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SCREENING ONCOLOGICI: «ILLEGITTIMA LA PROROGA A FORA»

Nuova incursione a suon di carte bollate della Uil, sul cambio d’appalto diffidato il Dg Di Martino

I rccs Crob di Rionero in Vulture e attività di supporto ai progetti regionali di screening oncologici: dal 2018 la Fora Spa, titolare del contratto d’appalto per intervenuta fusione per incorporazione della ditta Mobile Diagnostic Srl, ha incassato una serie di proroghe milionarie. Sull’ultima, però, firmata dal Dg Di Martino circa 2 settimane fa, il segretario regionale della Uiltucs, Donato Rosa, è pronto a proseguire la battaglia con mezzi ancora più incisivi di quelli finora utilizzati. Così nell’immediato, dopo l’incontro infruttuoso all’Ispettorato del lavoro, già dato mandato all’avvocato Antonio Di Lena: «La proroga è illegittima».

La misura non è colma, ma di molto oltre. Dopo l’esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, sembrano proprio, stante lo stato attuale delle cose, destinate a proseguire le incursioni a suon di carte bollate. Due i Raggruppamenti temporanei di impresa (Rti) che si sono contesi il maxi appalto della Suarb. La gara è stata aggiudicata l’ottobre scorso per l’ importo complessivo di 8milioni e 789mila euro, alle ditte Radiological Service Srl e Tecnolife Srl. L’altra offerta, invece, era targata Rti Fora SpA-Polisan Srl. Il cambio d’appalto, tuttavia, non parte anche se sulla carta non ci sono motivi ostativi all’ingresso del nuovo contraente-fornitore, anzi.

L’elemento che inizialmente poteva contenere risvolti negativi su procedure e tempi è stato già superato. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata ha, infatti, dichiarato inammissibile il ricorso di Fora SpA che puntava ad ottenere l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione efficace da parte della Suarb. Tuttavia, il cambio d’appalto non è ancora avvenuto. In più, ed è questo il dettaglio forse di maggiore rilevanza poichè lì si annida l’esplosione del paradosso, l’Rti vincitore ha già «sollevato osservazioni circa alcuni articoli contrattuali riportati nello schema di contratto».

Così il “trucco” sembra consistere nel non firmare il contratto con l’Irccs Crob in modo tale da non far decorrere il termine di avvio del servizio previsto, che come dagli atti di gara, è di «massimo 30 giorni a partire dalla stipula del contratto stesso». Il Direttore generale dell’Irccs Crob, Gerardo Di Martino concede proroghe alla Fora SpA e lascia il nosocomio rionerese come nel caos e, per di più, in balia delle società che più che dettare regole, dovrebbero, invece, garantire il servizio correttamente, fino a prova contraria, appaltato. Privo di logica l’operato dell’Irccs Crob, soprattutto alla luce di 2 elementi. Come nel caso di specie, «la stipula avrà luogo entro 60 giorni dall’intervenuta efficacia dell’aggiudicazione».

In secondo luogo, i vertici aziendali hanno già dal dicembre scorso preso atto dello schema di contratto in questione che è quello che l’Rti Radiological Service Srl e Tecnolife Srl non vuole firmare. Per questi e altri motivi ancora, la carta bollata in arrivo sulla scrivania del Dg Di Martino, mittente Uiltucs, contiene la seguente conclusione: l’ultima proroga di febbraio concessa alla Fora SpA «è palesemente illegittima». Il percorso argomentativonormativo è agevolmente comprensibile: lo stesso Crob ha già evidenziato e ammesso l’esistenza di trattative in corso tra le parti per l’eventuale modifica di un contratto che, tuttavia, non è ancora stato stipulato. E tra i punti focali, proprio questo. Di conseguenza: proroga «palesemente illegittima». La cartina al tornasole, il Codice degli Appalti.

L’Irccs Crob così facendo appare violare, innanzitutto, il principio della par condicio dei partecipanti alle gare ad evidenza pubblica, esponendo così, proseguendo nell’alveo dell’ipotesi, il nosocomio rionerese, ma anche i suoi dirigenti, a triplice responsabilità: amministrativa, erariale e penale. Tecnicamente, quella della Uiltucs è una diffida al Dg Di Martino che dovrebbe intimare, invece che valutare, trattare e, peggio ancora, rinviare, alla società subentrante di stipulare il contratto con l’avvio immediato delle attività appaltate. Altrimenti, non c’è più bivio o alternativa: in mancanza di disponibilità da parte dell’Rti vincitore dell’appalto Suarb, risoluzione del contratto. Lo stallo delle attività di screening, inoltre, l’intera vicenda è costellata da plurimi dettagli tutti rilevanti, è foriero di negative conseguenze sotto più versanti. Oltre che per i lavoratori, che come confermato dai sindacati sono «ancora in cassa integrazione», anche per i cittadini poichè «esposti a gravi rischi per la salute dovuti ai ritardi».

All’esposto in Procura sulla gestione degli screening durante il periodo dell’epidemia Covid-19, denunciati «ingiustificati e gravissimi ritardi», nonchè il fatto che «oltre 30mila donne lucane aspettano lo screening di primo livello», ce n’è un altro che appare destinato ad aggiungersi: questo sulla vicenda del cambio d’appalto.

Ferdinando Moliterni

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