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QUEL CALENDARIO CHE MANCA A BARDI

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Non sappiamo chi ma qualcuno deve aver imboscato il calendario del governatore Vito Bardi visto che ormai slarga su ogni scadenza istituzionale che pure dovrebbe avere obbligo di rispettare e far rispettare. Ora lasciamo stare l’abitudine dei napoletani al ritardo bonariamente organizzato con cui hanno saputo costruire una vera e propria antropologia dell’inventiva famosa in tutto il mondo e da lì divenire rabdomanti del caso improvvisato, ma quando ci sono in gioco gli interessi di merito comunitario dovrebbe cambiare tutto, compresa la responsabilità di lavoro che occorre mettere sulle cose. Eppure questo non sembra smuovere l’aplomb settantenne di Bardi che sin dal giorno della sua proclamazione è riuscito con la relazione programmatica a cronicizzare il ritardo, facendolo divenire perfino un espediente per la sua difficoltà di quadratura politica e di capacità istituzionale. Ancora sono lì a risuonare le sue parole di sfida e di spocchia, quasi borbonica, con cui pretendeva di essere “giudicato” quando “a breve avremo un piano strategico”. Giudizio naturalmente impossibilitato per via della redazione ritardata del piano strategico. Ha scritto Marcello Marchesi: “Il calendario è puntato contro di te”.

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