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STABILIZZAZIONE, MANCANO REQUISITI

Prosegue la protesta dei lavoratori Rmi-Tis, Bardi li incontra: «Negli anni passati generate false aspettative»

La “Triplice” sindacale lucana ritiene che quanto sta avvenendo relativamente alla situazione dei beneficiari del Reddito minimo e Tis fosse stato da loro già previsto da tempo tanto che avevano messo in guardia il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, e l’assessore regionale alle Attività produttive, Alessandro Galella, «dal continuare con un comportamento contradditorio e senza proporre una chiara soluzione che, di fatto, ha creato solo confusione e false aspettative tra le persone interessate». «La confusione – hanno spiegato Cgil, Cisl e Uil Basilicata – è iniziata con le promesse di metà gennaio del presidente Bardi di rivedere la questione del divieto di cumulo tra reddito di cittadinanza e Rmi- Tis, previsto dall’atto di Giunta del 2017 e di inserimento diretto dei lavoratori nelle attività delle società partecipate della Regione Basilicata e degli enti strumentali. Promesse che non hanno avuto alcun seguito concreto. Anzi le dichiarazioni di Bardi, siamo costretti a ribadirlo, hanno smentito clamorosamente nei fatti quanto asserito da Galella in tutti gli incontri tenuti presso il suo assessorato nei mesi scorsi con il risultato di inasprire il malessere sociale e la protesta degli interessati, “cavalcati” da chi pensa e propone ricette miracolistiche che sono non praticabili, fermo restando che mai nessuno meno che mai il sindacato confederale non si è mai sottratto alla costruzione di proposte credibili e praticabili per risolvere problemi sociali cosi come la storia del sindacato lucano ha sempre dimostrato». «Adesso – hanno proseguito Cgil, Cisl e Uil Basilicata – la nuova presa di posizione dell’Assessore Galella, che chiama in causa i sindacati confederali, ed assicura la continuità nel sussidio sociale con l’impegno di voler immettere nel mondo del lavoro il maggior numero possibile di persone presenti nella platea, richiede alcuni chiarimenti. Alla base della confusione c’è innanzitutto il mancato accoglimento della proposta di Cgil, Cisl, Uil, al di là di confronti formali, di convocare un Tavolo in Regione che affronti la questione in tutti i suoi aspetti». I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Fernando Mega, Vincenzo Cavallo e Vincenzo Tortorelli, avevano già chiesto, con una nota ufficiale all’assessore Galella in data 19 Gennaio, la convocazione di un incontro urgente per fare luce sui percorsi da intraprendere per arrivare alla stabilizzazione dei beneficiari Rmi e Tis, «considerato che, ad oggi, al di là delle semplici dichiarazioni nulla di concreto è stato fatto, ribadiscono per l’ennesima volta l’importanza di una urgente concertazione, prospettando, in caso contrario, una grande mobilitazione che coinvolga tutte le platee Rmi e Tis». «C’è bisogno di fare chiarezza – hanno proseguito le segretrie regionali della “Triplice” sindacale – e di individuare i percorsi da intraprendere per garantire continuità di lavoro ai lavoratori interessati e soprattutto difendere la dignità di queste persone. Per Cgil, Cisl e Uil, con lo spirito che ci spinse nella realizzazione e nel sostegno dell’accordo per le misure Rmi e Tis dal 2015 ad oggi, ad onor del vero costruito dal sindacato confederale, per la lotta alle disuguaglianze e al disagio sociale, è fondamentale un impegno sinergico di responsabilità e chiarezza tra Regione, Anci e mondo delle imprese». «Serve un coinvolgimento largo – hanno concluso i sindacati lucani -. Sono misure che noi abbiamo creato e sostenuto, non da 1 mese ma da 7 anni , senza mai illudere le persone, ma al contrario sempre usando il linguaggio della verità anche se la stessa talvolta può diventare scomoda ».

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