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DOPO PAPPATERRA TOCCA A PRIORE?

PARCHI – Al Pollino Tar conferma: giusto cambio presidente. Si accende una speranza per l’Appennino L

Domenico Pappaterra non ce l’ha fatta. Il Tar ha respinto il ricorso presentato dall’ormai ex Presidente del Parco del Pollino contro la decisione del Ministero del- l’Ambiente di dichiararlo decaduto. La giusti- zia amministrativa ha, dunque, decretato che la lunga storia dell’ex Parlamentare dell’Ulivo ed Ex Direttore Generale di Arpacal, dopo 16 anni di guida del Parco del Pollino finisce qui. Eletto deputato nell’Ulivo nel 2001, non rie- letto nel 2006, Domenico Pappaterra era stato messo a presiedere il Parco del Pollino nel 2007 e da quella data non si era più spostato dalla sua funzione. Durante la scorsa legislatura era stato deciso che le funzioni degli organi dovessero ritenersi prorogati per la realizzazione del Pnrr. Il Ministero dell’Ambiente non rite- neva che tale proroga valesse anche per i par- chi e la decadenza fu decisa a febbraio dalla di- rezione del Ministero dell’Ambiente che aveva interpretato in maniera restrittiva le norme in materia di proroga della carica degli organi in scadenza approvate dal Parlamento per ga- rantire la programmazione degli interventi del Pnrr nelle Aree Protette . L’ex Parlamentare dell’Ulivo ed ex Direttore Generale del Arpa- cal aveva impugnato la decisione davanti al Tar che, però, gli ha dato torto.

UNA NUOVA ERA

Inizia così la nuova storia del Parco del Pollino che, fino ad ora, non ha ben utilizzato le sue immense potenzialità attrattive ed ambientali. Ora spetterà al Ministero il compito di indicare ai presidenti di Calabria e Basilicata la ter- na dei nomi che i due governatori dovranno scegliere per il ruolo di commissario. Certamente, come è già accaduto per la vicina Campania, anche per la Basilicata inizia la nuova stagione dei Parchi naturali che, fino ad oggi, sono stati ad esclusivo appannaggio della sinistra che ha piazzato uomini suoi alla guida delle aree protette. La sentenza del Tar Calabria che apre la strada al cambiamento del management del Parco del Pollino, infatti, segue di pochi mesi il cambiamento che il Ministero dell’Ambiente ha imposto ai parchi del Vesuvio e del Cilento. Interessante notare come in tutti i casi ci sia stato un tentativo di fermare il cambiamento tramite vie amministrative ma che, seppur con modalità diverse, nessuno ha potuto impedire che l’acqua dei fiumi arrivasse al mare.

IL PARCO DELL’APPENNINO LUCANO

Resta sotto osservazione l’altro grande parco della Basilicata. Il Parco dell’Appennino Lucano è guidato da tempo da Priore che prima commissario, poi presidente, poi di nuovo com- missario si è distinto più per la propria capacità di risultare offensivo sui social che per il talento manageriale tanto da attirarsi gli strali del sindaco di Moliterno e Presidente della Comunità del Parco Antonio Rubino. Il Sindaco di Moliterno, infatti, ha denunciato a mezzo stam- pa come il Parco dell’Appennino Lucano sia sostanzialmente immobile e senza guida, incapace non soltanto di rilanciare il territorio ma anche semplicemente di gestire l’emergenza cinghiali malgrado abbia le risorse per farlo. I Parchi Naturali e le aree protette possono essere grandi volani di sviluppo se sono in grado di coniugare la difesa dell’ambiente uscendo da una visione puramente ideologicamente “immobilista” riuscendo a comprendere che il paesaggio da tutelare è il sinolo della natura e dell’intervento umano che lo ha modificato, cura- to e che ha la necessità di avere gli strumenti e le possibilità per continuare a viverlo. I Parchi Naturali della Basilicata, infatti, insi- stono su territori fortemente antropizzati, attraversano i comuni e tagliano tutto il territorio. La Basilicata può trovare da quei parchi e dal- la loro distribuzione una identità capace di costruire il polmone verde e il turismo ambientale capace di attirare la popolazione delle re- gioni vicine. Per farlo, però, c’è bisogno di quella visione e di quella capacità di management che fino ad ora le Presidenze Pappaterra e Priore non hanno dimostrato. Riuscirà il nuovo governo Meloni a dare una svolta definitiva da questo punto di vista? Lo vedremo nella celerità con la quale indicherà la terna per la Presidenza del Parco del Pollino e sulla decisione di agire per il Parco dell’Ap- pennino Lucano. Certo è che il nostro territorio non può più essere ostaggio di un ambientalismo furiosamente ideologico e amministrativamente immobile che si è dimostrato incapace di creare opportunità dalle immense ri- sorse

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