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LE PAGELLE DEL CONSIGLIO

Re Cicala corona di latta e trono di paglia. Cambia partito ma resta comunque il peggiore

Il 2022, se non altro, verrà ricordato come l’anno più ‘emozionante’ dei cinque della legislatura targata Bardi. Due rimpasti di Giunta di cui uno durato solo due settimane. Due mozioni di sfiducia alla maggioranza con brivido perché i numeri del centrodestra molto spesso non tornano. Sostituzione in corsa di consiglieri con chi ha lasciato definitivamente l’aula come Acito che ha finito il compito di ‘supplente’ di Leone nel momento in cui quest’ultimo è stato defenestrato dalla Giunta e Carlucci su cui il Consiglio di Stato ha deciso che il terzo seggio del Movimento 5 stelle era di Giorgetti. Complicata anche la situazione interna ai partiti: non si contano i cambi di casacca avvenuti nel 2022 tra cui lo stesso consigliere di Melfi che appena entrato in aula ha sbattuta la porta in faccia ai grillini. Il cambio più ‘rumoroso’ però è stato quello di Pittella ha lasciato il Pd per il Terzo polo e Azione di Pessolano e Calenda. Insomma non ci è fatto mancare nulla a via Verrastro in questi 12 mesi. E per la prima volta è anche avvenuto un fatto legislativo importante che potrebbe cambiare le sorti elettorali future: la Giunta Bardi ha incassato il ‘bonus gas’. Un provvedimento, al netto di come la si pensi politicamente, che porta benefici notevoli sul costo energetico, e quindi nei portafogli, delle famiglie lucane. In tutto questo non poteva mancare la cronaca giudiziaria: quasi tutta la Giunta risulta indagata con l’allora assessore Cupparo addirittura posto momentaneamente sotto misure cautelari insieme ai consiglieri regionali Piro e Leone. L’anno si chiude con una parvenza di ‘normalità’ ma di certo il 2023 si annuncia scoppiettante.

Gianuario Aliandro 5,5
Senza mai un vero acuto il giovane consigliere regionale di Paterno ha assunto il ruolo di capogruppo della Lega con più consapevolezza anche se non sarà mai un leader. Tuttavia durante il 2022 Aliandro ha imposto la sua voce in qualche occasione durante i dibattiti in Consiglio alzando di qualche decibel il volume della voce. Oltre al suono comunque gli va riconosciuto che anche il contenuto degli interventi è diventato un po’ più robusto. Sarà perché è stata superata abbondantemente la boa di metà legislatura e non c’è più tanto tempo per guadagnarsi la riconferma o semplicemente per una maturazione naturale dovuta alle stagioni passate ad ascoltare gli altri Aliandro ha marcato qualche assist ma ancora ha da studiare per arrivare alla sufficienza.

Vincenzo Baldassarre 6,5
Montagne russe a via Verrastro per il consigliere regionale di San Chirico Nuovo. Passato a Fratelli d’Italia l’anno scorso quest’anno ha ci ha ripensato ed è tornato a Idea, partito con il quale era stato eletto. Nel mezzo però è stato pure assessore regionale all’Agricoltura per soli 15 giorni nel Bardi bis ma poi retrocesso a consigliere per il Bardi ter per far spazio ai nuovi equilibri nel centrodestra. In tutto questo il buon Baldassarre ha avuto il merito di non scomporsi e di rimanere uno dei consiglieri più solidi della maggioranza regionale ottenendo in ‘cambio’ una centralità decisionale con suoi ‘uomini’ assurti a posizioni di rilievo. Insomma partendo dal minimo ha ottenuto il massimo.

Gerardo Bellettieri 6
Anche per il consigliere regionale di Potenza è stato un anno vissuto tra alti e bassi. Non per sua scelta ma per quella giostra di rimpasti di Giunta che a un certo punto lo hanno visto addirittura con i gradi di assessore regionale alla Mobilità per poco più di due settimane per ritrovarsi quindi fuori dal Consiglio come primo dei non eletti della lista di Forza Italia della provincia di Potenza. E’ rientrato in aula quindi a novembre per effetto delle dimissioni da consigliere di Franco Cupparo. Il tempo di ambientarsi di nuovo ed ecco che Bellettieri è diventato il più strenuo difensore della maggioranza di centrodestra e stopper in dibattito degli attacchi di Massimo Zullino. Due che evidentemente non le mandano a dire. Insomma in questi casi il 6 di ufficio è doveroso.

Luca Braia 6+
Una goccia cinese che interpreta in maniera esemplare il ruolo di consigliere regionale di opposizione. Soprattutto durante i dibattiti consiliari. Se avesse anche il dono della sintesi sarebbe quasi perfetto. Purtroppo quando interviene si ha sempre la sensazione che si specchi chiedendo ‘chi sia il più bello del reame’. Questo gli impedisce di essere tagliente il giusto ed estremamente efficace a vantaggio invece di tempi dilatati che fanno perdere concentrazione ai suoi interlocutori in Consiglio ma anche ai giornalisti che seguono i lavori dell’Assise. Nell’ultima riunione il suo intervento ha sfiorato i 30 minuti. Troppo anche per un monologo di Carmelo Bene. Rimane comunque politico di razza in grado di districarsi anche nei duelli con gli esponenti di minoranza non centrista.

Pasquale Cariello 6,5
Meglio, molto meglio, del passato. Anche di quello recente. Ha iniziato a smussare gli angoli e i suoi interventi cominciano ad avere la rotondità e la forma politica con un evidente upgrade nell’eloquio. Gli ha beneficiato il ruolo di ‘fiduciario’ che il presidente Bardi gli deve aver conferito come espositore delle bontà del Bonus gas. Non c’è dubbio che Cariello sia uno di quelli in grado di studiare e apprendere. E’ lontano il ricordo del consigliere appena eletto che seppur motivato da verace entusiasmo non riusciva a incidere in alcuna maniera sulla scena politica se non per qualche intemerata dialettica. Continuando così il ‘ragazzo’ si farà.

Carmine Cicala 3
E niente, il ‘Re’ Carmine non ha voluto saperne di passare il testimone. Nonostante negli ultimi dodici mesi sia accaduto di tutto nel panorama istituzionale e politico della Regione Basilicata lui ha resistito a polemiche, attacchi ed errori marchiani con un attaccamento alla poltrona da presidente dell’Assemblea che ha qualcosa di eroico. Una sorta di novello Sisifo che nonostante gli evidenti limiti continua a spingere il masso dell’approssimazione per poi ricominciare sempre da capo come se non fossero quasi 4 anni che prova a convincersi di non essere il peggior presidente della storia del Consiglio regionale. Aver poi abbandonato la Lega in piena campagna è passato in sordina. Bocciato.

Roberto Cifarelli 6-
Il suo partito sta vivendo una delle stagioni più complicate della sua quindicennale storia. Caos politico che al consigliere regionale di Matera non giova tanto più che ora a via Verrastro a rappresentare il partito di Letta è rimasto da solo. E forse per la prima volta da quando è entrato in Consiglio regionale paga il dover essere mente, braccio e corpo. Un po’ troppo evidentemente per chi è sempre stato abituato a ‘giocare’ di rimessa e protetto dalla squadra. Tanto che palesa un nervosismo anche dialettico che non gli si attribuiva. Insomma è diventato spigoloso indossando la casacca dell’oppositore ‘senza macchia e senza paura’ che lo porta spesso a diventare più massimalista di quelli del Movimento 5 stelle. La caduta di stile nel comunicato contro Cariello con sfumature offensive è la cifra di una serenità perduta.

Tommaso Coviello 6,5
La guida e il termometro del centrodestra. Se esiste ancora una maggioranza di centrodestra a Via Verrastro molti dovranno ringraziarlo all’interno della stessa compagine di governo. Perché nelle settimane calde con i numeri che non tornavano per la maggioranza il vero ruolo di mediatore e anche ragioniere lo ha svolto proprio il consigliere regionale di Avigliano. Del resto non serve un veggente per capire che il ruolo di confidente del presidente Bardi lo ha conquistato piano piano ottenendolo. Certo dovrebbe un po’ registrare il canovaccio dei suoi interventi in aula perché la storia che sia sempre colpa di quelli di prima inizia a essere degna nemmeno del peggiore dei B movie. Se dovesse riuscire nel 2023 ad alzare anche il livello in prospettiva e non solo sulle contingenze potrebbe guardare alle prossime elezioni con grande fiducia.

Gino Giorgetti SV
Pronti, attenti, via: nemmeno il tempo di prendere posto di nuovo in Consiglio regionale e Giorgetti cambia le carte in tavolo nei delicatissimi equilibri numerici. Perché quello che deciderà di fare a qui ai prossimi mesi ancora non è dato di sapere ma di certo c’è che non è più un consigliere regionale del Movimento 5 stelle che quindi, orfano ormai della Carlucci, da tre passa a due. La vicenda è legata a quella corrispondenza di carte bollate che prima ha prodotto la sostituzione di Giorgetti con la Carlucci e poi con il ricorso alla Corte di Stato ha riportato il consigliere di Meli a via Verrastro a ‘danno’ della stessa Carlucci che si è ritrovata a casa. Non sono questioni che attengono alle decisioni politiche ma ai giudici ma di fatto hanno determinato uno scossone in aula con le minoranze che non si titrovono più ai calcoli. In ogni caso poche settimane non bastano per esprimere un giudizio.

Gianni Leggieri 5,5
Non incide quasi mai. Chi lo conosce bene pensa che sia più preoccupato di potersi garantire la terza volta in Consiglio regionale che di chiudere nelle migliore maniera questa legislatura. Della pattuglia dei grillini a via Verrastro è sempre stato il più moderato e anche nel 2022 ha confermato questo andamento. Il problema ora sono le regole del Movimento. Lui confida di essere ottimista di poter ottenere la deroga al terzo mandato da Conte. Quella per intenderci che non ha ottenuto nemmeno Roberto Fico. Sembra oggettivamente inverosimile. Sarebbe più facile per ottenere il pass che si candidi direttamente a presidente della Regione perché in quel caso le regole del limite del doppio mandato non valgono ma oggettivamente è una partita in salita. Per il resto ‘galleggia’ tra una mozione di sfiducia a Bardi e una critica, nemmeno troppo convinta, alla maggioranza di centrodestra.

Rocco Leone 4,5
Non è stato un anno da incorniciare per l’ex sindaco di Policoro. Il 2022 è iniziato che era assessore alla Sanità e finisce, dopo una pausa casalinga in seguito alle misure cautelari conseguenti alle indagini della magistratura, poi revocate, come consigliere regionale semplice. Nel mezzo una serie di ‘incidenti’ di percorso che rimarranno alla memoria delle cronache. La prima quella relativa allo scontro con il presidente Bardi quando fu escluso dalla Giunta per essere sostituito alla Sanità da Francesco Fanelli con tante di parole poco urbane e critiche eccessive per uno che fino a qualche ora prima era assessore. La seconda, più grave, quel fuorionda catturato dai microfoni in cui si rivolgeva in maniera sessista e volgare nei confronti della donna e assessore Donatella Merra. Anche in quel caso fu necessaria una pausa dal Consiglio per rimettersi in ‘riga’. Sulle questioni giudiziarie, non entriamo per convinzione garantista ma di certo Leone non vede l’ora che il 2022 venga archiviato.

Giovanni Perrino 2
Un disastro. Inconcludente nonostante l’esperienza ormai quasi decennale in Consiglio regionale e spesso anche confuso. Il problema è che nel volersi sempre proporre come cavaliere senza macchia e senza paura il buon Perrino dimentica che il Movimento 5 stelle è il partito che negli anni ha cambiato più idee che cravatte. Non esiste più il movimento del ‘vaffa’ : ora è un partito come gli altri che fa accordi di potere e punta alle ‘poltrone’ anche più degli altri. Non a caso in ogni elezione avvenuta negli ultimi anni in via Verrastro, dalla scelta delle commissioni, all’ufficio di presidenza fino ai due delegati del Consiglio per votare il Presidente della Repubblica, Perrino insieme al suo sodale Leggieri si sono autocandidati in forza di una presunta ‘nobiltá’ politica mai confermata dai fatti. Si avvia in sordina a chiudere la propria esperienza da consigliere. La Basilicata non ne soffrirà.

Francesco Piro 6
Anche per il consigliere di Lagonegro il 2022 è stato un anno complesso suo malgrado. Eletto come vicepresidente del Consiglio regionale ha iniziato la sua personale ‘battaglia’ con il presidente Cicala in punta di regolamento sostituendolo in sua assenza con piglio decisionista e pure con abilità senza irriverenza. Come è nel personaggio. È stato quindi candidato alle politiche per Forza Italia dove anche se con la consapevolezza di non avere reali speranze di elezione non si è risparmiato in una campagna elettorale portata avanti con tutti gli sforzi. Tutto messo in discussione dalle.imdagini della magistratura che lo hanno coinvolto con tanto di misure cautelari. È stato a un passo dalle dimissioni come il suo collega Cupparo tranne che alla fine ha scelto di restare in Consiglio. Insomma Piro è fedele a se stesso piaccia o non piaccia.

Marcello Pittella 6,5
In Consiglio regionale ci sono due presidenti della Regione. C’è quello in carica, Vito Bardi, e c’è quello che lo è stato, Marcello Pittella. All’inizio i due hanno mantenuto un certo rispetto istituzionale l’uno con l’altro tranne qualche piccolo scontro in aula. Fino a qualche settimana fa quando si è arrivati in aula per la seconda mozione di sfiducia a Bardi presentata dalle minoranze dove si è assistito a un duello dialettico tra i due senza esclusione di colpi. Le accuse reciproche non si sono fatte attendere con i due governatori che parevano a un certo punto già in campagna elettorale per la presidenza della prossima legislatura. In anticipo sui tempi, evidentemente. Fino alla primavera del 2024 tutto può accadere. Pittella intanto dalle politiche di settembre scorso quando puntava a un seggio da senatore dopo lo strappo con il PD sembra non voler rinunciare ai palcoscenici. Ne vedremo delle belle ma forse un po’ di lucidità in più sarebbe utile.

Mario Polese 7
Di riffa o di raffa è spesso una spanna sopra agli altri. Ha imparato anche a stare un metro dietro la battaglia aspettando che siano gli altri a sbrigare le faccende più polemiche. Non è stato eletto alla Camera dei deputati nonostante un buon risultato in termini di voti e con una campagna elettorale sobria e incisiva supportata dai leader nazionale di Italia viva e del terzo polo. Investito insieme a Braia dalle polemiche interne alle opposizioni per la la scelta di votare per la surroga conseguente alle indagini della magistratura, in cui erano stati indicati da alcuni come stampelle ha mantenuto la calma senza scomporsi. Alla fine i fatti gli hanno dato ragione e ha portato a casa anche alcuni provvedimenti importanti come il bonus gas anche per le imprese. Insomma ha visione e pazienza e sembra avere ancora margini di miglioramento.

Piergiorgio Quarto 6
Insieme a Coviello, nella scacchiera della maggioranza, gioca come alfiere del ‘re’. In realtà gioca al presente tendando di mantenere un equilibrio una maggioranza quanto mai ‘esuberante’ che per i fatti delle ultime settimane con l’esodo di Zullino e Vizziello da 13 è passata a 11. Ma gioca anche in prospettiva perché da materano ed esponente del primo partito della Basilicata, Fratelli d’Italia, punta a rivestire il ruolo di candidato presidente del centrodestra per le prossime regionali dopo che il suo successore alla guida di Coldiretti Basilicata, Aldo Mattia si è conquistato un seggio al Senato. Insomma Quarto tra un detto e non detto in Consiglio regionale dove certo non è tra i più attivi prova a mettere la ‘quinta’ anche se non sempre gli riesce.

Dina Sileo 6-
Era l’unica donna in Consiglio regionale e dopo l’esclusione per sentenza del Consiglio di Stato della Carlucci è di nuovo sola in un Consiglio di uomini (Donatella Merra riveste il ruolo di assessore e non vota in Aula) a rappresentare l’altro lato della Luna. Detto questo non è certo la peggiore, anzi: ha capacità dialettica e mantiene il punto. Per coerenza e incompatibilità con alcuni suoi ex colleghi di partito ha lasciato la Lega e si è accomodata nel Gruppo misto pur rimanendo assolutamente fedele al presidente Bardi e alla sua maggioranza. Ha il merito da delegata alla cultura di aver avuto buone proposte e qualche successo come l’approvazione dei Piani cultura. Il settore però è in sofferenza e avrebbe bisogno di ben altre risorse.

Carlo Trerotola 4
Più passano i giorni, le settimane, i mesi e gli anni di questa legislatura e più ci si chiede come sia stato possibile che Trerotola abbia guidato la coalizione di centrosinistra come candidato governatore. Una domanda a cui davvero non si riesce a dare una risposta tanto più che in quasi 4 anni di Consiglio regionale non si riesce a trovare una sola dichiarazione, un solo intervento e una sola proposta degna di un politico di spessore. Del resto lo stesso Trerotola ripete come un mantra a ogni occasione utile di non essere un politico. Su questo non c’è nessuno che non gli crede. Per il resto è lecito attendersi una scatto in questi ultimi mesi almeno per una questione estetica.

Giovanni Vizziello 6-

Libero battitore, nei primi 11 mesi del 2022 ha praticamente fatto quello che voleva pur ribadendo a ogni occasione di restare un consigliere regionale di maggioranza. In realtà la questione è diventata ‘incandescente’ quando il presidente Bardi pur operando due rimpasti non lo ha mai tenuto in considerazione tanto da lasciare il gruppo di Fratelli d’Italia per approdare nella Lega. Da quel momento in poi l’atteggiamento critico nei confronti del centrodestra, con cui è stato eletto, è diventato a tratti quasi ostile. Situazione che si è fatta ancora più complessa quando durante la campagna elettorale per le politiche insieme al collega Zullino si è disinteressato delle questioni di squadra fino alla rottura definitiva con la maggioranza di qualche settimane fa quando non votando le surroghe è passato in minoranza. Sempre un passo dietro a Zullino di cui pare essere l’ombra.

Massimo Zullino 7
Se non ci fosse Zullino molte riunioni del Consiglio regionale sarebbero terminate tra gli sbadigli. I suoi, più che interventi in aula sono ‘fulmini’ e ‘saette’. E’ stato capace di far emergere tutti i difetti e le debolezze della maggioranza regionale senza remore e senza alcun timore di passare per ‘traditore’. In realtà è una sorta di Inzaghi che gioca sul filo del fuorigioco e non lascia il tempo ai difensori di ragionare. Attacca su ogni palla, o meglio su ogni questione. Su questo è bravo e non c’è che dire. Oltretutto, come un novello Don Chisciotte non gli manca nemmeno il fedele scudiero Sacio Panza che nello specifico è rappresentato da Giovanni Vizziello. Interpreta al meglio il ruolo del politico attuale: non è importante cosa si faccia ma come la si dica. Ovviamente il futuro dopo le ultime scelte è tutto da scrivere ma Zullino pare avere le spalle larghe.

Cessati

Acito SV

Sarebbe stato probabilmente il migliore consigliere regionale del 2022 della Basilicata e anche come assessore avrebbe fatto senz’altro bene. Il senza voto è perché è stato troppo poco quest’anno a via Verrastro.

Carlucci 3
L’unica cosa che le riusciva benissimo era la retorica fine a se stessa nel tentativo di riempire di enfasi contenuti poco brillanti. Sui ricorsi e contro ricorsi al Tar l’ultima parola l’ha detta il Consiglio di Stato. Tutto il resto è aria fritta.

Daniele Giorgio Di Ioia SV
Breve ma intenso si sarebbe detto in altri contesti. Ma in fondo è vero: Di Ioia è stato consigliere per sole due settimane nel momento della sostituzione in Aula di Baldassarre quando questo era stato nominato assessore. Lui è uscito ma la simpatia resta.

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