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LA LEGA CHE NON LEGA PIÙ CON LA BASILICATA

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Ricordate i tamburi con cui Marti portava la Lega in guerra contro l’apatia di Bardi a rilanciare la sua azione di governo? E ricordate anche l’esibizione muscolare delle dimissioni di Fanelli e Merra? Ora, lasciamo stare che in quella guerra di posizionamento c’erano pure le aspirazioni del soldato Altomonte che Pepe ha sognato far sedere sulla poltrona di dg di AL e che su quelle dimissioni il postino sia cascato di brutto, visto che non sono mai arrivate a destinazione, ma la questione di merito è invece quella che il Bardi bis e ter, come l’araba fenice, è rinato dalle proprie ceneri uguale se non peggiore di prima tanto per l’assenza d’una pezza d’aggiornamento programmatico quanto per lo stesso pacchetto assessorile Fanelli-Merra che pure avrebbe dovuto strillare invece d’ammutolirsi colpevolmente. Se poi al quadretto ci aggiungete la tecnica del bostik con cui Cicala s’è incollato alla proroga infinita della presidenza del consiglio, l’inconsistenza amministrativa di Guarente, peggior leghista in giro e lo sfacelo della governance di enti e partecipate da parte dei nominati di turno, allora capirete perché la Lega ormai non “Lega” più con la Basilicata. Cantano gli Articolo 31: “Volevo dire lega…no, oh! Non dire lega, non dirlo!”

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