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MURO, “OMAGGIO A RON GALELLA”

Una serata dedicata al “the king of paparazzi”, il murese che fu fotografo di star mondiali

Presso il Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano, si è svolta una serata per celebrare l’illustre “concittadino” Ron Galella, fotografo, o meglio “Paparazzo” di fama internazionale, venuto a mancare in aprile, nel New Jersey, dove risiedeva negli Stati Uniti.

Ad introdurre la serata, il Direttore museale, Gennaro Napodano, seguito dal benvenuto ai presenti da parte dell’amministrazione comunale, nella persona della Vicesindaco Rosalba Zaccardo, Assessore alla cultura, e Annamaria Mauro, Direttore regionale Musei Basilicata (ad interim). Per la parte tecnica e prettamente rivolta alla fotografia invece ad omaggiare il “re delle stelle”, Michele Abriola fotografo professionista.

Il Museo di Muro Lucano ospita anche una collezione permanente ricca di scatti fotografici: Il volto teso, nervoso e affascinante di Marlon Brando,  l’eleganza paradigmatica di Jackie Kennedy. Ma anche istanti rubati ad Andy Wahrol e a Sofia Loren. Un percorso in bianco e nero tra i volti indimenticabili di divi e divine del jet set internazionale. Sono solo alcuni dei ritratti glamour, divertenti e, talvolta, irriverenti, scattati da Galella.

Una esposizione che celebra il lavoro di un fotografo d’eccezione, divenuto una delle voci narranti di oltre mezzo secolo di storia del costume occidentale.

Dal 1965 in poi, Ron Galella ha inseguito, stanato e fotografato i grandi personaggi del suo tempo, riuscendo a coglierli nella loro straordinaria quotidianità, agendo quasi sempre di sorpresa, a loro insaputa e spesso contro la loro volontà.

Immagini rubate e scattate a raffica, frutto di appostamenti, depistaggi, camuffamenti, inseguimenti, lunghe attese, nello sprezzo di ogni rischio, fisico o legale.

Le conseguenze furono spesso cause legali, come quelle di Jackie Kennedy, o pestaggi come quello subito dalle guardie del corpo di Richard Burton, o dallo stesso Marlon Brando che, con un pugno, gli ruppe una mascella.

In ogni caso questa sua straordinaria e pericolosa attività gli è valsa soprannomi come “Paparazzo Extraordinaire” da Newsweek e “Il Padrino dei paparazzi americani” da Time e Vanity Fair.

E non è un caso se le sue foto sono conservate nei più importanti musei al mondo, dal MOMA di New York all’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, dalla Tate Modern di Londra all’Helmut Newton Foundation di Berlino.

E sono state acquistate da importantissime collezioni private in tutti e cinque i continenti.

Non c’è un grande personaggio del jet-set internazionale di quel periodo che Galella non abbia fotografato.

Il suo archivio di oltre 3 milioni di scatti è pieno di scatole di fotografie – per la maggior parte in bianco e nero – di attori, musicisti, artisti e celebrità di ogni tipo.

Nel 2009 il comune di Muro Lucano gli ha conferito la cittadinanza onoraria e fu proclamato lucano insigne nel 2010.

Tornò in Europa per partecipare al Festival del Cinema di Londra dove venne proiettato il film “Smash his camera” che racconta la storia della sua vita e ad ottobre dello stesso anno raggiunse Muro Lucano, luogo di nascita del padre Vincenzo, per apporre un bassorilievo che li raffigura insieme, sulla facciata della casa natale in piazza Matteotti.

Nell’agosto 2019 il nipote venne a Muro a ripercorrere le orme della famiglia di Ron. Un legame che lo stesso artista non aveva mai intimamente spezzato.
Fino alle sue ultime ore di vita, all’età di 91 anni, ha fatto ciò che più amava nella vita, condividendo il suo lavoro.
CHI ERA, uomo dalla vita straordinaria:
Nato a New York da una famiglia di origini muresi: suo padre Vincenzo, ebanista, era nativo di Muro Lucano; sua madre, statunitense, era figlia di immigrati provenienti da Benevento.
La passione per la fotografia nasce in lui durante il servizio militare, conseguendo la laurea in fotogiornalismo. Dopo gli studi inizia a fotografare personaggi famosi durante le première cinematografiche e vende le proprie foto a tabloid statunitensi.
Galella diventa ben presto noto per il suo approccio fotografico, ritraendo personalità illustri al di fuori dei riflettori, rischiando persino la sua incolumità. Con il suo innovativo modo di immortalare i divi di Holliwood, fu coniato il termine paparazzo, ancora oggi usato per definire questa categoria di fotografi.
In 40 anni di una carriera  senza precedenti, ha accumulato il più grande archivio al mondo da un’unica fonte dedicata alla cultura popolare, scattando più di 3.000.000 di fotografie ritraenti personaggi dello star system. Per questo è stato definito “voce narrante” di oltre mezzo secolo di storia del costume occidentale.
Le sue fotografie vengono acquistate ed inserite su testate giornalistiche come TimeVogueVanity FairPeopleRolling StoneThe New York TimesLife ed esibite nei musei e nelle gallerie di tutto il mondo. Una sezione del Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano è dedicata ai suoi celeberrimi scatti, tra personaggi di fama nazionale e mondiale.
Oltre all’attività di paparazzo, è stato anche autore di diversi libri.
Nell’aprile del 1979 Galella ha sposato Betty Burke, e con lei iniziò ad aggiungere fotografi al suo staff: l’agenzia fotografica ampliò notevolmente la propria portata nella copertura delle celebrità.

Nel 1992 la coppia si trasferì dal loro quartier generale al New Jersey, dove attualmente risiedeva.

Andy Warhol definì Galella il suo “fotografo preferito”. Avevamo la “stessa malattia sociale”, commentò Ron, parlando del loro interesse compulsivo per le celebrità.

Nel 2009 il comune di Muro Lucano gli ha conferito la cittadinanza onoraria e fu proclamato lucano insigne nel 2010.

Tornò in Europa per partecipare al Festival del Cinema di Londra dove venne proiettato il film “Smash his camera” che racconta la storia della sua vita e ad ottobre dello stesso anno raggiunse Muro Lucano, luogo di nascita del padre Vincenzo, per apporre un bassorilievo che li raffigura insieme, sulla facciata della casa natale in piazza Matteotti.

Nell’agosto 2019 il nipote venne a Muro a ripercorrere le orme della famiglia di Ron. Un legame che lo stesso artista non aveva mai intimamente spezzato.
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