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FAMIGLIE E STUDENTI UNITI CHIEDONO LA DAD PER PAURA DEI CONTAGI

Continua la protesta degli studenti per avere uno screening di massa prima di rientrare in aula. Le famiglie li appoggiano per paura dei contagi

Il mondo della scuola in Basilicata si spacca a metà. Almeno per quanto riguarda la presenza in aula degli alunni tra l’asilo e la terza media. Il 75% di loro era in classe nel primo giorno di riapertura, secondo quanto emerge dal bilancio fatto dal mondo della scuola a poche ore dal suono della campanella. Il tasso sulla frequenza è il riflesso dell’impennata di contagi che si sono verificati in diversi centri della regione. Il campione preso in considerazione si riferisce a circa 40 scuole sparse su tutto il territorio lucano e il dato è fornito dalla segreterie dei sindacati. Entrando nel dettaglio, la frequenza media nelle scuole dell’infanzia è stata del 48% circa, nelle primarie del 80% e per la media del 60%.

Ci sono anche istituti in cui gli alunni sono tornati in aula fino all’90%, come per esempio in alcune scuole di Potenza, città in cui si continua a registrare un aumento costante di contagi da coronavirus. In altri casi, soprattutto in provincia, intere classi hanno scelto la didattica a distanza. E mentre i dirigenti scolastici invitano le famiglie a trovare soluzioni convergenti e unitarie, i sindacati muovono critiche nei confronti delle amministrazioni e della Regione che non hanno predisposto screening di massa e concluso per tempo la vaccinazione al personale scolastico. Le ripercussioni economiche e (ovviamente) di salute spaventano i genitori che non vogliono mandare i figli a scuola e chiedono la didattica a distanza.

Sono molte le famiglie soprattutto alle Superiori che preferiscono non mandare i figli a scuola, soprattutto se per raggiungere i propri istituti devono muoversi con i mezzi pubblici. Nonostante l’aumento delle corse resta questa la vera paura delle famiglie lucane: l’esposizione non controllata del contagio. Tra viaggi in autobus e assembramenti se pur piccoli in luoghi non controllati prima dell’ingresso a scuola e poi all’uscita. Nasce da qui l’allarme delle famiglie dal rischio contagio coronavirus. E così alla protesta degli alunni di non presentarsi ancora in aula, come nei due licei potentini, per la mancanza di tamponi preventivi anche i genitori avviano le loro lamentele. Sono diverse le segnalazioni e le richieste di pubblicazione di lettere e messaggi che ci giungono in redazione. Tutte con lo stesso slogan: «Abbiamo paura del contagio».

Alla base del ritiro degli studenti ci sarebbero forti timori per le gravi conseguenze che la famiglia potrebbe incontrare: «Non possiamo permetterci che nostra figlia si infetti (…) Il Covid ha messo in ginocchio il nostro negozio, non resisteremmo ad un’altra chiusura», riporta uno dei messaggi inviatoci. Invece, come riferisce un papà «la preoccupazione è data dal fatto che nel nucleo famigliare c’è un elemento fragile e si teme che l’altro figlio studente possa contagiare il congiunto». I genitori chiedono la Dad. Ma non si può Per questo motivo molte le famiglie, spaventate dalla paura del possibile contagio e delle ripercussioni che questo potrebbe avere, vorrebbero fare richiesta della didattica a distanza: se i figli non vanno a scuola, questi almeno possono usufruire della Dad, così come è stato in questi mesi? La risposta è no: «per legge questo è possibile solo se è il ragazzo a trovarsi in condizioni di fragilità», ci sottolinea una dirigente scolastica in quanto trattasi di scuola dell’obbligo.

Ovviamente il problema potrebbe sussistere anche per le scuole superiori, in quanto molti docenti o dirigenti potrebbero poter non giustificare la “paura” e non convenire con la Dad e far risultare l’alunno che ne fa richiesta a differenza dei colleghi in presenza assente. Come abbiamo visto in precedenza, però, sono tante le preoccupazioni dei genitori in vista di questo rientro a scuola: dal distanziamento in classe agli assembramenti fuori dagli istituti, passando pure per i viaggi in bus.

A legare tali ansie è forse un clima di incertezza generale che per l’aumento dei contagi e per un rientro voluto subito dopo le festività pasquali che hanno riscontrato purtroppo diversi assembramenti tra le famiglie, e di conseguenza più contagi. Casi che al momento non è neanche possibile escludere mancando un serio screening di massa proprio sulle fasce dei più giovanissimi che sono rientrati tra i banchi.

 

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