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ROTONDA, 40ENNALE DELL’ELEPHAS ANTIQUUS

Fra le specie più rappresentative del Pleistocene, ha reso il luogo un centro di interesse nazionale

Sono trascorsi 40 anni da quel 5 novembre 1982, e il Comune di Rotonda celebra la data, «un giorno importante per noi e per tutta la comunità del nostro territorio» asseriscono dalla Casa Comunale.

«Festeggiamo il 40° anniversario dalla scoperta dell’Elephas Antiquus (o Palaexolxodon Antiquus) che rese Rortonda un centro di interesse nazionale per la sua importanza geologica, archeologica, ma soprattutto paleontologica. L’Elephas Antiquus è fra le specie più rappresentative del Pleistocene, caratterizzato da lunghissime e possenti zanne».

L’elefante dalle zanne dritte è una specie estinta di elefante, vissuta nel Pleistocene medio e superiore. Si ritiene che possa essersi evoluto agli inizi del Pleistocene dalle forme asiatiche di Elephas planifrons e diffusosi poi in tutta Europa.

«Quarant’anni fa – entrano nel dettaglio gli Amministratori- fu Mario Caldarelli a scoprirlo e, dal 1985 al 1988, un gruppo di esperti ricercatori si occupò degli scavi per farlo venire alla luce. In questo team erano presenti il Professor Ernesto Cravero dell’ Università Federico II di Napoli, il Professor Walter Landini dell’Università di Pisa e il Dottor Vittorio Borselli del Museo di storia Naturale dell’Università di Firenze. Da quel momento, l’Elefante Antico è un simbolo distintivo per i rotondesi e per il nostro museo è il reperto più significativo , motivo per cui rappresenta l’elemento fondamentale dell’identità visiva del Mugepa».

All’interno del Museo naturalistico e paleontologico di Rotonda sono difatti esposti i resti restaurati dell’esemplare di Elephas antiquus italicus risalenti a 400.000 – 700.000 anni fa ed anche altri reperti fossili di altre specie animali, quali la mandibola, pressoché completa di Hippopotamus antiquus rinvenuta nell’identico sito dell’Elephas e, verosimilmente vissuto in epoche ancora più remote (Pleistocene medio-inferiore) e tante altre testimonianze fossili sia di tipo animale che vegetale, e minerali che testimoniano la storia della zona.

«L’Elephas antiquus era presumibilmente alto 4 mt. e lungo 6, zanne comprese; infatti, i femori misurano circa 1,20 mt. Le zanne hanno uno sviluppo di circa 2,70 mt. e, tenendo conto che questi animali vivevano in ambiente forestale, dovevano anche essere utilizzate per aprirsi dei varchi attraverso la rigogliosa vegetazione dell’epoca. Dalla forma dei grossi molari si può dedurre che l’animale era abituato a triturare arbusti legnosi e dalla loro usura si può ipotizzare per questo esemplare un’età di circa trent’anni. I lavori di recupero furono metodici e faticosissimi, poiché osteggiati dal rigore invernale, ma il costante impegno è stato premiato dall’affioramento e dal successivo recupero dell’esemplare quasi completo, tanto da poter definire il rinvenimento dell’Elephas antiquus di Rotonda uno, se non il più importante a livello nazionale. Nel corso della successiva campagna di scavi nell’anno 2005 furono rinvenuti altri importanti reperti di animali tra cui lo scheletro di un Hippopotamus e, per la prima volta, una capanna e alcuni cocci dell’età del bronzo (1500-2000 anni a.C.) che testimoniano la presenza dell’uomo nella Valle. Anche questi reperti sono conservati nella Sala del Museo dove, inoltre, i visitatori potranno assistere alle operazioni di restauro dei fossili rinvenuti».

Giovedì 10 novembre alle ore 10,00 presso il MUGEPA (Museo Geo Paleontologico ed Archeologico) di Rotonda, conferenza stampa per ricordare la data del 5 novembre come anniversario dei 40 anni dal primo rinvenimento dei fossili e allo stesso tempo raccontare la nuova identità visiva del museo il logo perché frutto di una riflessione più ampia e rappresentativa di ciò che il Museo è, e sarà.
Interverranno Rocco Bruno, sindaco di Rotonda, Donatella Franzese, assessore al Turismo e marketing territoriale, Paola Di Cuia, Direttore Creativo di 3d Research e Co-progettista del Mugepa e Francesco Calderelli, figlio del defunto Mario, proprietario del terreno in cui avvennero i ritrovamenti e di cui lui stesso fu l’autore.
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