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PERCHÉ NESSUNO PARLA DEI LATI OSCURI DI INTERNET?

Lettere lucane

Ho letto il capitolo lucano del rapporto sulle economie regionali della Banca d’Italia – il rapporto inquadra bene la produzione industriale, l’occupazione, la finanza pubblica, il credito e l’export. A colpirmi, però, è l’analisi sui ritardi in Basilicata della cosiddetta digitalizzazione, principale parola-feticcio di questi tempi. Io non nego affatto i tanti vantaggi che procura l’uso di internet, ma come mai nessuno sottolinea i gravissimi problemi che la digitalizzazione ci sta creando? Come mai nessuno indaga i lati oscuri di questa “rivoluzione”? Non fosse altro che per mitigare gli effetti devastanti di questo nuovo modo di concepire il lavoro, la società, il tempo, il corpo. Non sono affatto ostile alla modernità, ma di certo non ho voglia di farle da cameriere, come ci viene ormai richiesto. Internet ha letteralmente devastato la nostra concentrazione, la nostra capacità di attenzione e di ascolto, il nostro modo di concepire l’esserci – ci ha resi più distratti, più fragili, più soli, più instabili emotivamente, più narcisisti, più disabituati all’approfondimento e alla realtà. Ormai siamo macchine desideranti permanenti, e dunque persone frustrate, perché ci stiamo illudendo che tutto sia a portata di mano – l’amore, la bellezza, la ricchezza, l’intelligenza, ecc. – e invece tutto è difficile come sempre, anche se ogni cosa sembra lì, a portata di click. Internet sta modificando in profondità la nostra psiche, e dunque la nostra anima, perché sta agendo su meccanismi quali il desiderio, la percezione e l’attenzione. Attraverso internet, infatti, i desideri si moltiplicano all’infinito ma, non potendo essere soddisfatti, determinando in noi frustrazione, inadeguatezza, tristezza e solitudine. Ecco perché stiamo ore su internet passando da una cosa all’altra: perché così pensiamo di colmare il nostro vuoto interiore, che invece si allarga.

diconsoli@lecronache.info

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