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PARCO MURGIA, PATRIMONIO UNESCO IN ABBANDONO

Matera, i luoghi della Civiltà rupestre restano chiusi a oltre un anno dal termine dei lavori di recupero

A oltre un anno dalla consegna dei lavori di recupero del Parco storico archeologico naturale delle chiese rupestri di Matera, siamo andati a fare un sopralluogo per vedere la situazione. E siamo partiti proprio dal ‘Centro di educazione ambientale Jazzo Gattini’ che, interamente recuperato e in attesa del bando di gestione, è ancora chiuso mentre le sue pertiene esterne vengono utilizzate come bagni pubblici da parte dei visitatori. Dirigendoci poi verso uno degli ingressi laterali dello jazzo abbiamo scoperto che gli infissi sono stati forzati, spalancati e solo la cancellata in ferro ha impedito l’intrusione di vandali o depredatori all’interno dell’area didattica che come si può vedere è stata rinnovata e dotata di impianti di condizionamento climatico. Ben visibile è il poster del progetto del Parco della civiltà rupestre che, mai entrato in fruizione, è ora solo un’effige priva di senso. Anche le immediate vicinanze del Centro visite non sono state ancora sgombrate da rifiuti alcuni dei quali arrugginiti e altri tossici che nel frattempo si potrebbero essere infiltrati nel terreno circostante. Anche i muretti a secco realizzati in recupero dello stile antico sono stati in alcune parti divelti e le pietre che li componevano gettate ai lati quando non utilizzate come oggetti contundenti. Ancora rifiuti e materiali ferrosi e di plastica gettati qua e là. Passando poi all’argomento ‘Viabilità sul Parco Murgia’, va ricordato che una delle finalità principali dei lavori di recupero del parco archeologico nonché sito Unesco era proprio quella di rendere zona pedonale con corsia ciclistica l’intero tratto che va dal Centro di educazione ambientale fino al Belvedere di Murgia Timone. Salvo il transito dei mezzi pubblici, degli autorizzati e dei mezzi di soccorso. A tal fine il varco verso il belvedere era stato protetto da una sbarra a funzionamento elettronico e da potenti videocamere che avrebbero dovuto monitorare gli eventuali accessi consentendo il transito soltanto quelli autorizzati. Ma anche qui purtroppo il costoso sistema di varco non è mai entrato in funzione né le video camere sono attive e tutto l’impianto è completamente inutilizzato. Danneggiato invece il tubolare segnaletico con i due lampeggianti luminosi notturni che nel migliore dei casi è stato vittima di una manovra sbagliata di un veicolo che lo ha letteralmente scardinato e che lì non ci sarebbe mai dovuto neanche arrivare lì. Sebbene dunque la sbarra sia inattiva resta la segnaletica verticale di divieto di transito e allora come si comporteranno gli automobilisti? I furbetti che si addentrano comunque nel Parco non mancano e malgrado una tale sequenza di segnali stradali di divieto l’impavido l’automobilista tira dritto forse attratto dall irresistibile bellezza del belvedere. E gli esempi di automobilisti non curanti dell’area pedonale si susseguono a ripetizione. Certo scopriamo poi che alcuni di loro sono dei frontisti muniti di permesso e che si stanno recando sul set del nuovo film ma ve ne sono tanti altri che ne approfittano per portare turisti sul belvedere a buon mercato in barba alle regole stradali. La Murgia dunque è ancora lontana dall’essere quel luogo patrimonio Unesco tutelato e protetto dalle istituzioni e vissuto con civiltà dai visitatori. Eppure il Parco archeologico resta uno degli scenari più belli, suggestivi e affascinanti della storia dell’umanità. Un patrimonio purtroppo incompreso sia dagli avventori irrispettosi delle regole sia da chi quelle regole dovrebbe farle rispettare.

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