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DON SCIOIA, UNA NUOVA POLTRONA DONATA AL CROB

Un gesto di altruismo grazie ai suoi tanti amici: il parroco palazzese fece la chemio e si adoperò per i malati

 

 

 

Don Nicola Scioia fu parroco di Palazzo San Gervazio ma continua a vivere non solo nei cuori di chi l’ha conosciuto, ma anche attraverso opere d i bene.
Lo avevamo raccontato a dicembre dello scorso anno, quando fu donata una poltrona per la chemioterapia al Crob di Rionero, perché anche lui era stato in cura presso il Centro.

Ma la buona nuova è che «lo scorso 14 luglio è stata consegnata un’altra poltrona ospedaliera al day hospital oncologico di Rionero in Vulture – spiega a Cronache il fratello Michele- e verrà resa utilizzabile in reparto a partire da oggi 19 luglio, dopo la benedizione ad opera di Don Giuseppe Cacosso, parroco della chiesa di S. Marco Evangelista in Rionero, compagno di studi e amico di don Nicola, ed insieme ha partecipato  anche Don Enzo Fiore della Diocesi di Roma, originario di Palazzo e amico di Don Nicola. Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco, gli amici e i parrocchiani di don Nicola, il dott. Michele Aieta, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica, il personale medico, infermieristico, socio sanitario e la famiglia di Don Nicola».

Una nuova poltrona dunque «acquistata grazie alla spontanea generosità di alcuni amici e parrocchiani di Palazzo S.Gervasio, per mantenere vivo il ricordo di mio fratello. Anche loro hanno quindi voluto, in suo ricordo, proseguire ciò che aveva iniziato: l’attenzione al prossimo e ai più deboli, l’impegno in prima persona per una sanità pubblica più vicina alle persone e più efficiente -prosegue a raccontarci il signor Michele- il dire grazie ai tanti medici, agli infermieri, agli OSS e ai tanti lavoratori che quotidianamente svolgono il loro lavoro per alleviare le sofferenze di tanti, lo spronare tutti affinché ciascuno possa fare, con spirito cristiano, quanto possibile per il bene di tutti».

Cronache raccontò già la vita di Don Nicola che combattendo contro un tumore narrava la sua storia come paziente al Crob: «Luogo accogliente, ma che va rinforzato» asserì nella lettera aperta indirizzata al Governatore Bardi. «Il tumore si combatte dando speranza e fiducia che qualcosa cambierà» scriveva, ed in effetti, qualcosa è cambiato.
«Accolse da malato oncologico il disagio e la sofferenza dei malati in cura a Rionero – ci spiegava il fratello- e accolse anche il disagio dei tanti sanitari, medici ed infermieri, impegnati oltre ogni limite a dare le giuste cure a tutti i pazienti.

Lo stesso Don Nicola fece la chemioterapia seduto su una sedia, ma oggi grazie all’impegno di tanti, i pazienti che si sottopongono alla chemio avranno un’ulteriore poltrona, che potrà alleviare almeno un po’ la fatica e le sofferenze della cura.
«Ovviamente la sola poltrona non risolve “il” problema, ma risolve “un” problema -sottolinea il fratello- ma l’iniziativa presa da mio fratello si rivela oggi essere un primo piccolo tassello realizzato».
Purtroppo la sua vita fu spezzata dalla malattia, ma come disse il Vescovo durante la messa esequiale “l’operato di Don Nicola non finisce con la morte corporale, ma se ne parlerà ancora, continuerà a far rumore”, ed oggi questo segno è tangibile e Don Nicola continua ad essere presente con fatti concreti, per il tramite della sensibilità e buona volontà delle persone.

Il sacerdote era amatissimo dalla comunità di Palazzo S.Gervasio, fu uomo mite, sereno, felice di servire gli altri, fino alla fine.

 

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