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ABUSO D’UFFICIO, VALVANO A PROCESSO CON LUI ANCHE 3 DIRIGENTI COMUNALI

MELFI Rinviato a giudizio insieme anche al proprietario di un parcheggio che avrebbe beneficiato dell’ipotesi delittuosa

Già vice sindaco di Melfi nel lontano 1965 e di nuovo nel più vicino 1986 l’ingegnere Antonio Brescia ha iniziato una lunga battaglia legale nei confronti di amministratori e tecnici del comune di Melfi. L’altro giorno l’epilogo: il sindaco Livio Valvano è stato rinviato a giudizio dal Gup Antonello Amodeo del Tribunale di Potenza per abuso d’ufficio.

LA VICENDA PER UN PARCHEGGIO “ABUSIVO”

La vicenda è legata ad un presunto abuso di ufficio che sarebbe stato commesso con riferimento alla realizzazione di un parcheggio in contrada Incoronata di Melfi dove la moglie di Brescia gestiva una sala ricevimenti. «A circa cento metri di distanza dalla sala ricevimenti che mia moglie gestisce in contrada Incoronata – spiega l’ingegnere Antonio Brescia – ne è sorta un’altra con permesso a costruire che a mio avviso è sicuramente illegittimo e privo nel modo più assoluto di parcheggi. Violando leggi e regolamenti su questa area limitrofa è stato realizzato un parcheggio abusivo sin dal 2009. Anche di questo abbiamo fatto segnalazione all’Autorità comunale competente che aveva l’obbligo e il dovere di intervenire. Sono state emesse due ordinanze di demolizione delle opere abusive; la prima nel 2009 l’altra nel 2014 senza che però ci fosse riscontro ed operatività delle stesse ordinanze. Nel 2012 è stato presentato un progetto di sanatoria illegittimo per una serie di violazione di leggi e regolamenti che sono stati puntualmente accertati dall’autorità inquirente anche attraverso una perizia fatta redigere dalla procura della Repubblica di Potenza. Di conseguenza ci saremmo aspettati che il sindaco di Melfi procedesse come legge prevede e mettesse in esecuzione gli atti, anche in considerazione del fatto che i funzionari del Comune, prima l’architetto D’Amelio e successivamente l’ingegnere Moscaritolo, non lo facevano. Cosa che però non è mai avvenuta». Brescia rincara la dose. «Anzi – aggiunge l’ingegnere Antonio Brescia il sindaco di Melfi si è proprio attivato in maniera non certamente legittima per tentare di favorire in tutti modi il mantenimento in vita di questo parcheggio. Noi chiedevamo che il progetto fosse approvato o respinto senza porre limiti di alcun genere perché solo in questo modo ed in entrambi i casi potevamo ricorrere al Tar e far valere le nostre ragioni. La malafede è proprio qui! Loro tutti sanno che il progetto non è approvabile e siccome sanno che non può essere approvato lo mantengono in piedi senza l’atto finale, l’autorizzazione, in modo tale da consentire al soggetto che utilizza il parcheggio di poterne usufruire liberamente. Questo gioco sporco va avanti da circa 10 anni».

L’APERTURA DEL DIBATTIMENTO IL PROSSIMO 10 GENNAIO

Il rinvio a giudizio è stato disposto per il sindaco Livio Valvano insieme ad altri 4: 2 dirigenti comunali (Bernardino D’Amelio, Michelarcangelo Moscaritolo e Donato Michele Ramunno) e il proprietario di una attività ricettiva (Gerardo Cicchiello).

«E chiaro che questa è solo la punta dell’iceberg – sentenzia l’ingegnere, Antonio Brescia – di una vicenda che io chiamo sporco affaire nel quale altri hanno bagnato il proprio biscotto. In particolare il geometra Luciano Valvano, parente del sindaco da 2017 e nominato dirigente dell’ufficio urbanistico, non ha inteso assumere alcun provvedimento in materia. Al contrario le uniche operazioni che Valvano ha fatto sono state quella di presentare una relazione davanti al Tar di Basilicata con lo scopo di indurlo in errore e di questo credo che dovrà rispondere anche lui alla Magistratura inquirente. Di conseguenza non solo questi signori che risultano imputati allo stato attuale devono essere censurati ma va censurato anche l’ingegnere Vito Ramunno, attuale dirigente dell’ufficio Lavori pubblici che nel 2019 ha approvato una pratica edilizia riguardante questo misfatto». Brescia è un fiume in piena. «Vi è di più – conferma – perché tutti i progetti, nessuno escluso, presentano dei falsi di cui i progettisti l’architetto Fabbri, il geometra Zecchino, l’ingegner Todisco ne erano coscienti così come erano coscienti D’Amelio, Moscaritolo, Valvano, gli assessori ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica. Il sindaco in maniera particolare è a capo di questa associazione di boy scout. Hanno pensato di governare questa città su questo affaire in un modo che reputo mafioso. Non ho paura a dirlo, questo è un metodo mafioso. Lo ripeto da tempo e l’ho fatto decine di volte con volantini, scritti, denunce di cui copia è sempre stata rimessa a loro. Ho sfidato ripetutamente tutta questa gente a denunciarmi ma loro non lo hanno mai fatto. Ebbene, ritengo che non lo facciano perché sanno perfettamente cosa hanno commesso e cosa stanno commettendo. La giustizia è lenta però arriverà ed anche in questa sporca vicenda arriverà certamente». La prima udienza del processo si terrà davanti al Collegio del Tribunale penale di Potenza presieduto da Rosario Baglioni il prossimo 10 gennaio 2022. . Per il sindaco di Melfi Livio Valvano, in piena campagna elettorale, si tratta certo di una brutta vicenda… l’ennesima.

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