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SE IL GIOVANE GUARENTE HA PIÙ ESPERIENZA DI BARDI

L’analisi, il sindaco Guarente a confronto col più maturo presidente della Regione: due modi di amministrare molto diversi


DI MASSIMO DELLAPENNA


L’INASPETTATA VITTORIA

Tre anni fa il centrodestra coglieva, a distanza di pochi mesi due inaspettate vittorie: la Regione Basilicata e il Comune di Potenza. Due personalità differenti si insediavano alla guida della Città Capoluogo e della Regione Basilicata.

Il Presidente della Regione, scelto da Forza Italia, sconosciuto ai più era un generale in pensione, estraneo al mondo della politica.

Il Sindaco di Potenza, scelto dal Senatore Pepe – anche a dispetto di chi voleva riproporre De Luca – era un giovanissimo, da sempre impegnato in politica, militante della Lega e protagonista della campagna elettorale che aveva portato lo stesso Pepe in Senato.

DUE MODI DIVERSI DIFRONTE ALLA CRISI

Se qualcuno avesse voluto scommettere un penny su chi dei due fosse più maturo e su chi avrebbe potuto commettere più errori, qualsiasi scommettitore avrebbe ritenuto Bardi più pronto ad affrontare le eventuali difficoltà.

Nel giro di un mese i fatti si sono incaricati di smentire le previsioni più probabili. Davanti alla crisi di maggioranza e al giro di boa, Guarente ha dimostrato più decisionismo ma anche più capacità di riflessione del Generale, la cui esperienza in Accademia evidentemente non lo ha formato a gestire le crisi politiche.

LA QUESTIONE FRATELLI D’ITALIA

In entrambe le istituzioni, infatti, i capi delle coalizioni vincenti si sono trovate a dover gestire la crescita di consensi e di presenza istituzionale di FdI che, partito alle elezioni come alleato più piccolo, è diventato nel giro di tre anni quello con la maggiore forza e prospettiva di crescita.

Mentre Guarente ha risolto la crisi con un rimpasto in pochi giorni, lasciando a Fratelli d’Italia i due posti in Giunta senza nominare nessuno, il Generale è rimasto impantanato nella crisi da ottobre per poi decidere con un’azione fulminea di escludere il partito della Meloni dal Governo Regionale, con conseguente passaggio all’opposizione del primo partito italiano e successive minacce di sfiducia e necessari accomodamenti.

LA POLITICA COME MEDIAZIONE E DECISIONE

A distanza di un mese dai rispettivi azzeramenti di Giunta, mentre Guarente può continuare a Governare aspettando serenamente che FdI decida gli assessori da designare, il Generale si trova ancora in mezzo al guado. Domani si riuniranno gli stati maggiori dei partiti di centrodestra mentre Fratelli d’Italia ha già fatto sapere che attende segnali decisi di apertura da parte di Bardi, in mancanza dei quali firmerà e voterà la mozione di sfiducia.

Tradotto dal politichese significa che senza i due assessori il partito della Meloni è pronto a votare con le opposizioni, la quale cosa in mancanza del soccorso rosso già negato dalle opposizioni determinerà la fine anticipata della legislatura.

Dopo la riunione romana si saprà cosa deciderà FdI e cosa decideranno i vertici del centrodestra. Certo FdI non potrà smentire la sua posizione e far finta che nulla sia accaduto a meno di apparire un partito senza spina dorsale.

Qualora le previsioni fossero giuste e la richiesta dei due assessorati non fosse derogabile, al Generale resteranno due ipotesi: rimangiarsi la Giunta dimostrando così la leggerezza del suo decisionismo o dimettersi per evitare il voto di sfiducia in Aula che, anche se non dovesse passare per assenze strategiche dimostrerebbe l’insussistenza di una maggioranza politica.

LA VITTORIA DI GUARENTE

Intanto, mentre proseguono gli sbalzi di umore dalle parti di via Verrastro, nella città di Potenza le cose possono essere affrontate con tutta calma, senza rallentamenti della macchina amministrativa e senza mozioni di sfiducia calendarizzate.

La dimostrazione lampante che per guidare un’amministrazione è sempre meglio un giovane politico che un uomo esperto in tutto tranne che in politica. Una scommessa vinta da Pepe che tre anni fa impose Guarente a sindaco di Potenza e persa da chi, invece, da Roma e senza conoscere il territorio imponeva Bardi a via Verrastro.

Una scommessa che potrebbe servire come lezione per il futuro che potrebbe non essere troppo lontano se il Generale non dovesse arrendersi alle richieste di FdI.


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