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LA VITA DELLA BISCIA DAL COLLARE

Lisandro: “Per salvarsi si gonfia, emette cattivi odori, si finge morta con bocca aperta e lingua penzoloni”


La Natrice dal collare o Biscia dal collare (Natrix natrix) è un serpente di abitudini quasi esclusivamente diurne e ci porta a conoscerlo il naturalista lucano Carmine Lisandro.  

«Innocuo per l’uomo, si adatta a vivere in diversi ambienti: montagna, collina, macchieti e zone rurali anche se è più facile incontrarla nel suo habitat preferito: stagni, torrenti o laghi artificiali.

I soggetti anziani hanno un corpo robusto con le femmine che possono arrivare ad una lunghezza di circa 200 cm mentre i maschi arrivano a non più di 120 cm con le caratteristiche macchie bianche che, con l’età avanzata scompaiono. La testa schiacciate e ben distinta dal corpo ha una sagoma triangolare quasi a forma di cuore, gli occhi, dalla pupilla circolare, sono molto grandi, la bocca è larga con il muso arrotondato.

Dopo il letargo invernale, verso marzo/aprile -prosegue Lisandro-  con i primi caldi escono dai loro rifugi e, da animali pacifici quali sono, si dedicano ai rituali amorosi con tranquillità senza azzuffarsi come invece fanno i maschi dei Biacchi

Le uova fecondate, da 10 a più di 30, vengono deposte in luoghi dove sono presenti un insieme di sostanze vegetali in decomposizione che favoriscono con la loro temperatura la schiusa delle uova.

Alla nascita i piccoli, lunghi circa 20 cm., sono subito autosufficienti e accaniti predatori di girini, larve di libellule o di tritoni. Due macchie bianche formano una specie di collare dietro la nuca da cui prende il nome di Biscia dal collare, la colorazione del dorso è sul grigio -olivastro, con barre trasversali nere, il ventre è biancastro con sfumature scure.

Crescendo i giovani si cimentano a catturare prede più grandi come ranocchie o piccoli pesci con attacchi che non sempre vanno a buon fine.

Come tutti i serpenti, anche la Natrice dal collare nel crescere deve compiere nel corso della sua vita diversi cambi di pelle ed ecco che – specifica Lisandro- quando la membrana che protegge gli occhi diventa opaca, ha inizio il cambio del vecchio strato, chiamato esuvia e, partendo dal muso, viene sfilato come un calzino.

La Natrice essendo come tutti i serpenti, quasi sorda, insieme alla vista molto acuta, ha la particolarità di avere una lingua biforcuta che le permette di percepire le particelle odorose emesse dalla preda e, grazie a un particolare organo detto di Jacobson, individua l’esatta posizione della preda e dopo averla catturata che sia rana, tritone o pesce, la ingoia ancora viva iniziando dalla testa.

Questo serpente, oltre ad essere un abilissimo nuotatore, è molto veloce anche sul terreno e, per sfuggire ad eventuali predatori, oltre alla fuga, se infastidito, utilizza altre risorse di autodifesa: soffia e si gonfia per sembrare più grande, oppure emette un liquido maleodorante che scoraggia i predatori come rapaci, Aironi, Faine, Puzzole e Volpi e nel caso non dovesse bastare, usa un atteggiamento singolare chiamato Tanatosi che utilizzano anche altri animali: si finge morta tenendo la bocca aperta e la lingua penzoloni per resuscitare non appena cessa il pericolo».

Una nota in conclusione, sottolinea il documentarista: «La Natrice dal collare è protetta dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva CEE. Purtroppo, la vita per questo rettile si fa sempre più difficile vuoi per l’attività umana che ha modificato di molto il suo habitat, vuoi perché, nonostante la Natrice sia tutelata non è raro, appena la si scorge, causa la non conoscenza, di tentare di sopprimerla perché, pur essendo diversissima, è scambiata per una Vipera».

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