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RICORSI INAMMISSIBILI

Sanità e comunali, misure cautelari: Cassazione respinge. Di Lascio, Cupparo e Spera restano indagati

Inchiesta dell’Antimafia di Potenza su Sanità lucana e voto di scambio alle comunali di Lagonegro del 2020: come anticipato da Cronache Lucane, anche a seguito della richiesta del Sostituto Procuratore generale Raffaele Piccirillo, la Cassazione ha ritenuto inammissibili i ricorsi della Procura del capoluogo contro l’annullamento, stabilito dal Riesame nell’ottobre scorso, delle misure cautelari per l’ex sindaca del Comune di Lagonegro, ancora commissariato, Maria Di Lascio (difesa dall’avvocato Singetta), per l’ex assessore e consigliere regionale di Forza Italia, Franco Cupparo, (difeso dall’avvocato Bonafine) e per l’attuale Direttore generale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, Giuseppe Spera (difeso dagli avvocati Murro e Spera). Se il Riesame esclude il presupposto della gravità indiziaria, allora, come specificato dal Pg Piccirillo, il Pubblico ministero, nell’impugnazione, deve indicare a pena di inammissibilità per carenza di interesse, le ragioni a sostegno dell’attualità e concretezza delle esigenze cautelari richieste. Tranne che per Spera, per il quale erano stati richiesti gli arresti domiciliari, comunque lo scorso ottobre non concessi dal Gip Amodeo che decise il divieto di dimora a Potenza e la sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e di pubblici servizi, per Cupparo e Di Lascio, l’uno ebbe l’obbligo di dimora a Francavilla in Sinni, l’altra i domiciliari, la Procura voleva il carcere. Sui 2 consiglieri regionali in carica, Rocco Leone e Francesco Piro, la Cassazione non si è espressa, in quanto le loro posizioni non sono state oggetto di ricorso, perché il primo non fece ricorso al Riesame, mentre il secondo ottenne già la restrizione, poi revocata, in istituto penitenziario. Da ricordare, inoltre, che plurime ipotesi di reato connesse alle comunali di Lagonegro, pertanto con esclusione dell’applicazione di misure cautelari, sono state riqualificate in corruzione elettorale, punita con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Di conseguenza, in Cassazione il primo passaggio auspicato dalla Procura di Potenza era quello della ripristinata qualificazione giuridica in modo da permettere, in via astratta, l’applicazione delle misure cautelari, se le esigenze concrete e attuali. Pur in assenza di gravi indizi di colpevolezza, Spera, Di Lascio e Cupparo rimangono indagati, a vario titolo e considerando la natura eterogenea delle imputazioni, anche per le restanti ipotesi corruttive. Le motivazioni della Cassazione entro 1 mese. Nel frattempo, da comprendere come la Procura di Potenza riterrà più opportuno proseguire. Non è da escludere comunque una richiesta di rinvio a giudizio.

Ferdinando Moliterni

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