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SI PARLA DI GIOVANI, MA NON SI INVESTE SU DI LORO

Una regione ricca di realtà industriali importanti ma priva di programmazione. Che continua a premiare chi viene da fuori e non chi resta

LA RIFLESSIONE DI LIVIA GRAZIANO


POTENZA. Spesso, molti studenti, dopo aver raggiunto i 19 anni, si trasferiscono in altri Paesi per intraprendere il proprio percorso universitario; cominciare a frequentare l’Università implica anche cambiare il proprio stile di vita e maturare un maggior senso di responsabilità per la gestione della propria autonomia.

Avere una possibilità di questo tipo significa avere una marcia in più per il futuro, includendo responsabilità da ogni punto di vista: noi adolescenti infatti, impariamo a gestire meglio il nostro tempo, le nostre risorse, offrendoci un’ottima base per la vita futura. Nel momento in cui si sceglie di vivere fuori casa bisogna innanzitutto scegliere se vivere in un appartamento con altri coinquilini o vivere in strutture realizzate appositamente per gli studenti universitari.

Collaborazione, serietà e rispetto sono dei requisiti necessari per poter affrontare una convivenza tranquilla, requisiti necessari, non solo per la convivenza, ma per la vita! Mettere assieme persone che provengono da abitudini e luoghi differenti non è sicuramente facile, perciò bisogna essere molto attenti nel prendere qualsiasi tipo di decisione. Si potrebbe incorrere il rischio di incontrare persone con le quali non si sarebbe mai immaginato di poter stringere nessun tipo di rapporto, eppure, quando ci si trova in situazioni di questo tipo bisogna essere tolleranti e gestire il tutto nel migliore dei modi.

Da un punto di vista economico potrebbe risultare difficile gestire il proprio denaro tanto che per un adolescente fuori sede è uno dei “problemi” fondamentali. Alcuni sono avvantaggiati dalle possibilità economiche familiari, altri invece sono costretti a mantenersi magari effettuando lavoretti saltuari. Ma allora, se si vuole investire sui giovani, perchè non si investe seriamente? Perchè il nostro Paese non garantisce le stesse opportunità a tutti?

Facendo un’indagine fra i vari adolescenti che hanno scelto di vivere lontano dalla Basilicata, e chiedendo loro perchè hanno scelto di “abbandonare il proprio Paese”, più dell’80% ha risposto che la nostra regione non offre le stesse possibilità post-formative, e quindi opportunità di lavoro che, ad esempio, possono garantire città più grandi quali Roma, Milano, Bologna o Torino.

Per questo motivo la regione Basilicata dovrebbe fare ogni sforzo per garantire delle opportunità post-universitarie ed invogliare gli studenti a rimanere nella propria regione. Non vi è dubbio che nella nostra regione esistano realtà aziendali importanti in tutti i settori, dell’automotive (Fiat) al food (Barilla, Ferrero). Manca invece un collegamento stretto fra le facoltà universitarie e le aziende così come mancano o sono assolutamente inefficaci i servizi post universitari di orientamento.

Se poi a questo si aggiunge che la Regione Basilicata finanzia voucher per specializzarsi fuori regione, appare evidente che nemmeno essa crede fino in fondo nella capacità del tessuto produttivo di interagire con il mondo scolastico. Una Regione che invece di invogliare a rimanere, premia chi abbandona la propria terra.


 

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