni e alla presidenza della Regione Basilicata, attraverso le sue rappresentanze istituzionali, l’immediata sospensiva dei pagamenti per consentire alle aziende di poter procedere nella dignità del proprio diritto nella certezza del credito». «Non si può procedere a richiedere i pagamenti del payback in soli 8 giorni dalla scadenza – ha specificato la presidente Gloria Guida -, perché la decisione del Governo lucano, mette in crisi tutte le imprese della sanità generando incertezze e soprattutto rischia di danneggiarle fortemente e lede il diritto costituzionale della libertà d’impresa». Domani previsto un incontro a Roma tra l’Aforp e il presidente della terza Commissione Sanità, mentre venerdì col vice Ministro. La Regione Basilicata era l’unica a non aver comunicato alle tantissime aziende del settore quanto, secondo i calcoli del Dipartimento, le stesse do- vrebbero versare in riferimento al superamento del limite di spesa per dispositivi medici per agli anni 2015-2018. Venerdì scorso lo ha fatto. Tra le varie problematiche, quella dei tempi. Il Decreto Legge 34 del 2023, successivamente emendato dalla legge di conversione 56, ha stabilito, per le aziende fornitrici, la possibilità di estinguere il debito relativo al payback dovuto per gli anni citati me pagando, entro il prossimo 31 luglio, un importo ridotto pari al 48% di quello determinato. La Regione Basilicata ha calcolato che, rispetto al 100%, la quota complessiva che le ditte dovranno trasferire alle Aziende sanitarie del sistema sanitario regionale a titolo di payback è di 9milioni e 757mila euro. Il bivio per le aziende: pagare di meno e subito, o adire le vie legali. Il pagamento entro fine luglio estingue l’obbligazione gravante sulle aziende fornitrici, precludendo loro ogni ulteriore azione giurisdizionale. Nel caso in cui, invece, le ditte non rinuncino al contenzioso, se soccombenza, allora l’importo da versare non beneficerà di alcuna riduzione e resterà quello previsto corrispondente al 100%.

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