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LE “PALINE” ROTTE DI GUARENTE TELESCA: «ANCORA SOLO ANNUNCI»

Potenza, comune in panne sul trasporto pubblico

Le definiscono “fermate intelligenti”, nella sostanza sono chiamate “paline” e si tratta di monitor a schermo piatto installate a ridosso delle pensiline delle fermate degli autobus per il Trasporto Pubblico Locale che comunicano all’utenza in attesa tutte le informazioni utili sulle linee, orari e i tempi di percorrenza, nonché per far conoscere l’orario esatto in cui l’autobus della linea x o y transiterà davanti a quella determinata tappa grazie a un’apparato GPS che dovrebbe dialogare con il sistema di infomobilità. Tutto pratico e geniale ma – pare – che almeno nella città di Potenza ci sia ben poco di ingegnoso. La modernizzazione del Trasporto Pubblico Locale nella città capoluogo della regione Basilicata, di fatto, pare scarseggi a decollare già nel Servizio di normale amministrazione – come spesso evidenziato su queste colonne – figurarsi poi per quelle attività che riguardano le informazioni in tempo reale sull’arrivo dei bus, che hanno subito quasi da subito una brusca frenata.

L’IMPEGNO MANCATO PER UNA MOBILITÀ IN TEMPO REALE

La notizia ha contorni piuttosto netti e, in estrema sintesi, è questa: il Comune di Potenza aveva appaltato per circa 800 mila euro (659.700,00 oltre Iva) alla Bbs Srl i lavori per fornire 80 paline “intelligenti” InfoBus distribuite lungo le maggiori linee che avrebbero così implementato e migliorato il Trasporto Pubblico Locale. I lavori per il posizionamento dei monitor incominciarono nel 2016, ma a marzo 2017 si cominciò a capire che qualcosa non andava per il verso giusto. 16 paline vennero alimentate elettricamente e si cominciò a testare il loro funzionamento; a giugno la decisione, su intervento diretto del sindaco di allora, De Luca, di sospendere il paga- mento della fornitura alla Bbs per accertati malfunzionamenti. Le ragioni? «La somma inizialmente venne stanziata sulla base dell’intervento “Infomobilità – Fondo di Sviluppo e Coesione 2007-2013” di derivazione dalla Giunta comunale Santarsiero ed ereditato da quella De Luca – afferma il consigliere del Comune di Potenza Vincenzo Telesca – e quando è stata inizialmente programmata la rimodulazione di questo stanziamento questo non venne toccato perché doveva proseguire come era stato sostanzialmente pensato ossia – spiega – il primo step di finanziamento previsto sarebbe dovuto essere di un milione e mezzo; dopodiché ne sarebbe seguito un altro di pari importo per completare l’infrastrutturazione delle “paline” per il Tpl». «L’Appalto in essere – prosegue Telesca – però ha iniziato a presentare una serie di criticità, vuoi per il materiale fornito – come più volte segnalato dai media all’epoca – che non era adatto alla funzione a cui sarebbe dovuto essere predisposto, vuoi un problema di costi di gestione, l’Amministrazione a seguire – quella della Giunta De Luca – non approvò la programmazione e non procedette, quindi, al pagamento della fornitura e al lavoro per la regolare installazione avvenuta della stessa». Da tale episodio, a fronte di «una sperata utilizzazione dei beni forniti – spiega il consigliere comunale – si dipanava un crescendo scambio epistolare tra il Comune di Potenza e la ditta aggiudicataria che sfociava dapprima in un Accertamento Tecnico Preventivo dinanzi al Tribunale di Potenza e successivamente nell’incardinamento della causa di merito, sempre dinanzi al predetto Tribunale». Si diede dunque incarico a una ditta specializzata di verificare la corrispondenza delle apparecchiature elettroniche fornite al capitolato di gara e alle norme tecniche vigenti: pare venne accertato che il materiale fornito era privo del marchio CE e quindi non idoneo. A quel punto la risposta da parte del Comune pare sia stata la diffida della ditta vincitrice dell’appalto con la consequenziale rescissione del contratto. Ci fu un tentativo di ricomporre la disputa, ma pare che il Comune tirò dritto per la sua strada. «Prese piede tutta una serie di attività di mediazione, di compromessi e accordi tra Comune e Azienda appaltante, con la buona predisposizione di quest’ultima – evidenzia Telesca – per sostituire tutte quelle “clausole” che il Comune pare avesse considerato non essere idonee pur di chiudere l’Appalto in essere e risolvere le criticità, visto che nel mentre la fornitura delle “paline” era già stata eseguita e installata». Poi il colpo di scena, ancora: «Durante queste lunghe e costanti contrattazioni, volte a risolvere fattivamente la questione – prosegue il consigliere – di punto in bianco queste vennero sospese. E pare che la ragione derivi dal fatto che sia stato eliminato direttamente il Finanziamento in sé (di 1milione e 300mi- la euro) con una rimodulazione di tutti i fondi FSC». Come spesso succede in questi casi, la ditta – ritenutasi danneggiata – fece ricorso all’autorità giudiziaria che predispose una perizia affidando l’incarico a un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) che ha in seguito depositato la relazione con la quale, «pur riconoscendo una parziale difformità delle paline al capitolato d’appalto, si afferma che il contratto non andava rescisso in quanto certi problemi si sarebbero potuti risolvere», afferma Telesca. «Il Consulente altresì – come dettagliatamente spiegato da Telesca – fece presente che in una bozza di relazione del CTU consegnata al Comune venne specificato che erano emersi elementi di irregolarità. In particolare, riferisce, veniva accertato, senza tema di essere smentiti, che le attrezzature elettroniche sono prive del marchio “CE”, il contrassegno da apporre obbligatoriamente su determinate tipologie di prodotti dal fabbricante stesso con cui il produttore autocertifica la rispondenza, o conformità, ai requisiti essenziali per la commercializzazione e utilizzo nell’Unione Europea stabiliti nelle direttive da essa emanate; già questa circo- stanza sarebbe stata sufficiente per rendere inutilizza- bili le cosiddette “paline”».

L’INTERROGAZIONE DEL CONSIGLIERE TELESCA ALLA GIUNTA GUARENTE

Alla luce di tutta questa storia, quello su cui Telesca vorrebbe porre l’attenzione è che «il Comune, in una situazione del genere – evidenzia – nel mentre era in corso una trattazione per dirimere una questione in cui potrebbe avere per giunta anche torto e, quindi, a maggior ragione ci si sarebbe dovuti ben predisporre a delle interlocuzioni volte alla risoluzione bonaria della questione con un compromesso risolutivo, e non interrompendole brusca- mente come invece è accaduto». Chiede alla Giunta Guarente «le motivazioni che hanno indotto l’Amministrazione ad interrompere la mediazione in essere pregiudicando la soluzione del problema che avrebbe permesso al Comune di ottenere le paline acquistate ed installate dal lontano 2017, con i correttivi come da CTU e, quindi, un miglior servizio per il trasporto pubblico locale e per i cittadini fruitori». Tant’è, la causa pare abbia ripreso il suo iter naturale non essendo proseguita, per volere del Comune, la mediazione richiesta dal Giudice Istruttore. E – sino a prova contraria – se dovesse risultare che l’intervento in paro- la sia stato definanziato e che qualora la sentenza di primo grado dovesse riconoscere alla Bbs l’importo contrattuale ovvero il solo importo scaturente dalla CTU, redatta in sede di Accertamento Tecnico Preventivo, «il Comune – sottolinea Telesca – non avendo provveduto al mantenimento del finanziamento con la quele invece la Regione Basilicata, preso atto dell’esistenza di risorse finanziarie FSC per un totale complessivo di 97 milioni di euro, avrebbe potuto procedere all’attivazione di nuovi interventi – evidenzia Telesca – si troverà, scientemente, a dover procedere agli oneri debitori con fondi propri; causando un ulteriore debito», «Il Comune – incalza il consigliere – avrebbe dovuto mantenere il Finanziamento, senza rimodulazione, visto che l’Appalto era già stato ultimato, nonché interloquire con la Regione in modo tale da poter sopperire a tale pagamento. Tutto questo oggi non è stato fatto – sottolinea Telesca – e sul Comune e la Giunta Guarente potrebbe ora pendere questo ennesimo debito. Con le “paline” installate, non funzionanti, senza la disponibilità di una ditta che possa ora risolvere le criticità e senza neppure più i fondi per sopperire al debito e risolvere fattivamente un problema che si trascina oramai da anni. Uno stallo Amministrativo, l’ennesima sciatteria amministrativa del Comune potentino. «Non sapere amministrare, – incalza Telesca – non essere sui temi della Città e avere un approccio risolutivo non è caratteristica di questa Amministrazione. Solo annunci di cose che faranno in un fantomatico futuro prossimo, ma ad oggi non è stato fatto nulla. Tra l’altro, in questo caso, sta creando un ulteriore danno economico che si andrá sommando a quello già in essere al Bilancio attuale».

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