NON LASCIATE MORIRE I PARCHI
L’appello di Rubino: «Si nomini il direttore effettivo dell’Appennino Lucano. Non si può continuare così»
Della questione se ne è occupato pure l’assessore Latronico: «Risorsa straordinaria da tutelare»
Il sindaco di Moliterno, Antonio Rubino, da presidente della Comunità del Parco nazionale del- l’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese ha espresso un giudizio netta- mente negativo sull’Ente: «Il Parco non può continuare nella stagione dell’inerzia e le criticità sono evidenti, vanno affrontate e non rinviate o taciute». Per Rubino, «il tempo delle promesse è abbondante- mente finito». Tra le tante criticità al Parco, il cui presidente è Giuseppe Priore, che non ha mai convinto nè per le capacità gestionali nè in relazione a quelle attitudinali, noti i suoi post sessisti, Rubino ha inteso soffermarsi su quella del Direttore. «È indispensabile – ha dichiarato Rubino – che il Ministero dell’Ambiente nomini il direttore in maniera stabile. Da circa 3 mesi tale nomina è sospesa, dopo l’invio della terna dei nomi da parte del direttivo al competente Ministero in seguito ad avviso pubblico. Il Parco non può certo funzionare al meglio senza il direttore e senza una struttura organizzativa che garantisca il buon andamento degli uffici. Il direttivo in carica e il direttore facente funzioni hanno svolto un lavoro egregio, assumendosi grandi responsabilità e riportando il parco in attività dopo un lungo periodo di stasi e inoperosità. Un grande lavoro su aspetti fondamentali, garantendo anche l’approvazione del rendiconto di gestione sul quale si esprimerà la Comunità del Parco il prossimo 25 maggio. Tale riunione sarà l’occasione per i Sindaci di discutere dello stato dell’Ente e delle iniziative da mettere in campo». «Non deve sfuggire ai più, infatti – ha rimarcato Rubino -, che il Parco deve diventare quella grande risorsa per cui è stato istituito e non un ente distante e poco operoso. Vanno liberate tutte quelle potenzialità che un territorio incluso in un Parco Nazionale può esprimere. Ad oggi, nonostante l’immenso sforzo svolto anche dai dipendenti, la realtà è che l’intera struttura molto sottorganico ha accumulato ritardi di anni: ci sono oltre 10 milioni di euro di risorse ferme; esistono finanziamenti ottenuti e progetti già approvati pronti, ma fermi. Si tratta di interventi di efficientamento energetico su immobili pubblici in tutti i Comuni e di progetti sulla mobilità sostenibile e sulla promozione turistica. Azioni che innescherebbero benefici per le comunità che al momento giacciono ferme, con percezioni e ricadute negative sull’intero territorio e per la sua popolazione». Altro tema particolarmente sentito è quello legato alla presenza di cinghiali: i cittadini segnalano la presenza di ungulati nei parchi pubblici e nei centri urbani, nelle campagne gli agricoltori lamentano danni alle colture e sulle strade non di rado si sfiorano incidenti in ogni momento. «Non basta – ha sottolineato Rubino – dire che la presenza dei cinghiali è un problema in tutta Italia. Non serve un approccio ideologico al problema, ma il Par- co deve dotarsi di un piano di gestione del cinghiale come altri parchi nazionali e affrontare il problema che i cittadini avvertono. Sono state stanziate le risorse per farlo e bisogna procedere. Fermo restando che è nella stessa natura di un parco la tutela della fauna e che non è immaginabile un parco senza animali selvatici, non possiamo dimenticare che in un parco vanno tutelate anche le attività umane». Da Rubino toccato anche il tema della promozione turistica. Per il sindaco di Moliterno, «il Parco può e deve diventare il fulcro di una sinergia ambientale e imprenditoriale in grado di rilanciare il territorio e le sue peculiarità e risorse, ci sono enormi potenzialità ed è il momento di sfruttarle». «Non tocca a noi piangere sul latte versato o indossare i panni di novelle Cassandre – ha spiegato il presidente della Comunità del Parco -. Non ne saremmo comunque capaci, essendo abituati come Sindaci ad assumerci in toto le responsabilità, anche non nostre, per risolvere i problemi. Per questo, in qualità di presidente della Comunità del Parco, sento il dovere di riportare le preoccupazioni dei cittadini in uno spirito di collaborazione». «Da presidente dalla Comunità del Parco, onorato di essere stato scelto dagli altri sindaci – ha concluso Rubino -, sento forte la responsabilità di analizzare lo stato dell’arte per provare a proporre soluzioni al fine di migliorare la situazione generale, pur non avendo “poteri gestionali”».