TAR E PREFETTI, CHE MAZZATE

Sui ricorsi elettorali relativi alla ricusazione di 2 liste, l’una a Lagonegro, l’altra a Tricaricone, due ribaltoni al Consiglio di Stato: entrambe sono state riammesse alle rispettive competizioni elettorali che si svolgeranno il 14 e 15 maggio. Una sorta di disfatta generale per le Commissioni elettorali coinvolte, per il Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Basilicata, che aveva, invece, una settimana fa, respinto entrambi i ricorsi degli allora esclusi, e per i Prefetti di Potenza e Matera. Caso Lagonegro, il Consiglio di Stato ha riammesso la candidata sindaco Concetta Iannibelli, la cui lista, “Lagonegro libertà e progresso”, risultava formalmente presentata ben oltre il limite delle 12 del 15 aprile, ovvero alle 13 e 40. A partire da questo dato, l’interrogativo principale da risolvere, e cioè se il ritardo fosse imputabile alla candidata, elemento che costituisce giusta esclusione, oppure no. In quest’ultima caso, ammissione, come ha stabilito il Consiglio di Stato, consentita. Per il Prefetto di Potenza, come riportato nella documentazione finalizzata alla costituzione in giudizio, risultava «confutata una volta per tutte» la tesi sostenuta da Iannibelli della «totale disorganizzazione dell’apparato comunale ». Gli atti, per il Prefetto Campanaro, rendevano, per converso, ancor più evidente «la negligenza nel comportamento tenuto dagli stessi presentatori della lista “Lagonegro Libertà e Progresso”». Per la Prefettura, ricorso da respingere, come aveva fatto il Tar, per «assoluta infondatezza». Ma così non è stato. Sull’effettiva o meno addebitabilità del ritardo accusato nella presentazione della lista ai relativi presentatori della stessa, ha avuto ragione Iannibelli. Tar lucano sconfessato nella parte in cui ha addebitato ai presentatori della lista il mancato ricorso alle modalità alternative di autenticazione previste in sede ordinamentale: «Nulla vieta che si possa confidare nelle modalità di autenticazione in loco quando, come nel caso di specie, l’accesso agli uffici comunale sia avvenuto con largo anticipo, segnatamente già dalle 9 e 30». Oltre al fatto che «non si può imporre al cittadino, per esercitare il diritto di elettorato passivo, di rivolgersi a soggetti diversi da quelli pubblici preposti per legge ai compiti di autenticazione delle sottoscrizioni », da considerare che «fino alle ore 10 e 25 circa i locali del Comune non erano particolarmente affollati e non vi era ragione di prevedere l’impossibilità materiale di effettuare le operazioni di autenticazione nel termine previsto». Per cui sebbene la documentazione portata con sé dai presentatori della lista per Iannibelli sindaco non poteva dirsi completa, la stessa aspirante prima cittadina ha ammesso di aver completato la squadra tra il 14 e il 15, il 14 erano state svolte le operazioni di autenticazione di 8 candidati, ha giocato a favore il fatto che l’accesso negli uffici comunali è «con largo anticipo» rispetto al termine delle 12, e cioè «in maniera da poter ragionevolmente confidare nel tempestivo espletamento delle necessarie operazioni di autenticazione ». Da ricordare che, seppur con soli 5 minuti, alle 12 e 05, le altre 2 liste, quelle dei candidati sindaco Maria Di Lascio e Salvatore Falabella, sono state ammesse «pur registrando anch’esse ritardi». Lo stesso segretario comunale, inoltre, si era limitato a riportare, per giustificare l’ammissione delle 2 liste citate, di una «situazione di oggettiva eccezionalità ed imprevedibilità » connessa al notevole afflusso di persone negli uffici comunali dopo le ore 10 e 26, senza però addebitare ai presentatori della lista per Iannibelli sindaco «alcun comportamento inerte o omissivo ». Per questi ed altri motivi, ricorso accolto, ricusazione annullato e l’avvocata Iannibelli rimessa in corsa per la carica di primo cittadino di Lagonegro.