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L’ITALIA NON È AUTONOMA ENERGETICAMENTE

Certamente le Comunità Energetiche possono essere un tassello importante di questo complesso mosaico

La crisi energetica che sta attanagliando tutta l’Europa ha radici lontane e, senza suscitare polemiche, è il frutto di una politica miope e spesso piegata a logiche di potere che nulla hanno a che fare con il bene del Paese.

Ci siamo crogiolati da anni su un prezzo del gas conveniente e su una moneta forte. 

Ma queste dinamiche si sono inceppate con i primi venti di guerra in Europa.

L’Europa è stata costretta ad inasprire le sanzioni, ma le conseguenze di una linea politica intransigente portano all’innalzamento del costo dell’energia, alla rincorsa all’approvvigionamento, al ripensamento tempestivo delle politiche energetiche del Paese.

E chi ci guadagna?

Gli speculatori e chi estrae il gas e gli idrocarburi.

L’inflazione continua a salire,alleggerisce le tasche degli italiani e all’orizzonte si profila un autunno glaciale.

Ed è un vero peccato che le contingenze internazionali abbiano ridimensionato gli ambiziosi obiettivi prospettati dalla transizione energetica ed ecologica.

Gli Stati sono perplessi dinnanzi allo scenario di una stagflazione e conseguente recessione economica,e si rifugiano anche nel carbone pur di non fermare la locomotiva della produzione.

Con le continue interruzioni di Nord Stream 1 e il ricatto di Gazprom, l’incertezza è aumentata e una sensazione sempre più pervasiva di disagio si avverte nella nostra quotidianità.

Le parole del Santo Padre in tal senso dovrebbero farci riflettere.

Francesco avverte che la natura è il meraviglioso regalo che Dio ci ha donato e gli uomini dovrebbero tutelare l’ambiente in cui vivono.

Di analisi sul cambiamento climatico dovuto all’inquinamento ne leggiamo tutti i giorni e ogni commento risulta pleonastico, ridondante, retorico.

Servono delle soluzioni concrete, praticabili, attuabili nel breve tempo

E ci vuole una politica che sappia ascoltare e sia disposta ad investire su un progetto reale di transizione energetica.

Partiamo da un semplice dato di fatto: l’Italia non è autonoma energeticamente è la sudditanza verso altre nazioni è dovuta proprio a questo.

Ma se l’Italia non è autonoma ed è soggetta alle turbolenze internazionali, dobbiamo reinventarci la politica energetica, cominciando a pensare città sostenibili, comunità autosufficienti, produzione di energia da fonti rinnovabili, capacità di accumulo dell’energia e distribuzione sul territorio, con conseguente abbattimento reale del costo della bolletta.

Certamente le Comunità Energetiche possono essere un tassello importante di questo complesso mosaico.

Ma per costituire una Comunità Energetica associazioni di categoria, imprese, comuni e tutti i cittadini dovrebbero essere coinvolti in una rivoluzione culturale enorme.

E la rivoluzione culturale consiste proprio nel fare comunità nel vero senso della parola, una comunità in cui il cittadino, le imprese, i comuni diventano produttori e consumatori (prosumer) di energie da fonti pulite (FER).

Il quadro normativo europeo, nazionale e regionale è quasi del tutto delineato, le Comunità Energetiche possono diventare, da opportunità teoriche, a concrete realtà virtuose.

l’Europa è in prima linea nel promuovere modelli virtuosi di sostenibilità come in Danimarca e Germania.

In Basilicata le Comunità Energetiche potrebbero essere il vero punto di svolta. 

Siamo una regione piccola, ma tra le più virtuose in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili e abbiamo anche le competenze per poter immaginare un Piano Energetico che funga da progetto pilota per tutte le altre regioni.

Basta avere la volontà di investire ed avere una visione lungimirante del sistema Basilicata.

Siamo la Regione con maggiore attività estrattiva sul territorio, percepiamo le Royalties che potrebbero essere investite sulla sostenibilità dei processi di produzione e distribuzione dell’energia, promuovendo per primi in Italia il concetto di filiera corta energetica.  

Con le Comunità Energetiche potremmo diventare anche attrattore economico, far rientrare le migliori intelligenze vittime di una diaspora sempre più preoccupante e potremmo pensare alla Basilicata come la Regione guida della transizione ecologica ed energetica.

La Comunità Energetica non è un sogno da propagandare, ma un esempio concreto di innovazione tecnologica, investimento intelligente, sostenibilità, indipendenza economica, autonomia energetica, maggiore forza diplomatica nei consessi internazionali, reale beneficio per i cittadini.

Luigi Marsico

 

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