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ROCCANOVA, IL TEMPIO DELLE MAMME LUCANE

L’appuntamento con una ricerca dialogica su Comunità cariche di “risorse”

C’ è un interessante particolarità a Roccanova che questa settimana voglio richiamare in vista della Festa della Mamma di domenica 14 p.v. Ebbene il riferimento è alle cantine-grotte «scavate direttamente nel tufo in cui – come leggo dai siti dedicati – sono posizionate grossi botti di legno utili alla produzione del vino Grottino di Roccanova Dop», tanto da farle acquisire la nomina di “città del vino” a cura del Consorzio Enogastronomico della Basilicata. Il riferimento alla madre è dato dalle cantine-grotte quale metafora dell’utero femminile. Nell’utero, come nella culla, ci viene consegnata la vita, fin dalla sua potenza. La culla è la casa dove si vive bene, è il luogo del “giusto” (per noi) dove si sviluppa la propria identità. Nella culla si è protetti, si è amati, consolati, accolti. Si è nella madre, si è nel tempio della tenerezza, nel tempio dell’empatia. La madre è la terra che nutre, che dona, che riempie i nostri cesti, che ci sazia. La madre è responsabilità. È colei che accoglie e custodisce, ma senza possesso. La madre lascia liberi i figli e li spinge alla piena autonomia e al pieno sviluppo. La madre è colei che sana le ferite, che fa rinascere i figli. Essa consola ma non trattiene, è spazio libero, genera e indica l’armonia, il bello, il buono. La madre non incatena, è libertà, è dono di amore, è il santuario dell’amore. E in questo luogo sacro, santuario “avviene una simbiosi tra essere, pensare e agire, è possibile contemplare il frutto proprio del femminile”. Una riflessione ripresa da una pubblicazione a quattro mani che vorrei richiamare e condividere: Essere, cioè quell’identità propria che caratterizza ognuno di noi. E’ identità generata prima e aiutata poi a crescere (madre-figlia ed o figlio) che porta alla consapevolezza e alla scoperta del proprio sé. Pensare inteso come potere-scoperta di ciò che crea relazione dentro e fuori di sé. Pensare vuol dire fermare un sentire, una percezione, un’immagine in movimento. È la spiritualità più profonda che getta le basi del nostro equilibrio. Pensare è avere consapevolezza di ciò che mi appartiene, di ciò che sono, di ciò che intendo divenire. Agire infine esprime quell’azione che parte da un pensiero e quindi un’azione creatrice che inaugura un nuovo che diventa poi storia (per maggiori approfondimenti “Divenire donna e madre” di Bonabitacola-De Carlo, ed. Montecovello). Tornando a Roccanova, altra preziosità, come le cantine-grotte è la meridiana in piazza del Popolo oggi ancora funzionante, unica nel suo genere e tra le più belle della regione con i suoi simboli zodiacali ad indicare l’arrivo delle stagioni. L’orologio solare costruito nel 1882 da Telfi, ingegnere torinese nonché capitano dei bersaglieri che nel 1864 arrivò a Roccanova per combattere il brigantaggio. E anche qui il riferimento alla madre ritorna, come colei che previene ogni smarrimento, colei che orienta al Bene. Sarebbe interessante “ravvivare” questa festività per le nostre Comunità regionali, partendo proprio dai simboli presenti a Roccanova, magari con un evento dedicato al “ruolo della madre oggi”, fragilità e potenzialità in una società sempre più complessa. Un appello che rivolgo al primo cittadino Rocco Greco e per suo tramite alle associazioni del posto. Riprendendo la nostra passeggiata le bellezze da scoprire sono tante, come il bosco Calliuvo con le sue antiche sorgenti come “Acqua del Tasso”. E in questa “terra di aria buona” come era stata definita, si possono visitare e ammirare la magnificenza dei Palazzi signorili. E poi ci sono i reperti rinvenuti nelle varie campagne di scavi (dalla tomba ipogea del V-IV sec ai vasi e figure rosse del Pittore di Roccanova), oltre alle caratteristiche fontane e alla chiesetta santuario della Madonna della Castellana, come Madonna delle Serre. E sul nome della Madre più nota facciamo gli auguri a tutte le mamme di Roccanova!! Buona festa!

Di Maria De Carlo

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