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DISSESTO IDROGEOLOGICO, BASILICATA TRA LE 9 REGIONI COL 100 % DEI COMUNI A RISCHIO

Dopo il fenomeno tragico di Ischia cresce l’allarme per frane e inondazioni. La regione è un territorio fragile: 1 lucano su 5 vive in una area di pericolo crollo. Il costo insostenibile dei ritardi, ma ora la svolta con il Pnrr: stanziati 70 mld per l’ambiente e 8 mld proprio per mettere in sicurezza il territorio

L’ ennesima frana, dispersi, il rischio di dover contare ancora i morti. La fotografia scattata oggi a Ischia è la stessa che si ripropone, sempre con maggiore frequenza, a ogni ondata di mal- tempo. Il clima sta cambiando, i fattori atmosferici sono più intensi, ma resta un tema ineludibile: il territorio va messo in sicurezza. Ci sono aree più sensibili, realtà in cui una perturbazione forte può portare devastazione. Servono interventi mirati, urgenti, ogni ritardo ha un costo insostenibile. Ma le regioni considerano importante il Piano per il “dissesto idrogeologico”? Esiste una mappa nazionale del dissesto idrogeologico aggiornata dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Secondo l’ultimo Rapporto “oltre 7 milioni di persone risiedono in territori vulnerabili, più di un milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più di 6 in zone a pericolosità idraulica nello scenario medio (ovvero alluvionabili per eventi che si verificano in media ogni 100-200 anni). Ma la Basilicata come è messa sotto questo fronte? La Basilicata è tra le 9 regioni con il 100% di comuni a rischio idrogeologico (insieme a Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise e Calabria). Un lucano su 5 vive in una area a rischio dissesto idrogeologico, dove 104 mila persone vivono in zone a rischio frana e altre 17mila in area a rischio alluvione. L’ultimo rapporto Ispra del 2021 conferma un quadro preoccupante per la Basilicata. Sono 43 i Comuni a cui viene indicata “solo rischio frana medio alta”. Sono 81 invece i Comuni che al rischio frane aggiungono quello di alluvione, mentre per altri 5 comuni oltre al rischio frane e alluvioni c’è anche la pericolosità dell’erosione delle coste, mentre per altri 2 comuni viene indicato solo il rischio erosione e alluvione. Per decenni, a mancare sono stati i soldi. Oggi, invece, ci sono anche le risorse. Quasi 70 miliardi di euro del Pnrr sono stati stanziati per la tutela dell’ambiente e, di questi, 8,5 miliardi sono destinati al contrasto al dissesto idrogeologico. Sono soldi che dovranno servire ad aiutare i singoli comuni nella messa in sicurezza del territorio. Gli obiettivi indicati sono proprio quelli che servono a dare risposte a casi specifici, come quello di Ischia: la prevenzione e il contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di instabilità idrogeologica e sulla vulnerabilità del territorio. Si parla espressamente di interventi strutturali e non strutturali per la gestione del rischio di alluvioni e la riduzione del rischio idrogeologico. Ci sono anche 500 milioni per un sistema di prevenzione, che attraverso l’elaborazione e la gestione di dati può consentire di individuare e prevedere i rischi sul territorio. Il problema, come sempre, è riuscire a spendere le somme stanziate con progetti efficaci, ed efficienti, e in tempi ragionevoli. Per provare almeno a ridurre le situazioni di emergenza e non dover assistere inermi alle catastrofi, come quella che si sta consumando in queste ore a Ischia.

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