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“ORA O MAI PIÙ”

L’INTERVENTO di Gianni Pittella vicepresidente dei senatori del PD

Cara direttrice, il 2020 è stato davvero un annus horribilis, quasi 2mln di morti nel mondo da Covid, 75.000 in Italia, a lungo il Paese del drammatico primato. Mentre la prima ondata travolgeva in gran parte il nord dell’Italia, la seconda ondata di Coronavirus è stata sei volte superiore per casi di positività alla prima e si è diffusa per radicamento ed estensione a ogni area del Paese. Dopo che a lungo ci eravamo crogiolati nell’illusione di una sostanziale ‘immunità climatica’ abbiamo scoperto anche nel Mezzogiorno tutta la nostra vulnerabilità e la fragilità del nostro tessuto sanitario, economico, sociale. Gli ultimi giorni di quest’anno terribile, tuttavia, lanciano la riscossa in tutto il mondo con le immagini della somministrazione dei primi vaccini. Poco oltre la metà del 2021, avremo superato quasi integralmente l’emergenza sanitaria. Anche in Italia, anche al sud. La domanda è che mondo ne verrà fuori? E soprattutto quale Mezzogiorno? Non è una domanda cui è facile rispondere ma alcune considerazioni posso farsi con buona plausibilità.

La prima è che i mezzi, le risorse ci saranno.Anche e sopratutto grazie all’Europa. Condivido l’attenzione cui i governatori del sud richiamano la necessità di un più equo riparto ma il vero problema non sarà nella quantità di risorse nè nella sua distrubuzione nel Paese ma l’individuazione di obiettivi strategici e dei progetti concreti per realizzare tali obiettivi. Per questo, tra tanti, indico due macrotemi. Primo macrotema è le infrastrutture, con tre declinazioni :banda larga interporti, e ricerca scientifica di base Il recovery fund può essere lo strumento formidabile per recuperare trent’anni di gap infrastrutturale nel Mezzogiorno. Nelle infrastrutture immateriali.

Come sottolinea Svimez e come alcune scelte logistiche di multinazionali della consulenza dimostrano, il lavoro a distanza sta facendo scorpire l’inutilità, anche quando la pandemia sarà superata, di una parte considerevole del lavoro in presenza. Questa consapevolezza ridurrà la necessità di impiegare nei grandi conglomerati urbani del centronord forza lavoro per lo più ad alta qualificazione partorita dalle università meridionali e costrette all’emigrazione. Per cogliere davvero questo salto spaziale, l’abbattimento del digital divide è prioritario, soprattutto nelle zone ad alto tasso di spopolamento dove la percentuale di famiglie che hanno accesso alla banda larga è di dieci punti più bassa che nel resto del Paese. Le infrastrutture materiali.

Concentrare risorse imponenti su nuovi collegamenti ferroviari, l’alta velocità Napoli Reggio C.,la Napoli Bari e la trasversale Maratea Foggia fra tutte, e per l’ammodernamento delle linee è davvero strategico. Ma la portualità e ancor più interporti e intermodalità non sono meno importanti . L’avvio delle Zes, battaglia a me cara nella lunga vita a Bruxelles e la nuova normativa, la legge “Rotelli” che ne definisce i requisiti i vantaggi fiscali sono un potente detonatore. Solo in Campania, la componente della logistica cresce nel 2020 senza ancora gli effetti della Zes e degli investimenti del Recovery. Basti pensare che tra Interporto Servizi Cargo, controllata al 100% da Interporto Campano, l’Interporto di Nola integralmente ricompreso nel perimetro della ZES Campania e l’interoporto Maddaloni Marcianise c’è un potenziale enorme di ampliamento delle aree interportuale e valorizzazione dei siti esistenti. Sarà sempre più diffuso l’impiego di mega navi che assieme al raddoppio del canale di Suez e alla strategia cinese della Via della Seta ci impongono grandi interventi per recuperare il tempo perduto.

L’Italia e in particolare il Sud si trovano in una posizione ideale per intercettare questi traffici per i quali dobbiamo rimodernare i porti e attuare programmi di dragaggio. Il secondo macrotema sono le imprese che necessitano meno di incentivi e più di ricapitalizzazione per impedire il collasso, anche in regioni come la mia Basilicata che offre il primato negativo in Italia del crollo del Pil nell’anno del Covid-19 (-12,6%). E così è necessario consolidare consolidare il reddito delle famiglie marginali con strumenti di reddito di emergenza e armotizzatori sociali. Ma poi c’è il futuro e lo sviluppo. E l’uno e l’altro richiedono una dotazione infrastrutturale nel Mezzogiorno all’altezza della sfida.
Ora o mai più.

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