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MONTE CRUGNAME, C’È LA SVOLTA

La Soprintendenza blocca tutto: reperti archeologici risalenti anche a 2 mila e 500 anni fa


L’autorizzazione alla cava va rivista, va apposto il vincolo: nell’area anche un’antica necropoli


Strano che per un ex senatore quale lo è stato l’attuale assessore regionale all’Ambiente, la lettura della documentazione relativa ad una procedura di specifica competenza, non sia riuscita agevole. Sul progetto della Cementeria Costantinopoli Srl inerente alla coltivazione mineraria di una cava di quarzareniti in località Monte Crugname nel Comune di Melfi, il “cambio di passo” del neo assessore al ramo, è sul punto di ricevere la bollinatura ufficiale di improduttiva fretta.

Latronico ha spinto per far approvare in Giunta, il 4 maggio, l’autorizzazione unica regionale, e adesso incapperà nella scure della Soprintendenza Archeologica. Come a conoscenza del Comitato tecnico regionale per l’Ambiente, nell’ambito dell’iter dell’autorizzazione in questione, la Soprintendenza stava proseguendo lo studio di approfondimento sull’interesse culturale e paesaggistico dell’area in questione. Le conclusioni dello studio che col “cambio di passo” non si aveva la pazienza di attendere, ora ci sono.

Per esempio, le indagine topografiche condotte dall’Università di Foggia su incarico del Comune di Melfi, hanno permesso di recuperare le tracce di un’antica viabilità tratturale, non mappata in precedenza. Plurimi i tratturi, tra cui quello che potrebbe essere di San Guglielmo, ovvero quello lungo il quale transitavano i pellegrini da e verso il santuario abbazia di Montevergine in provincia di Avellino.

Poi c’è, come da approfondimenti della Soprintendenza, anche la necropoli di circa 100 tombe datate tra il sesto e il quinto secolo avanti Cristo, e un terrazzo con sepolture e resti di un insediamento del quarto-terzo secolo avanti Cristo. Tutto ciò a circa soli mille metri dall’area della prevista cava di Monte Crugname. Per questi e altri motivi, dal Ministero della Cultura, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, la non buona notizia per l’assessore Latronico che rispetto al suo predecessore, Gianni Rosa, ha operato precipitosamente sull’autorizzazione della cava di quarzareniti.

Il cosiddetto contesto di giacenza, ha notevole valenza culturale e paesaggistica, che la Soprintendenza intende tutelare con i relativi strumenti di legge a disposizione. L’area non è ancora sottoposta a provvedimenti di tutela archeologica e paesaggistica, ma il vincolo è dietro l’angolo.

Per meglio comprendere, da un lato Latronico ha teso la mano alla Cementeria Costantinopoli, dall’altro, nel breve termine, siederà allo stesso tavolo della Soprintendenza per l’individuazione di una zona di interesse archeologico ai fini dell’apposizione del conseguente vincolo paesaggistico. Bastava attendere una ventina di giorni e il “papocchio” non si sarebbe consumato.


 

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