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17 FEBBRAIO : SEGNALI DI GUERRA I PROIETTILI HANNO COLPITO UN ASILO

Secondo le informazioni del canale Telegram di Anatoly Stirlitz, c’erano bambini all’asilo al momento della sparatoria. Secondo i dati preliminari, non sarebbero rimasti feriti

MINSK “OSPITEREMO ARMI NUCLEARI SE L’OCCIDENTE MINACCIA” #Ucraina 

RUSSIA ? UCRAINA 

Снаряди потрапили у дитячий садок: росіяни обстріляли Станицю Луганську з важкої артилерії, двоє цивільних зазнали контузій

I proiettili hanno colpito un asilo: i russi hanno sparato con artiglieria pesante contro il villaggio di Luhansk, due civili sono rimasti feriti

Російські бойовики обстріляли Станицю Луганську, внаслідок чого снаряди потрапили у дитячий садочок, а двоє цивільних осіб отримали контузії

Про це повідомляє Операція об’єднаних сил.

Militanti russi hanno sparato sul villaggio di Luhansk, a seguito del quale i proiettili hanno colpito un asilo e due civili sono rimasti feriti Lo ha riferito l’operazione Joint Forces.

Вранці 17 лютого російські окупаційні війська здійснили обстріл населеного пункту Станиця Луганська, що на Луганщині. Снаряди потрапили у споруду дитячого садочку, внаслідок чого двоє вихотельок зазнали контузій.

La mattina del 17 febbraio, le forze di occupazione russe hanno bombardato il villaggio di Stanytsia Luhanska nella regione di Luhansk.
I proiettili hanno colpito l’edificio dell’asilo, a seguito del quale due insegnanti hanno riportato ferite.

“Також ушкоджень зазнала й комунальна інфраструктура – половина населеного пункту залишилася без електроживлення”, – йдеться у повідомленні.

“Anche le infrastrutture comunali sono state danneggiate: metà dell’insediamento è rimasta senza elettricità”, si legge nella nota.

Згідно з інформацією з Telegram-каналу Анатолія Штірліца, на момент обстрілу в дитячому садочку були діти. За попередніми даними, вони не постраждали.

Secondo le informazioni del canale Telegram di Anatoly Stirlitz, c’erano bambini all’asilo al momento della sparatoria. Secondo i dati preliminari, non sarebbero rimasti feriti.

Зазначається, що військовослужбовці операції Об’єднаних сил оперативно евакуювали мирних мешканців в укриття.

Si dice che le forze alleate abbiano evacuato i civili nei rifugi.

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Crisi Ucraina, Di Maio incontra Lavrov: sì della Russia a soluzione diplomatica

“Sentiamo affermazioni della Russia sul ritiro delle truppe, ma non abbiamo visto alcun segno fino ad ora di de-escalation sul terreno”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Speriamo per il meglio, ma siamo pronti per il peggio”.
I ribelli filorussi: Kiev ci bombarda, risponderemo.
Lavrov: oggi invieremo lettera per rispondere a Usa

“Oggi invieremo la lettera di risposta agli Stati Uniti, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa a Mosca con Luigi Di Maio. Secondo il ministro degli Esteri italiano “c’è tutta la disponibilità russa a trovare una soluzione diplomatica alla crisi” in Ucraina e lo stesso vale da parte di Kiev. E questa strada “significa evitare ogni tipo di sanzioni”. Ma restano tensioni sull’annuncio russo sul ritiro delle truppe, che gli Usa definiscono “falso”. I ribelli filorussi nel Donbass denunciano: “Kiev ci bombarda”. “L’Ucraina non rinuncerà mai alla Nato”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Zelensky: l’Ucraina non rinuncerà mai alla Nato
L’adesione alla Nato è una “garanzia di sicurezza” sulla quale l’Ucraina non e’ disposta a compromessi. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky alla Bbc. Alla domanda se Kiev fosse pronta a rinunciare alla sua ambizione di entrare a far parte dell’Alleanza, come pretende Mosca per superare la crisi, Zelensky ha risposto: “Non è questione di ambizione. Abbiamo perso 15.000 persone. Non è un’ambizione, è la nostra vita, riguarda il futuro delle persone. Se parliamo di Nato, Ue, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è
quello che vogliamo e faremo per il nostro futuro”

Minsk: ospiteremo armi nucleari se l’Occidente minaccia
La Bielorussia, alleata della Russia di Vladimir Putin, è pronta ad ospitare “armi nucleari” in caso di minaccia occidentale. Lo ha detto il presidente bielorusso Alexander Lukashenko

Ucraina, Cremlino: ritiro militari russi “richiede tempo”
Il ritorno delle forze russe alle loro caserme del confine con l’Ucraina “richiederà tempo”. Lo ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, mentre l’Occidente continua ad accusare Mosca di ammassare truppe e di non vedere segni di ritiro.
“Il ministro della Difesa ha indicato che alcune fasi delle esercitazioni stanno volgendo al termine e che gradualmente i militari torneranno alle loro basi permanenti”, ha detto ai giornalisti Peskov, spiegando che si tratta di “un processo che si richiede tempo”

Ucraina, Kiev: “Colpi mortaio ribelli contro strutture civili”
“Il villaggio ucraino di Stanytsia Luhanska (16km a nord di Luhansk, ndr) è stato bombardato con armi pesanti dal territorio occupato del Donbas. Sono state danneggiate infrastrutture civili”: lo ha reso noto su Twitter Dmytro Kuleba, il ministro degli Esteri ucraino. “Chiediamo a tutti i partner -ha aggiunto- di condannare rapidamente questa grave violazione degli accordi di Minsk da parte della Russia in una situazione di sicurezza già tesa”.

Ucraina, Kiev: bombe filorussi hanno colpito asilo, 2 feriti
Le autorità militari a Kiev hanno denunciato che, durante i bombardamenti dei ribelli
filorussi nei territori del Donbass, uno dei proiettili ha colpito un asilo nido a Stanytsia Luhanska (una cittadina a 16km da Luhansk). I bambini e il personale sono stati immediatamente evacuati, ma secondo le autorità militari russe sono rimasti feriti due
operai addetti al giardinaggio. Nel cannoneggiamento, secondo Kiev, sono state danneggiate anche le infrastrutture comunali e metà della cittadina è rimasta senza elettricità. “I militari hanno comunque messo al sicuro i civili”, ha aggiunto l’esercito.

Ucraina, Cremlino: la tensione nel Donbass è in aumento

Il Cremlino sta monitorando l’escalation della tensione nel Donbass e sta osservando
l’enorme potenziale offensivo delle forze ucraine di stanza lungo la linea di contatto, ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “In effetti, leggiamo e vediamo i
rapporti da li’. Naturalmente, il nostro esercito ha più informazioni, considerando i dati provenienti da fonti speciali. Ma è ovvio anche senza tali informazioni che le tensioni stanno aumentando”, ha detto Peskov citato dall’agenzia Interfax.

Ucraina, Di Maio: consiglio Nato-Russia per superare crisi
“Il Consiglio Nato-Russia è uno dei consessi per superare questa crisi (riguardante l’Ucraina, ndr) e per discutere della sicurezza europea” più in generale: lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella conferenza stampa congiunta con il suo omologo russo, Serghei Lavrov, al termine dell’incontro che hanno avuto a Mosca.
“Un consiglio Nato-Russia funzionante può essere un ottimo luogo di dialogo per arrivare a una soluzione che possa essere nell’interesse di tutti”, ha aggiunto Di Maio

Ucraina, esercito: i separatisti hanno colpito un asilo 

L’esercito ucraino ha reso noto che le forze separatiste appoggiate dalla Russia nell’Ucraina orientale hanno sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk, colpendo un asilo. Secondo i militari, non ci sono stati feriti. Lo riporta il Guardian, che pubblica alcune immagini diffuse da ufficiali militari ucraini che mostrano l’asilo danneggiato preso di mira nel villaggio di Stanytsia Luhanska

Lavrov: nessun accordo senza esclusione allargamento Nato
“Non risolveremo tutti i problemi finche’ non ci metteremo d’accordo su alcuni punti, è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa con il titolare della Farnesina Luigi Di Maio
in merito alle sanzioni Ue sulla crisi in Ucraina.

Di Maio: lavoriamo ad un incontro Draghi-Putin a Mosca
“Con il ministro Lavrov stiamo coordinando la data per un incontro tra Draghi e Putin”,
accettando l’invito del presidente russo al presidente del Consiglio per una visita a Mosca. Lo ha detto il titolare della Farnesina Luigi Di Maio nella conferenza stampa a Mosca con Serghei Lavrov.

Cremlino: situazione può ‘incendiarsi’ in ogni momento
Le “provocazioni” delle forze ucraine nel Donbass “si sono intensificate nelle ultime 24 ore” e la Russia ritiene che la situazione ai suoi confini potrebbe “incendiarsi in ogni momento”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass

Lavrov: Sanzioni? Non credo Italia vuole fomentare tensione
“Le sanzioni non possono essere varate se almeno un Paese sarà contrario. Non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensione”, anzi “noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia” che e’ quella di “non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa con il titolare della Farnesina Luigi Di Maio in merito alle sanzioni Ue sulla crisi in Ucraina.

Ucraina, Lavrov: esercitazioni russe finiscono domenica
“Come previsto, il 20 febbraio finiscono le esercitazioni russe in Bielorussia, se ci sarà o meno un’escalation non dovete chiederlo a noi, ma ai propagandisti in Occidente”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in conferenza stampa rispondendo a una domanda sul ritiro delle truppe russe al confine con l’Ucraina e il
possibile inizio di un’escalation

Ucraina, Di Maio: dialogo con Russia imprescindibile
“Il dialogo con la Russia è imprescindibile”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella conferenza stampa a Mosca con il ministro russo Lavrov. “La Russia è disponibile alla diplomazia – prosegue il ministro degli Esteri italiano – la risposta russa agli Usa è un ottimo segnale. Draghi a Mosca? In una data ancora da definire. – “Lavorare tutti insieme per una soluzione diplomatica significa evitare ogni tipo di sanzioni”, conclude

Di Maio: armi lascino spazio a diplomazia, pace unica via

“Deve prevalere la diplomazia, il buon senso, la strada maestra per evitare un conflitto che potrebbe generare conseguenze devastanti per l’intero Continente. La pace, che allontana ogni dramma dagli effetti incontrollati, è la direttrice da continuare a seguire, è l’unica via che può condurci a una duratura stabilità. Le armi lascino lo spazio alla diplomazia. L’Italia è tra i Paesi più attivi per raggiungere questo obiettivo”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella conferenza stampa a Mosca con il ministro russo Lavrov

Lavrov: oggi la nostra risposta pubblica a Usa

“Oggi invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo
indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa a Mosca con Luigi Di Maio.

Ucraina, Di Maio a Lavrov: ‘si può contare su Italia per soluzione diplomatica’
“L’Italia è sempre impegnata in prima fila per una soluzione diplomatica e si può contare sull’Italia per raggiungere una soluzione diplomatica” nella crisi ucraina. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nelle dichiarazioni all’inizio dell’incontro a Mosca con il ministro russo Sergei Lavrov. “Sono molto interessato alla tua valutazione dei fatti e a come procedere verso una soluzione diplomatica che anche tu hai più volte invocato”, ha detto il capo della Farnesina rivolto al responsabile della diplomazia di Mosca.

Ucraina, Lavrov: Mosca e Roma vogliono continuare contatti
I leader di Russia e Italia, Vladimir Putin e Mario Draghi “sono favorevoli a continuare i contatti” e col ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “abbiamo parlato di possibilità future” in questo senso. Lo ha detto il capo della diplomazia russa, Serghei Lavrov, al termine dei colloqui a Mosca col titolare della Farnesina, durati oltre un’ora. Secondo Lavrov, il colloquio ha puntato l’attenzione sui temi su cui hanno trovato punti di accordo Putin e Draghi nella loro ultima telefonata

Ucraina, von der Leyen: speriamo in meglio ma pronti a peggio
“Speriamo per il meglio ma siamo pronti al peggio”. Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in merito alla crisi tra Russia e Ucraina. “La diplomazia non ha ancora detto la sua ultima parola e questo è buono. Abbiamo ancora speranza che la pace prevarrà e apprezzo gli sforzi di tanti leader per
l’impegno con entrambe le parti per trovare una soluzione diplomatica”, ha spiegato von der Leyen ricevendo il premier ceco, Petr Fiala.

Ucraina, Usa: la Russia ha aggiunto altri 7.000 militari al confine
Casa Bianca: falso l’annuncio del ritiro, Mosca pronta a un pretesto per attaccare

La Russia non solo non ha ritirato truppe, ma ha aggiunto almeno altri “7.000 militari” ai confini con l’Ucraina: lo ha riferito una fonte della Casa Bianca. Alcune delle nuove truppe sono arrivate mercoledì, ha aggiunto la fonte ufficiale Usa, definendo “falso” l’annuncio del ritiro da parte di Mosca. La Russia potrebbe lanciare “in qualsiasi momento” una operazione che funga da falso pretesto per invadere l’Ucraina, ha concluso la fonte. La vicepresidente americana Kamala Harris incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a margine della Conferenza di Monaco sulla sicurezza.

Il presidente americano Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno esortato Mosca a prendere misure concrete per disinnescare le tensioni, avvertendo che finora non è stato osservato alcun ritiro significativo delle truppe russe dal confine con l’Ucraina. “La Russia deve compiere passi concreti verso la de-escalation”, hanno affermato i leader, secondo una dichiarazione rilasciata dalla cancelleria tedesca a seguito di una telefonata tra i due alleati. Nella loro telefonata, Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz “hanno discusso le loro rispettive conversazioni con il presidente russo Putin e ucraino Zelensky sul continuo rafforzamento militare russo ai confini dell’Ucraina”. Lo rende noto la Casa Bianca. I due leader “hanno ribadito il loro impegno verso la sovranità e integrità territoriale ucraine e hanno sottolineato l’importanza di un coordinamento transatlantico continuo sulla diplomazia e le misure di deterrenza e il rinforzo del fianco orientale della Nato se la Russia invade l’Ucraina”

E’ una guerra per ora solo di nervi quella che si sta consumando tra l’Occidente e Vladimir Putin sulla frontiera ucraina. All’indomani dell’annuncio del Cremlino sulla fine parziale delle esercitazioni e il rientro dei soldati alle loro basi, la Nato continua a non vedere “alcun ritiro delle truppe russe dai confini dell’Ucraina. Anzi – ha accusato il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg nel corso della ministeriale Difesa a Bruxelles – Mosca sta inviando altre forze”. L’Occidente, immagini satellitari alla mano, teme insomma il bluff dello zar e oggi si è mostrato unito come non mai nel respingere l’assalto ibrido russo per forzare la mano a Europa, Usa e Nato su un nuovo assetto di sicurezza. Con l’Alleanza che sta valutando un rafforzamento “di lungo termine” del fianco est e l’Italia, rappresentata dal ministro Lorenzo Guerini, che si è detta “pronta a fare la sua parte” sull’invio di truppe per la deterrenza. Certo, segnali di apertura diplomatica da Mosca ci sono, tutti i leader lo riconoscono. “Dopo le parole però adesso ci vogliono i fatti”, ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Se di distensione si tratta, è al rallenty. Come confermano anche le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “Le truppe russe non se ne vanno davvero, si avvicendano”, ha avvertito, aggiungendo quasi a farsi coraggio che il suo Paese “non teme nulla e nessuno” ed è pronto a difendersi. Accogliendo al quartier generale i 30 ministri della Difesa alleati, Stoltenberg non a caso ha definito le “minacce militari” della Russia come un tentativo d’imporre “una nuova normalità” nell’est. E ottenere concessioni. Ma ha anche professato “cauto ottimismo” per la volontà manifestata da Putin di voler proseguire il percorso della diplomazia. In Crimea d’altra parte le immagini rilanciate dai media mostrano i mezzi russi lasciare la penisola – annessa nel 2014 – attraverso il ponte costruito (a caro prezzo) dai fratelli Rotenberg, oligarchi di nuovo conio e pezzi da novanta del cerchio magico di Vladimir Putin. Il ministero della Difesa ha inoltre annunciato che quando le esercitazioni congiunte con la Bielorussia termineranno (il 20 di febbraio) gli effettivi faranno rientro in patria. “Vorrei chiedere alle fonti di disinformazione statunitensi e britanniche di pubblicare il programma delle nostre imminenti invasioni per l’anno: mi piacerebbe pianificare le mie vacanze”, ha sferzato caustica la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova. La tanto paventata invasione prevista da Washington e Londra fin quasi nell’orario preciso, non si è infatti materializzata. Ma per una colonna di tank che fa rientro negli hangar, c’è un’altra esercitazione che inizia, questa volta nel Mediterraneo. Con i bombardieri a lungo raggio a capacità nucleare e i jet da combattimento armati di missili ipersonici dislocati nella base aerea siriana di Khmeimim. Mosca, dal canto suo, ora si gioca la carta delle contro accuse. È l’Occidente che rimpinza di armi l’Ucraina per “spingerla alla guerra” o a “una provocazione” nel Donbass e al contempo reputa “positiva” l’offerta di Joe Biden a continuare il dialogo. Putin ha poi per il momento declinato la richiesta della Duma di riconoscere le repubbliche separatiste filo-russe di Donetsk e Lugansk poiché “non in linea” con il trattato di Minsk. Come dire: noi rispettiamo i patti. Parole di pace, se così si può dire, arrivano anche dall’Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell (non certo un russofilo), che ha invitato a considerare le “legittime preoccupazioni” della Russia in termini di sicurezza. L’intesa finisce ad ogni modo qui. Borrell ha parlato chiaramente di uno “scontro di valori” tra il “democratico” Occidente e “l’autoritaria Russia”, che teme il successo dell’Ucraina perché sarebbe la sconfitta del suo modello. Il coordinamento allora continua: domani si terrà il Consiglio Ue informale sulla crisi ucraina, l’incontro alla Nato con gli omologhi di Ucraina e Georgia e sabato la riunione dei ministri degli Esteri del G7. In serata c’è stata l’ennesima telefonata tra Biden ed Olaf Scholz, mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è a Mosca per incontrare Serghei Lavrov dopo la tappa di martedì a Kiev. L’Ue ha promesso che “non abbandonerà mai” il popolo ucraino ma Berlino non nasconde di essere pronta ad andare incontro al Cremlino su qualche aspetto. Tipo tempi di attesa lunghi sull’eventuale ingresso di Kiev nella Nato, che però la Russia ribadisce di non poter accettare né ora né mai.

Crisi Ucraina, Mosca: «Nessun accordo senza esclusione allargamento Nato»

Il ministro degli esteri russo Lavrov ha ribadito la posizione della Russia. Intanto i separatisti accusano i militari ucraini: «Hanno aperto il fuoco contro di noi». Kiev smentisce

17 febbraio 2022

Torna a salire la tensione a Est, con la Nato che accusa la Russia di ammassare nuove truppe ai confini con l’Ucraina e immagini satellitari che testimonierebbero una possibile escalation della crisi.

L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Ocse) ha registrato nelle prime ore di oggi «episodi di bombardamenti multipli lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale», secondo quanto riporta il Guardian, che cita l’agenzia di stampa Reuters.

Da parte sua la Russia replica con le dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «Le affermazioni su un ricollocamento addizionale di truppe russe al confine con l’Ucraina sono accuse senza fondamento, come sempre».

In questo scenario, i separatisti appoggiati da Mosca attivi nella regione hanno accusato oggi l’Ucraina di avere aperto il fuoco quattro volte nelle ultime 24 ore. Un’accusa però smentita da Kiev.

Fonti di agenzia riferiscono però che scontri fra separatisti filo russi e forze di Kiev sono effettivamente scoppiati questa mattina lungo la linea di contatto, in diverse località nel Donbass, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di aver dato inizio alle ostilità. Kiev in particolare accusa i separatisti di aver bombardato con l’artiglieria pesante un asilo a Stanytsya Luhanska, ferendo due educatrici.

Usa: Mosca ha aggiunto 7mila soldati
Secondo gli Stati Uniti la Russia avrebbe aggiunto fino a 7mila soldati lungo il confine con l’Ucraina. Anche la Nato conferma di non vedere al momento segnali di de-escalation da perte di Mosca.

Se è vero che le previsioni Usa sull’invasione del paese che sarebbe dovuta scattare mercoledì 16 non si sono rivelate corrette, tuttavia secondo gli analisti occidentali il rischio è ancora molto alto, con il dispiegamento di oltre 150mila soldati russi che circondano l’Ucraina su tre lati. Secondo fonti dell’amministrazione statunitense riportate dall’agenzia Ap, il marcato aumento della controinformazione russa potrebbe far presagire alla ricerca di un pretesto per un’invasione.

Intanto le autorità militari russe annunciano nuovi ritiri di unità corrazzate. Le autorità militari russe hanno assicurato che nuove unità corazzate del Distretto militare occidentale hanno iniziato a ritirarsi da un’area vicino al confine con l’Ucraina, per rientrare nelle loro caserme, una volta completate alcune manovre in questa zona del Paese.

Il ministero della Difesa russo ha indicato sul proprio sito web che queste unità corazzate «hanno iniziato a muoversi verso il loro punto di schieramento permanente dopo aver completato le esercitazioni previste nelle aree di addestramento».

Lavrov: nessuna soluzione con allargamento Nato sul tavolo
Oggi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha incontrato il ministro russo Sergei Lavrov. «L’Italia è sempre impegnata in prima fila per una soluzione diplomatica e si può contare sull’Italia per raggiungere una soluzione diplomatica», ha detto Di Maio nelle dichiarazioni all’inizio dell’incontro.

Meno diplomatico l’approccio del ministro russo: «L’aggravamento della situazione intorno all’Ucraina – ha detto Lavrov aprendo i colloqui con il ministro degli esteri italiano – si sta sviluppando solo nelle menti dei politici e dei media in Occidente, le domande sul suo superamento dovrebbero essere rivolte a loro».

A margine dell’incontro il ministro russo Lavrov ha annunciato che oggi Mosca invierà una risposta agli Usa sul tema della de-escalation, specificando che la risposta sarà pubblica.

Lavrov è quindi tornato sul punto centrale della crisi, ovvero la presenza dell’Ucraina nella Nato: «Non risolveremo tutti i problemi finché non ci metteremo d’accordo su alcuni punti, è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est».

La miccia dei separatisti
La miccia potrebbe accendersi nelle province separatiste. I ribelli di Lugansk e Donetsk sostenuti da Mosca nell’Ucraina orientale hanno accusato giovedì le forze governative di aver aperto il fuoco sul loro territorio quattro volte nelle ultime 24 ore e hanno affermato che stavano cercando di stabilire se qualcuno fosse stato ferito o ucciso.

Per il momento il presidente russo Vladimir Putin ha «preso nota» della richiesta della Duma, il ramo basso del Parlamento di Mosca, di riconoscere le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino. Ma la replica è che un’iniziativa del genere non rispetterebbe gli accordi di Minsk. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia russa Tass. E, inoltre, se le accuse dei separatisti nei confronti di Kiev continueranno o verranno mostrate vittime, questo potrebbe essere il pretesto per un intervento da parte del Cremlino.

L’Ucraina ha però respinto le accuse dei separatisti appoggiati dalla Russia secondo cui l’esercito di Kiev avrebbe lanciato attacchi con colpi di mortaio nell’est del Paese. «Nonostante il fatto che le nostre posizioni siano state colpite con armi proibite, inclusa l’artiglieria da 122 mm, le truppe ucraine non hanno aperto il fuoco in risposta», ha affermato all’agenzia di stampa Reuters durante una conversazione telefonica un addetto stampa dell’Operazione Join Forces ucraina.

Gli accordi di Minsk
Gli accordidi Minsk fanno da base alla risoluzione pacifica della crisi del Donbass, prevedendo il cessate il fuoco, ritiro delle armi, amnistie, ripresa dei rapporti economici e una riforma costituzionale in Ucraina. Kiev, si legge sull’agenzia Tass, si è finora detta pronta ad agire in accordo all’intesa, ma ha sempre respinto un dialogo con le regioni separatiste e l’ipotesi di garantire uno status speciale al Donbass.

Da Mosca giunge dunque un nuovo segnale di non voler forzare la mano in Ucraina. Il riconoscimento delle Repubbliche autonome da parte del Cremlino avrebbe infatti costituito una pesante ipoteca sulla strada della de-escalation. Nelle scorse ore, gli Stati Uniti avevano condannato l’ipotesi di un riconoscimento

Il ponte tattico in Bielorussa
Immagini satellitari degli ultimi due giorni mostrano nuove strade e un ponte tattico in costruzione lungo il Pripyat River, un fiume chiave in Bielorussia a meno di 6-7 km dalla frontiera ucraina, in quello che alcune fonti della Cnn definiscono un potenziamento delle forze russe e un supporto per un’eventuale invasione puntando verso Kiev. Le attivita’ di costruzione sono monitorate attentamente dall’intelligence e dai dirigenti militari occidentali. Non e’ chiaro se a operare siano i russi o i loro alleati bielorussi, con cui stanno facendo esercitazioni comuni.

La Nato: nessun segno di de-escalation
Sul terreno la situazione rimane dunque tesa. Finora la Nato sin da martedì non ha notato nessun segno chiaro di de-escalation sul terreno in Ucraina, anzi le truppe russe «sono aumentate non diminuite». Così il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg a Bruxelles. «Stiamo monitorando molto da vicino cosa accade», ha aggiunto. «Allo stesso tempo registriamo le aperture di Mosca al dialogo diplomatico e siamo pronti in questo senso. Ma stiamo ancora aspettando la reazione della Russia alle nostre risposte scritte inviate il 26 di gennaio». «È possibile un accordo con la Russia – ha detto ancora Stoltenberg in conferenza stampa a Bruxelles – noi non siamo una minaccia, siamo pronti al dialogo. Non abbiamo alcun piano di dispiegare apparati offensivi in Ucraina, ma non possiamo derogare dai nostri principi base».

Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è su questa posizione: «A dire la verità, non abbiamo ancora visto alcun ritiro» da parte della truppe russe «ne abbiamo solo sentito parlare». Intervistato in un campo di addestramento militare nell’Ucraina occidentale, Zelensky ha aggiunto che quando le truppe russe si ritireranno «lo vedranno tutti, non solo l’esercito. Ma per ora sono solo parole».

Biden e Scholz, Mosca attui passi concreti di de-esclation
Anche il presidente americano Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno esortato Mosca a prendere misure concrete per disinnescare le tensioni, avvertendo che finora non è stato osservato alcun ritiro significativo delle truppe russe dal confine con l’Ucraina. «La Russia deve compiere passi concreti verso la de-escalation», hanno affermato i leader, secondo una dichiarazione rilasciata dalla cancelleria tedesca a seguito di una telefonata tra i due alleati.

Oggi la vicepresidente americana Kamala Harris partirà per la Germania dove sarà a capo della delegazione americana alla Conferenza per la sicurezza di Monaco. Della delegazione farà parte anche il segretario di Stato Antony Blinken. ai lavori non è prevista la partecipazione di una delegazione Russia.

Il ritiro delle truppe dalla Crimea
Nella mattinata di mercoledì la Russia aveva annunciato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea annessa a Mosca nel 2014, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un’invasione dell’Ucraina. I soldati, ha reso noto il ministero della Difesa in un comunicato, stanno tornando alle loro guarnigioni: la notizia segue un primo ritiro delle truppe russe dai confini dell’Ucraina ieri 15 febbraio.“Le unità del distretto militare meridionale, che hanno completato le esercitazioni tattiche nelle basi della penisola di Crimea e stanno tornando in treno alla loro base”, ha affermato il ministero della Difesa russo, citato dalle agenzie russe. La Russia non ha specificato l’entità o la tempistica di questo ritiro. E continua per il momento a portare avanti le manovre annunciate in Bielorussia che dovrebbero concludersi il prossimo 20 febbraio.

Cremlino: nessun attacco informatico
Mercoledì mattina il ministero della Difesa russo ha pubblicato anche un video che mostra tank e veicoli militari in ritirata dalla Crimea come prova dell’avvenuta fine delle esercitazioni.’’ E il Cremlino ha dichiarato in una nota: la Russia non ha nulla a che vedere con l’attacco informatico al sito del ministero della Difesa ucraino’’. Attacco che il ministero della Difesa di Kiev ha definito ’’senza precedenti’’ contro il proprio sito Internet. Le Borse rifiatano per questa tregua e Tokyo chiude a +2,2%.

#sapevatelo2022

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