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BASILICATA, DROGA IN AUMENTO

Crescono le denunce, anche quelle di minori. A Potenza siringa ai giardinetti di piazza Bologna

In calo rispetto al 2021, ma comunque, in Basilicata e nel 2022, le operazioni antidroga sono state superiori a 100, 103 rispetto alle 162 dell’anno precedente. Delle 103 operazione, 57 nel Potentino e 46 nel Materano. In base alla tipologia di stupefacente sequestrato su territorio lucano, registrato un aumento del 59,42% in relazione all’hashish. È uno dei dati che emergono dalla relazione annuale 2023 della Direzione centrale per i servizi antidroga riportante le attività e i risultati delle Forze di Polizia italiane nella lotta al narcotraffico nel 2022. Tenendo conto della tipologia di sostanza stupefacente oggetto di sequestro, in Basilicata, così la graduatoria delle operazioni: al 1° posto quelle per cocaina, poi hashish, marijuana ed eroina. Anche se, a livello di quantitativo sequestrato, sugli oltre 34 chilogrammi complessivi, oltre 23 sono stati di marijuana. Meno operazioni in Basilicata, rispetto al 2021, in percentuale, gli interventi di polizia sono aumentati solo in tre regioni, rispettivamente Trentino Alto Adige, Marche e Umbria, ma più persone segnalate all’Autorità giudiziaria: dalle 313 del 2021, alle 337 nel 2022 (più 7,67%), di cui 301 uomini e 36 donne. Delle 336 segnalazioni, 146 sono state relative al traffico di stupefacenti e 191 all’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga (più 105,38% rispetto al 2021). Seppure lievemente, in calo gli stranieri segnalati alla A.G., 33 rispetto ai 37 dell’anno precedente, in prevalenza di nazionalità nigeriana, ma in aumento (più 250%), le denunce riguardanti i minorenni. Nel 2022, 2 decessi riconducibili all’abuso di sostanze stupefacenti: soltanto uno, nel 2021. In merito, dal 2013 al 2022, la Basilicata ha numeri bassi rispetto alle altre regioni italiane: le annalità peggiori sono, con 3 morti, quelle del 2015, 2016 e 2018. In riferimento alla distribuzione regionale delle persone segnalate all’Autorità giudiziaria, nel 2022 solo in Basilicata, Molise e Trentino Alto Adige, la variazione è stata positiva. Come più volte segnalato dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, in Basilicata, soprattutto nella provincia di Matera «agiscono diversi e nutriti gruppi di albanesi» che, ricorrendo anche alla sinergia «con i sodalizi mafiosi autoctoni», si sono rivelati molto attivi nel traffico degli stupefacenti. Per la Direzione centrale per i servizi antidroga, dal monitoraggio delle attività illecite orbitanti intorno agli scali portuali del versante adriatico del territorio italiano, tra i se- questri più ingenti quello di circa 990 kg di marijuana effettuato in Puglia, per il quale è accertata la provenienza albanese, «confermata la tesi che configura una possibile rimodulazione dello scena- rio operativo». I rinvenimenti di marijuana, nelle regioni prospicienti il Mare Adriatico, tradizionalmente luogo di sequestri frontalieri di sostanze provenienti dalla penisola balcanica, sono risultati fortemente ridimensionati rispetto al 2021 (Abruzzo -73,08%, Puglia -41,05%, Basilicata -51,36%, Marche – 37,4%, Molise -99,69%). Da un lato, sembra funzionare l’azione di contrasto, svolta dalle autorità di Polizia dell’Albania, anche con l’ausilio di assetti aerei della Guardia di Finanza italiana, impiegati in attività di sorvolo del territorio albanese, che ha verosimilmente ridotto i flussi di importazioni di marijuana, via mare, tra le sponde italiane e albanesi. Su altro fronte, invece, circa i profili di cambiamento delle strategie operative delle organizzazioni criminali , oltre alla possibile rimodulazione delle rotte, l’ipotesi, già in parte confermata dal dato relativo alle piante di cannabis sequestrate, del sempre maggiore consolidamento di una produzione “outdoor” sul suolo italiano, «soprattutto nelle regioni meridionali». Se nel Nord (8,15%) e nel Centro Italia (15,04%), la minaccia appare ancora contenuta, «nel Sud si registra, anno dopo anno, un elevato numero di sequestri di piccole piantagioni, volte a soddisfare la domanda locale». Ad ogni modo, solo l’«andamento di questa tipologia di sequestri nelle annualità future, potrà chiarire». Sugli scenari futuri, altro monito della Direzione centrale per i servizi antidroga, il seguente: «La criminalità organizzata ac- canto ai tradizionali sistemi sfrutta la rete internet e i sistemi di comunica- zione criptata». Attraverso siti che operano nel “Dark Web”, resi accessibili esclusivamente tramite sistemi di crittografia, più difficoltosa l’identificazione dei soggetti coinvolti ed il tracciamento dei relativi pagamenti. Sfruttando surrettiziamente le potenzialità offerte dal web, «troppo spesso ritenuto una zona “franca” in termini di facilità di accesso e di “anonimato”», gli acquirenti possono effettuare ordini telematici e ricevere a casa lo stupefacente, tramite spedizioni postali. Le articolazioni specializzate delle Forze di Polizia, tuttavia, hanno accresciuto, nel tempo, la propria capacità di intervento nel territorio virtuale di “Internet” e sono impegnate nelle attività di ricerca dei “marketplace”, che operano nel “surface” e nel “deep web”, «misurandosi sempre più efficacemente con questa insidiosa modalità di implementazione della domanda, caratterizzata da un elevato ricorso all’utilizzo di particolari software di “anonimizzazione” e di delocalizzazione e dall’uso di criptovalute, difficilmente tracciabili per l’individuazione delle transazioni e dei fornitori dello stupefacente».

Di A. Carponi

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