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STELLANTIS, L’ESTREMA DIFESA

Il Ministro delle imprese coi governatori che ospitano uno stabilimento rilancia sulla produzione e sul «sistema Italia»
Bardi concorda con Urso: serve un «Piano nazionale automotive» per salvare Melfi

Qualcosa si muove per le fabbriche automobilistiche italiana. Nella giornata di ieri, infatti, si è tenuto un incontro tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e i presidenti delle sette Regioni che ospitano almeno uno stabilimento dedicato alla produzione di veicoli: parliamo quindi di Basilicata, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise e Campania. L’impegno è «creare insieme a regioni e sindacati un sistema Italia dell’automotive che possa dispiegare al meglio i nuovi indirizzi politici, sia dal lato della domanda, sia dal lato dell’offerta» ha detto il Ministro. Da questo punto di vista l’esecutivo non intende assistere passivamente alla deindustrializzazione deisiti nazionali (del resto il nuovo titolo del MiSe impone proprio a quel dicastero la difesa di quanto viene prodotto in Italia): «Entro la pausa estiva – fa sapere Urso – il governo punta a siglare con Stellantis un accordo che contenga impegni su tre punti: tutela occupazionale, incremento dei volumi produttivi e mantenimento in Italia dei centri di ricerca». Lo stesso Urso ha definito la riunione «importante ed estremamente costruttiva per definire insieme le linee guida del piano nazionale sull’automotive». A proposito di questo piano, lo stesso ministro ha poi aggiunto che «dovrà concretizzarsi innanzitutto con un confronto e, mi auguro, con un’intesa di alto profilo e du- ratura nel tempo con il grande gruppo Stellantis».

DOPPIO OBIETTIVO

L’obiettivo? Da un lato aumentare le auto prodotte in Italia in generale, dall’altro investire anche con le risorse pubbliche in nuovi modelli, «quelli più sostenibili, nelle auto delle futuro, con tutta la straordinaria filiera dell’automotive, e riuscire a tenere insieme quel sistema industriale che ha fatto grande il nostro Paese». Insomma, a detta di Urso è necessaria una maggiore intesa tra Stato ed enti regionali: è l’unico modo, a suo dire, per accelerare la radicazione della produzione automobilistica nel nostro Paese. «Pensiamo di essere nella strada giusta, quella di mettere insieme tutti gli attori del sistema, lo Stato, il governo, le Regioni, i sindacati, le associazioni di impresa. Perché noi siamo un sistema Paese» le sue parole.

LA “STRADA” PER MELFI

Al tavolo del confronto anche il governatore lucano Vito Bardi. Il presidente come annunciato martedì in Consiglio regionale, ha portato sul tavolo ministeriale le istanze degli operai dello stabilimento di San Nicola di Melfi preoccupati dal rischio concreto di perdere il lavoro. Sono circa 1400 le uscite volontarie già firmate dal 2021 ma se ne prevedono altre all’orizzonte, per cui sono almeno mille gli operai che potrebbero tornare a casa con la transizione energetica. Ma ci sono anche i lavoratori dell’indotto e della logistica vessati dalla carenza di commesse, internalizzate dal gruppo. Dei tremila iniziali circa 900 hanno perso il lavoro. Una crisi nera che preoccupa i sindacati che hanno chiesto a Bardi di sollecitare il governo ad intervenire con la multinazionale per un ampliamento della produzione a Melfi non solo limitata ai 4 modelli full elettric. Da parte sua il presidente,subito dopo l’incontro ha fatto spere che «Le Regioni sono unite, accanto al governo, per ribadire la necessità di raddoppiare il numero di vetture Stellantis prodotte nel nostro paese. Con il piano nazionale sull’automotive, le regioni e il governo, insieme, metteranno in campo tutte le misure necessarie per difendere i lavoratori, le filiere produttive e i territori. La collaborazione del Governo Meloni con le regioni è un cambio di metodo e disostanza fondamentale per evitare che – nel caso dell’automotive – le scelte di Bruxelles abbiano poi conseguenze sociali ed economiche sui territori». Sulla questione lucana Bardi ha sottolineato che «Lo stabilimento di Melfi ovviamente è al centro di questo piano nazionale e ringrazio il ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, per l’attenzione sempre dimostrata verso la nostra regione. Il peso politico del governo nazionale e ilsostegno delle regioni rafforzano il paese intero nel dialogo con la multinazionale Stellantis. Così si difendono gli interessi nazionali e i lavoratori italiani, attraverso una strategia di politica economica forte e chiara, che necessariamente dovrà avere anche un respiro europeo, penso all’annoso tema dei microchip e a tutto il tema della transizione energetica». Nasce così la squadra Italia per l’automotive, perché, grazie al ministro Urso, per la prima volta le Regioni sono coinvolte nella definizione delle politiche nazionali sull’auto, in modo da fare fronte comune sulle sfide dei mercati

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