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L’INCHIESTA BLOCCA IL CONSIGLIO

Sbotta la minoranza, M5S insiste sulla sfiducia: «Scappano». Pd: «Bardi riferisca». Art.1: «Si facciano da parte». Come previsto, la maggioranza non ha i numeri: Assise rinviata a data da destinarsi

Chi si aspettava di vedere i rappresentanti del centrodestra probabilmente imbarazzati o con il capo basso o chi voleva ascoltare qualche parola, sull’inchiesta sulla “mala politica”, da parte del presidente della Regione Basilicata dovrà attendere tempi migliori. Il Consiglio regionale convocato per ieri mattina non si è tenuto ed è stato addirittura rinviato a data da stabilire. Questo vuol dire che la maggioranza di centrodestra non ha ancora ben chiaro come muoversi per riapprodare in Consiglio regionale, senza ulteriori scossoni. Perchè ormai è chiaro a tutti che l’inchiesta che ha colpito il governo regionale non ha avuto solo conseguenze giuridiche ma anche politiche. È evidente che i numeri nella maggioranza sono incerti. Con le dimissioni del consigliere regionale forzista Francesco Piro (attualmente in carcere) e le misure cautelari con l’obbligo di dimora nei comuni di appartenenza per l’assessore di FI Franco Cupparo e il consigliere meloniano Rocco Leone, Bardi scricchiola. Se a questo si aggiunge il rapporto ormai incrinato con i due dissidenti leghisti Zullino e Vizziello è chiaro che serve pensare ad una veloce strategia per ritornare il prima possibile a una situazione più o meno di stabilità numerica. La maggioranza ieri, secondo rumors di corridoio, avrebbe chiesto di rinviare i lavori in attesa che la situazione giudiziaria sia più chiara. Nella capigruppo, sempre secondo i ben informati, le opposizioni si sarebbero dette contrariate a tale atteggiamento ma la maggioranza alla fine ha votato a favore dello slittamento. Slittamento che però non ha una scadenza temporale certa, se il metro di giudizio con cui sarebbe stato applicato sarebbe solo quello giudiziario. Le novità sul caso “mala politica” potrebbero giungere entro settimana ma anche arrivare in seguito bloccando così la macchina regionale. Il centrodestra avrebbe però “giustificato” questa richiesta di ulteriori giorni di fermo del parlamentino lucano per comprendere soprattutto se le misure cautelari nei confronti di Cupparo e Leone siano confermate o decadano. Al momento Bardi pare non aver ancora ben chiaro come comportarsi soprattutto nei confronti dell’assessore azzurro Cupparo. La strategia del forzista sembra quella di voler restare fermo al suo posto, probabilmente perchè convinto di poter giustificare i reati a lui contestatigli pur restando assessore. Le dimissioni da assessore al momento non sarebbero neanche state prese in considerazione, anche se Bardi a causa della situazione attuale potrebbe revocargli l’incarico. La spinta in tal senso di Bardi, però, tarderebbe ad arrivare perchè pur potendolo rimuovere dal suo incarico se lo ritroverebbe subito dopo seduto tra i banchi della maggioranza in Consiglio. E non è detto che il forzista possa restare seduto in silenzio ad appoggiare incondizionatamente il governo regionale dopo l’estromissione dalla Giunta. Perciò in questo caso Bardi potrebbe avere un “problema” numerico in meno in Giunta ma non certo in Consiglio. A tutto ciò si aggiunge anche l’“assenza” del consigliere meloniano Leone. Anche per lui l’obbligo di dimora nel suo Comune almeno per ora gli impedirebbe di partecipare alle sedute dell’Assise. Qualcuno suggerisce sia per Cupparo che per Leone il tentativo di richiesta il permesso di recarsi a Potenza per presenziare alle sedute del Consiglio regionale per motivi politici e di lavoro. Una richiesta che però non è detto che venga accolta, in quanto tra i motivi che hanno comminato la restrizione nel proprio comune di appartenenza ci sarebbe proprio il rischio di evitare una possibile reiterazione del reato. Il governatore lucano resta perciò intrappolato in un dedalo non di facile soluzione. Inoltre la necessità di presentarsi ora in Aula potrebbe essere un rischio vista l’intenzione del solo Movimento 5 Stelle di voler presentare una mozione di sfiducia. Senza l’appoggio dei “dissidenti” e l’assenza di Leone e le di- missioni di Piro per il governatore il rientro in Aula potrebbe essere non certo a suo favore. Mentre si cercano soluzioni e si avviano trattative la capigruppo è stata rinviata alla prossima settimana. C’è chi spingeva già per una riconvocazione del Consiglio per martedì prossimo ma la richiesta sarebbe stata decisamente bocciata. Probabilmente l’impasse verrà sbloccato dopo le scelte sull’affievolimento delle misure cautelari richieste dopo la fine degli interrogatori di garanzia che sino sono conclusi ieri. Intanto, tutto ciò che concerne l’attività amministrativa resta fermo.

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