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MORTE DI LAURA ZILIANI, CRIMINOLOGA FRANCO: IPOTESI OMICIDIARIA PRIVA DI FONDAMENTO

Siamo tornati ad intervistare la criminologa Ursula Franco che avevamo interpellato prima che venissero divulgate le prime risultanze autoptiche pochi giorni fa

#uncasoallavoltafinoallafine 

criminologa URSULA FRANCO

MORTE DI LAURA ZILIANI, CRIMINOLOGA FRANCO: IPOTESI OMICIDIARIA PRIVA DI FONDAMENTO

Criminologa Ursula Franco:
“In casi come questo, vanno prima prese in considerazione le ipotesi dell’incidente e del suicidio e poi, solo in caso di incongruenze, quella omicidiaria. È invece un grave errore ipotizzare l’omicidio e cercare conferme.”

L’8 agosto due escursionisti hanno trovato un cadavere in avanzato stato di decomposizione sull’argine del fiume Oglio. Quei poveri resti appartengono a Laura Ziliani, 55 anni, una donna scomparsa 3 mesi prima da Temù.

Due delle sue tre figlie ed il fidanzato di una di queste sono indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Siamo tornati ad intervistare la criminologa Ursula Franco che avevamo interpellato prima che venissero divulgate le prime risultanze autoptiche pochi giorni fa.

Circa 10 giorni fa, la criminologa ci aveva rassicurato: “Al momento nulla di ciò che è trapelato è di supporto ad una ricostruzione omicidiaria.”

Dottoressa Franco, in tanti continuano a speculare, facciamo il punto?

?L’8 maggio, giorno della scomparsa, un testimone ha visto la Ziliani su un sentiero.

?Le figlie hanno chiesto aiuto in tempi compatibili con una sincera richiesta d’aiuto, un comportamento interpretato da taluni a loro sfavore.

?Le figlie hanno riferito dettagli che avrebbero potuto tacere, dall’appuntamento alle 10.00 con la madre alla storia del telefono in mano alla stessa intorno alle 7.00.

?Le figlie hanno partecipato alle ricerche e sono apparse disperate. Un filmato poco diffuso, verrebbe da pensare che non venga diffuso in loop perché poco funzionale all’ipotesi omicidiaria.

?La figlia più grande ha lasciato il lavoro per cercare sua madre, un comportamento interpretato da taluni a suo sfavore.

?Durante le ricerche le figlie hanno riconosciuto una scarpa da trekking della Ziliani. La scarpa è stata trovata a circa 500 metri dai resti, ciò esclude un eventuale depistaggio perché se le ragazze avessero nascosto il corpo della madre lì dove è stato ritrovato non avrebbero avuto ragione di gettare una sua scarpa nelle vicinanze né di attribuirgliela per indurre ad approfondire le ricerche proprio in quell’area.

?I resti della Ziliani sono stati trovati nel letto di un fiume, è logico inferire che siano trasportati lì dalle acque non che il cadavere sia stato sepolto lì da fantomatici assassini.

?In molti hanno parlato di “capo rasato” e sono stati smentiti dal medico legale. Un cranio sprovvisto dei capelli non è un dato inaspettato posto che il corpo della Ziliani è rimasto 3 mesi all’aperto in balia di animali ed eventi atmosferici tanto che è in parte saponificato. Lo stesso vale per lo stato degli abiti che la donna indossava prima di morire.

?Per quanto riguarda le ricerche, l’area in cui sono stati ritrovati per caso i resti della Ziliani era stata battuta a lungo dagli addetti alle ricerche ma ciò non significa che il corpo fosse stato occultato o che non fosse lì dall’8 maggio. La casistica insegna, le ricerche non sono infallibili. I tentativi di trovare giustificazioni ai propri fallimenti addotti dagli addetti alle ricerche aprono la strada ad ipotesi fantasiose, dall’occultamento alla doppia sepoltura. È alquanto improbabile che un omicida faccia scattare le ricerche e poi, nel bel mezzo delle stesse, sposti il cadavere della sua vittima nel letto di un fiume dal quale peraltro riaffiorerà non appena il fiume si ingrosserà.

?La figlia più grande è stata descritta come una lavoratrice modello e non ha sottratto farmaci sul posto di lavoro ma il fatto che gli inquirenti abbiano indagato in tal senso è stato interpretato da taluni come una “svolta”. Il perché resterà un mistero.

?La storia del computer è stata montata al pari di quella della tisana.

? Il cellulare potrebbe semplicemente essere caduto alla Ziliani in casa o potrebbe averlo lasciato lì dove è stato ritrovato perché era decisa a suicidarsi, vale lo stesso per l’orologio con il gps del quale non ho notizie certe. Se l’avessero uccisa non avrebbe avuto senso nascondere il suo telefono in casa quando avrebbero potuto farlo sparire o disattivarlo e gettarlo nei pressi del cadavere.

?Sui resti della Ziliani non sono stati rilevati segni di violenza.

?Un essere umano può morire in acqua non per annegamento ma per inibizione riflessa e arresto sincopale del cuore.

?La Ziliani aveva perso il marito, aveva una figlia disabile ed era in menopausa. L’autopsia psicologica è necessaria per accertare od escludere un quadro depressivo.

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