QUANTO È IMPORTANTE L’ORA DI RELIGIONE
Lettere lucane
Non ho un buon ricordo dell’ora di religione. Quando frequentavo io le scuole medie e le scuole superiori in Basilicata, nei primi anni ‘90, l’ora di religione era un’ora di vuoto, perché chi la insegnava sentiva di essere considerato un professore di serie minore. Nessuno prendeva sul serio quell’ora, nemmeno noi studenti, che cercavamo solo pretesti per trascorrerla nell’ozio o nella confusione. In seguito ad alcune dichiarazioni della senatrice Bianca Laura Granato, che ha auspicato che l’insegnamento cattolico venga sostituito da insegnamenti laici, è stato ripresa la proposta da parte dei Gruppi parlamentari Pd, M5s, Leu, +Europa e Gruppo misto di abolire l’ora di religione in favore di materie laico-scientifiche. Se l’ora di religione è così come la ricordo io, obiettivamente serve a poco. Se però i 26.000 docenti di religione arruolati nelle scuole italiane venissero utilizzati in maniera più convinta per insegnare storia del cristianesimo e dei suoi valori, io credo che questa “materia” potrebbe tornare ad essere centrale per l’educazione dei nostri figli. Sinceramente non ho armi per contrastare la scristianizzazione dell’Italia. Oggi si prediligono gli studi scientifici o tecnologici, mentre la religione viene sempre più spesso considerata un ferrovecchio superstizioso. Personalmente sono un cattolico senza fede; nel senso che appartengo alla storia e alla cultura cattolica, e sento di aderire laicamente ai valori del cristianesimo. E considero un grave impoverimento la profonda marginalizzazione del sentimento religioso e del sacro, perché pone l’uomo in una prospettiva di tracotante onnipotenza. Secondo me, dunque, quella che si chiama ora di religione non va abolita; va certamente ripensata e rilanciata su basi nuove, ma abolita no. Perché non sarà migliore il nostro futuro se cancelleremo la speranza, la consolazione e l’umiltà del bene del cristianesimo.
