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IL ROSA SBIADITO DELLE CANDIDATURE DI GENERE

L’intervento in vista delle elezioni l’appello di “potenza città per le donne”. «uomini non abbiate paura delle competenze delle donne»

Se poniamo il nostro sguardo all’Europa in relazione alle politiche di genere, il nostro occhio non può che mettere a fuoco la Gender Equality Strategy 2020-2025, un documento approvato dal Parlamento dell’Unione Europea nel 2021, che definisce le azioni significative volte a garantire parità e opportunità nel mercato del lavoro e il pieno raggiungimento dell’equilibrio di genere nei processi decisionali e politici. Sul solco di questo documento anche in Italia ne è stato redatto un altro, la c.d. Strategia Nazionale sulla parità di genere che già tra le prime righe definisce la “parità di genere come uno straordinario motore di crescita e uno dei capisaldi più rilevanti e urgenti dell’agenda di sviluppo e progresso dei Paesi”. Il documento indica ben cinque priorità strategiche sulle quali concentrarsi e proprio l’ultima fa riferimento a una parola che oggi, guardando al prossimo 25 settembre, è una sulle quali occorrerebbe interrogarsi: il potere. “La fotografia italiana della rappresentanza femminile- cita testualmente – nelle posizioni di potere e negli organi direzionali di natura politica,  economica e sociale è significativamente migliorata, principalmente grazie a iniziative quali la Legge Golfo-Mosca. Tuttavia è ancora rilevante la disparità nelle aziende non soggette alla Legge e rimangono significative le discrepanze in posizioni apicali di altra natura” compresa quella politica aggiungerei. Potenza Città per le Donne da tempo, attraverso il suo manifesto e le iniziative messe in campo negli ultimi anni, ha più volte evidenziato di voler intraprendere un percorso di confronto in cui tutte le donne e gli uomini lucani possano riconoscersi e proporre alle istituzioni un approccio e un piano di azioni che renda le nostre città a misura di donne, non solo perché possano finalmente avere tutti i diritti che la nostra Costituzione sancisce, ma soprattutto per avviare quel cambiamento profondo che la società chiede per ritrovare equilibrio. Tra i verbi che costituiscono il manifesto infatti, DECIDERE riveste un ruolo fondamentale. Cosa accadrà in un autunno che si prospetta molto caldo? Tra le intenzioni e la concretezza delle azioni ci sarà corrispondenza? Quanto realmente questi principi si trasformeranno in donne in posizioni apicali? E in Basilicata? Le donne potranno essere protagoniste di questo paventato cambiamento? Qualche dubbio dobbiamo porcelo in quanto troppo spesso il mero riconoscimento della titolarità di nuovi diritti non corrisponde affatto ad assicurare il loro pieno godimento. L’idea che la politica sia chiamata a essere il contesto primario in cui anche le donne possano manifestare la loro piena rappresentanza e che tale possibilità possa finalmente rendere la società più inclusiva e rispettosa della natura duale della democrazia, credo debba essere il presupposto essenziale per “costruire” questa campagna elettorale in maniera totalmente differente, dove le donne non vengano relegate a mere riempi liste ma diventino finalmente protagoniste del tanto professato cambiamento. Questo è il tempo in cui i partiti politici devono pensare alle donne come ricchezza e valore, dove le competenze devono diventare le reali leve del rinnovamento, dove si è necessario comprendere che la e presenza femminile nelle posizioni decisionali non è soltanto una questione di diritti ma anche e soprattutto strategica. Una società che riconosce l’apporto significativo della leadership delle donne è una società che sa guardare al futuro costruendo concretamente quel cambiamento culturale di cui si sente tanto parlare ma che io personalmente vedo ancora sbiadito. È bene che si comprenda una volta per tutte che non si sta parlando di competenze maschili da sacrificare, ma di nuove competenze da includere, in un’ottica di diversità intesa come valore, da tutelare non solo per assicurare l’eguaglianza sostanziale, ma anche per raggiungere la piena efficienza dei diritti delle donne sanciti dalla nostra Costituzione. A quarant’anni dalla morte di Carla Lonzi, concluderei con le sue parole: “La donna non va definita in rapporto all’uomo. Su questa coscienza si fondano tanto la nostra lotta quanto la nostra libertà” per affermare che quella delle donne non è tanto una lotta per l’uguaglianza quanto una battaglia intelligente per affermare le differenze e determinare una società che valorizzi sia gli uomini che le donne in termini di competenze e saper fare concretamente. Mi auguro che questa volta la Basilicata possa essere virtuosa, almeno lo spero…

Simona Bonito

Coordinatrice Regionale della rete Pzxd

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