LA CRIMINALITA’ NELLA BAT SECONDO LA DIA

Nella provincia Barletta – Andria – Trani la criminalità organizzata appare come “una mafia autoctona… frammentata, costituita da tanti clan”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, illustrando al Parlamento la relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al primo semestre 2022.

Al pari della delinquenza foggiana e barese, quella della BAT è connotata da una «spiccata professionalità» nella pianificazione delle azioni criminali e nella gestione delle proprie risorse illecite. Inoltre, «le evidenze investigative hanno sottolineato come alcune frange sembrerebbero orientarsi verso l’infiltrazione nell’economia legale senza rinunciare a forme di intimidazione violenta contro rappresentanti della pubblica amministrazione», come dimostra lo scioglimento del Consiglio comunale di Trinitapoli giusto un anno fa.

A Barletta, l’efficacia dell’azione repressiva di Polizia e Magistratura avrebbe ridimensionato il clan Cannito-Lattanzio, mentre ad Andria continuerebbe a registrarsi la presenza di elementi di spicco dell’ex clan Pastore-Campanale e l’attività del sodalizio Pistillo-Pesce, contiguo agli Strisciuglio di Bari; non si segnala, allo stato, l’operatività del gruppo Griner-Capogna e del clan Lapenna.

A Trani, duri colpi sono stati inferti ai sodalizi Corda-Lomolino e Colangelo che sembrerebbero ormai disarticolati. Ma indagini dei Carabinieri hanno evidenziato l’operatività latente dello storico clan Annacondia e l’ormai conclamata presenza nel territorio del gruppo Fiore-Risoli, compagine satellite del clan Parisi di Bari. Rimane alta l’attenzione degli investigatori verso gli interessi criminali, anche di tipo imprenditoriale, evidenziati da taluni esponenti della criminalità andriese e, in particolare, del clan ex Pastore-Campanale.

Importanti risultati, infine, nel contrasto al traffico internazionale di stupefacenti: le indagini evidenziano la sinergia tra la criminalità della BAT, cerignolana e barese con quella albanese.