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BUON ANNO BASILICATA, NONOSTANTE LA MALAFEDE

Una regione divisa tra il Pd che può rinascere dall’assoluzione di Pittella e le gaffe del centrodestra al potere. L’editoriale di Tacco&Spillo


Per chi non lo sapesse o peggio ancora faccia finta di non saperlo, il Natale pandemico ci ha portato qualcosa di nuovo e di profondamente ben augurante per far sloggiare l’arrocco abusivo che il settantenne napoletano Vito Bardi ed il suo centrodestra di comicità e balletti vari hanno ormai messo stabilmente in piedi, peraltro con danni a dir poco irreparabili per la nostra povera Basilicata. Stando così le cose potrebbe sembrare, insomma, il solito refrain di fine anno, invece questa volta la storia non rimane impalata e tragica come spesso accade, ma ha una sua chiusura bella e d’effetti pirotecnici di cui dovrebbe saper impadronirsi, una volta per tutte, questo benedetto centrosinistra se vuole riguadagnare velocemente le sue progressive e democratiche sorti e lasciarsi finalmente alle spalle la cupio dissolvi giudiziaria che pure l’ha privato di una possibilità vera di vittoria.

Ora, a scanso di facili equivoci e soprattutto per le menti piccine ed appassionate di congiure ed invidie che affollano tanto il Pd quanto i 5S, va detto che l’assoluzione di Marcello Pittella non può essere derubricata ad un fatto privato e personale che magari gli faccia ritrovare un po’ d’agibilità ed un tono più robusto di voce, ma è piuttosto una questione di comunità, di giustizia e di politica, su cui avere sussulti d’orgoglio e parole d’attacco anziché praticare la via dell’arrotolamento silenzioso e pavido che non fa bene né alla salute della democrazia né a quello che rimane del centrosinistra. Eppure capita esattamente il contrario perché perfino la disfatta della Basilicata democratica e la scure napoletana che ogni giorno s’abbatte sui lucani può essere sopportata se serve a regolare i conti e soprattutto ad alleggerire la truppa dei contendenti per un posticino nell’Olimpo del Parlamento o della Regione. Tutto questo per dire che aveva ragione da vendere Nicola Chiaromonte a parlarci del pericolo di un tempo cattivo e di malafede.

Lo stesso, tanto per intenderci, che fa precipitare la normalità della politica per sola ingiustizia, senza poi ripararla come invece dovrebbe. Lo stesso che affida un grande partito come il Pd alle mani inefficaci di Raffaele La Regina, enfant prodige del qualunquismo generazionale e della sinistra assimilata a pozzanghera.
Lo stesso che fa rimanere ancora in sella alla Basilicata l’anziano governatore Vito Bardi e la sua giunta di centrodestra, colorata di gaffe, favole e vergogna per la ridda di provvedimenti ai limiti di legge e di dubbia moralità. Dunque buon anno Basilicata, nonostante la malafede.


 

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