BasilicataBlog

CSX E IL CELESTIALE SOCCORSO

REGIONALI- Nel cdx i sussulti non scompigliano l’ordine: per vincere basta rimanere unit
I cattocomunisti calano il jolly per tentare di restaurare il vecchio logoro sistema

Una cosa va detta per i lettori un po’ confusi: le elezioni per il rinnovo del Governo politico della Basilicata si svolgeranno nella tarda primavera del 2024. Insomma, senza trucchi e senza inganni, i lucani saranno chiamati alle urne tra non prima di 10 o 11 mesi. Si tratta, da Oslo alla più remota delle isole del Sud Pacifico, di un tempo ragionevolmente lungo nella vita degli individui normali. Ma non in Basilicata evidentemente dove in alcuni ambienti deve essersi svi- luppata una sindrome di amnesia collettiva con effetti si- gnificativi sulla capacità di autocritica.

ELEZIONI POLITICHE: PIÙ UN FASTIDIO CHE UNA FESTA DI DEMOCRAZIA

Lasciando da parte questione mediche e sanitarie, almeno per il momento, la questione è tutta politica e riguarda solo aspetti umani come le aspirazioni personali, gli interessi di bottega o una poco edificante voglia di rivincita se non proprio di vendetta. Tutti sentimenti che dopo 4 anni dalle ultime elezioni sono emersi allo scoperto. E questo poco si concilia con il mondo reale: per i lucani, quelli che la mattina vanno al lavoro per qualche migliaia di euro all’anno come quelli che vedono i propri figli laureati stabilirsi a centinaia di chilometri dal letto in cui sono cresciuti e anche quelli che arrivano tra mille peripezie alla fine del mese, le elezioni sono diventate più un fastidio che una festa di democrazia. Ma questo, evidentemente, continua a sfuggire a classe dirigente ormai arresa allo spopolamento non solo anagrafico ma soprattutto elettorale. Dall’altro lato, invece, la scacchiera è sul tavolo e i pezzi forti iniziano a posizionarsi. Non a caso alcuni dei luoghi simbolo delle ultime campagne elettorali ini- ziano a essere di nuovo frequentati. Negli ultimi dieci giorni, infatti, il Motel Park ha ospi- tato una sorta di pellegrinaggio di quelli che sembra ieri che erano ancora giovani e rampanti e che ancora però non hanno capito come hanno fatto a distruggere quella macchina perfetta e invincibile che era il partito regionale alias centrosinistra.

“LE GRANDI MANOVRE” DEL CENTROSINISTRA

In ogni caso la riunione c’è stata e alla fine pare che non siano emersi “veti” decisivi con il leader lucano del Movimento 5 Stelle, Lomuti che avrebbe aperto anche a una alleanza con Pittella presidente «purchè il candidato governatore sia un politico», pare abbia detto tra i sospiri di sollievo degli altri maggiorenti. Ma le cose vanno veloci e mercoledì le “grandi manovre” si sono spostate al Seminario maggiore di Potenza con una kermesse in cui il sacro ha tenuto a battesimo quello che potrebbe essere il prossimo candidato presidente del Centrosinistra o almeno di una parte di esso: Angelo Chiorazzo. L’imprenditore vicino agli ambienti cattolici non solo lucani ma soprattutto romani. Il suo nome come papa- bile candidato governatore è in circolo da mesi ma la presentazione del documento del Cral avvenuto mercoledì pomeriggio a Potenza al Seminario maggiore ed enfatizzato sul sito della Conferenza episcopale di Basilicata è una accelerazione importante. Il documento, e soprattutto la retorica con cui è stato accompagnato, lascia poco spazio alla fantasia: “Segni disperanza-Costruttori di futuro”. Una parte dei vescovi lucani hanno immaginato una sorta di vademecum elettorale con un titolo che senz’altro piace a quelli della sinistra “controrivoluzionari” che uno slogan senza la parola “futuro” proprio non riuscivano a immaginarlo. E forse potrebbe piacere anche a quel Roberto, ex ministro che alla fine anche se in minuscola è comunque citato (e tutto fa marketing e non si dica il contrario). A scanso di equivoci va detto che qualche suo fedelissimo, Speranza pure non lo ha fatto mancare all’incontro del Cral. Ma soprattutto c’era Angelo Chiorazzo in prima fila, non defilato ma sapientemente seduto al centro con aria seria e impettita di chi non è passato certo per caso. E con lui mezzo centrosinistra storico, qualche reduce di mille battaglie, un pò di sindacati, un imprenditore e dirigente di una squadra di calcio con il suo fedelissimo portavoce degli ultimi due presidenti di Regione, un pò di associazionismo cattolico e cose del genere. A questo promessa di “matrimonio” tra mondi distanti a parole, ma spesso vicini nei fatti, era presente anche l’assessore regionale Cosimo Latronico che dei mondi cattolici è sempre stato testimone. Ora a dirla tutta qualcuno mancava. Mancava Metternich, quel Klemens Metternich che ispirò con sogni restaurazionisti il Congresso di Vienna del 1814-1815 per riportare l’Europa all’assolutismo e all’Ancien Régime che la caratterizzavano prima delle invasioni napo- leoniche e della Rivoluzione Francese. Se qualcuno si prendesse la briga di leggere il documento del Cral e quello del Congresso di Vienna sono certo troverà più di qualche similitudine tranne per i nomi. La verità è che dopo 4 anni ancora c’è chi ritiene Vito Bardi un usurpatore e la vittoria del centrodestra un errore della storia. Ma il tempo non torna indietro. Anche perchè la questione è abbastanza chiara: il centrodestra è più sintonizzato con la gente di quanto il vecchio sistema riesca a percepire. Del resto, le elezioni in mezza Italia lo dimostrano e soprattutto solo un centrodestra magari diviso contro “il resto del mondo”(che in Basilicata sta assumendo sempre più i connotati di una nostalgica baraonda cattocomunista) potrebbe soffrire. Detto delle tante aspirazioni e del tentativo di restaurazione il punto vero però, è che sta emergendo troppa fretta di archiviare il presente per un “ritorno al futuro” che al momento mostra solo tanta confusione. Perché pensare che in un amen si possa passare da “uno vale uno” alla fiducia incondizionata all’uomo della provvidenza può servire alle carriere personali ma non certo a riempire voti nelle urne.

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