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ITALIA VIVA, IL ROMPICAPO BASILICATA

Il progetto “terzo polo” sembra naufragato, da Campobasso a Torino IV sceglie il cdx. Regionali, i renziani potrebbero guardare altrove: prove assenti, ma già molti indizi

Il dado è tratto? Non proprio ma quasi. Parliamo della collocazione di Italia Viva nella zona geografica compresa tra Contursi e Ginosa, tra Candela e Tortora. Mancano le prove, ma gli indizi ci sono tutti: i lucani di Renzi hanno messo la freccia a destra. Poi tutto può accadere visto il tempo che intercorre tra il presente e il futuro delle scelte definitive, ma sia per strategia che per indirizzo nazionale questo è quello che emerge dalle vicende ultime. E la corsa solitaria al centro? Non si farà. O per dirla tutta, qualche centrista magari una lista di bandiera pensa ancora di farla per ambire con un po’ di fortuna a eleggere un consigliere in solitaria. Ma quelli che ambiscono a postazioni e numeri più importanti si stanno arrendendo al fatto che il Terzo polo sia stata una esperienza già messa in archivio. Insomma il Terzo polo difficilmente sarà presente con candidati e liste alle prossime elezioni regionali della Basilicata che non ci dimenticheremo mai di ricordare: si svolgeranno tra poco meno di un anno e non esattamente dopo domani. Ma la voglia di ‘urne’ è così forte dalle parti di via Verrastro e soprattutto per chi per diverse ragioni aspira a “trasferirsi”, che la scacchiera è apparecchiata e i giocatori si sono già seduti. Nonostante l’afa di luglio e nonostante ancora ci sia tanta confusione sotto il cielo. Va detto anche altro. La legge elettorale regionale (che più di qualcuno definisce ‘sciagurata’) non agevola inoltre scenari tripolari; sembra studiata e ragionata per un sistema bipolare: dei 21 consiglieri regionali i due terzi vanno alla coalizione vincente. Il resto a chi arriva secon- do. Per gli eventuali terzi sfidanti solo le briciole con il candidato presidente non eletto. Questo per le questioni locali. Poi c’è tutto il nazionale con la novità rappresentata dalle parole del big di Italia Viva, Ettore Rosato che pure delle questioni del- la Basilicata è edotto vista la frequentazione assidua dei palchi lucani negli ultimi anni. In una recentissima intervista a Repubblica lo ha detto trasparente senza foschie: “Nel 2024 non andremo da soli. La sinistra non è in grado…”. La frase non è sibillina: non da soli e la sinistra non sarebbe in grado. Quindi? Resta il centrodestra. Oltretutto l’ultimo precedente parla chiaro: in Molise Italia Viva ha scelto il centrodestra vincendo ed eleggendo. E Rosato quelle parole le ha dette a Torino in prospettiva elezioni regionali in Piemonte del 2024 proiettandosi su Cirio candidato governatore per il centrodestra. Qualcuno potrebbe obiettare che in Basilicata, ex regione rossa dalla lunga tradizione ‘cattocomunista’, ci possano essere quelle condizioni che Rosato non vede in altri contesti. Tanto che in alcuni ambienti già si fanno calcoli pensando a qualche nome esterno o a ex direttori generali da investire del ruolo di come nuovo ‘profeta’ della restaurazione del vecchio sistema. O per vederla in positivo, un Di Nardo del terzo millennio in grado di rimettere centro e sinistra insieme per sconfiggere la destra. Allora lo spauracchio era Berlusconi, oggi è Meloni. Ma in Basilicata i partiti più strutturati come il Pd sono pieni di colonnelli messi in ‘pausa’ dagli elettori che però di andare in pensione definitivamente proprio non ne hanno voglia. E considerando sempre che con questa legge regionale – e con un candidato presidente esterno al Pd o ai 5 stelle – per loro ci sarebbe davvero poco spazio, le condizioni per un qualcosa di diverso dal centrodestra in grado di vincere paiono davvero ridotte. E così si torna alla frase di Rosato: nel centrosinistra non sono in grado… O no?

Di G. D’Angelo

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